Ernesta
Bono nasce a Milano il 14 settembre 1808, seconda e ultima figlia
di Benedetto Bono e Francesca dei conti Pizzi. Il padre è uno
dei personaggi di spicco alla corte milanese del vicerè Eugenio
Beauharnais e non si contano i sui titoli: Conte del Regno, Commendatore
della Corona Ferrea. La sorella maggiore di Ernesta, Adelaide, nata
il 5 marzo 1806, è destinata a divenire molto più famosa
di lei, anzi diventerà la donna più famosa del Risorgimento:
la madre dei Cairoli.
Adelaide ed Ernesta perdono il padre nel 1811 mentre la posizione
di prestigio della madre, una delle prime dame alla corte del vicerè
e della viceregina Amalia, s'infrange per la caduta di Napoleone ed
il ritorno degli Austriaci che ripristinano la provincia del Lombardo-Veneto.
Francesca non sarà più la regina delle feste ma almeno
le resta una buona posizione economica. La nobildonna, come il defunto
marito, ha forti sentimenti di italianità che trasmetterà
alle figlie. Per il momento però, come era prassi nelle famiglie
altolocate, mette le bimbe in collegio, separandole: Adelaide a Verona,
Ernesta a Milano. Le due piccole Bono vedono la madre soltanto durante
le vacanze autunnali, che la famigliola passa nella villa di Belgirate,
sul lago Maggiore.
Le ragazzine Bono crescono e Adelaide mostra un bel temperamento.
Diciassettenne, s'innamora del medico che la cura di quello che noi
chiameremmo esaurimento nervoso e diciottenne lo sposa, dopo aver
sgretolato con la sua energia l'opposizione della madre. Bisogna dire,
infatti, che l'uomo di cui Adelaide si era così perdutamente
innamorata, Carlo Cairoli, era sì un luminare della medicina,
molto famoso e molto ricco, ma aveva ventinove anni più di
quella caparbia innamorata
Ad ogni modo il matrimonio si rivela
felice. Il primo dei loro otto figli, Benedetto, nasce nel 1825. Seguiranno
altri sette: Rachele, Emilia, Carolina (morta bambina), Ernesto, Luigi,
Enrico, Giovanni. Gli ultimi quattro sono i martiri di casa Cairoli
o, come li definiva la madre, i miei angeli. Ma Ernesta non è
da meno della sorella: si sposa nel 1827 con il possidente Marco Cavallini
di Malenco (Valle di Vigezzo), agiato proprietario di terreni a Chiaravalle
e a Jesi nelle Marche, e subito instaura una gara di fecondità
con Adelaide. Nascono così Carlo, Fedelina(1), Francesca, Adele
(morta bambina), Benedetto detto Benedettino per non confonderlo col
primogenito della sorella, Marco detto Marchino per evitare la stessa
confusione con il padre e infine Saverio. Secondo alcune fonti, però,
vi furono altre due femminucce morte probabilmente neonate o poco
più il che porterebbe Ernesta ad aver superato la prolificità
di Adelaide. Durante l'infanzia e l'adolescenza i figli delle sorelle
Bono trascorrono le vacanze insieme a Belgirate, dove Ernesta risiede
stabilmente.
Nasce così fra i cugini un affiatamento grandissimo. Come tutti
i bambini, nei loro giochi si saranno divisi per età, formando
il gruppo dei "grandi" e quello dei "piccoli".
In particolare, Benedetto Cairoli considererà sempre Fedelina
Cavallini, di cinque anni minore di lui, come la cugina prediletta,
apprezzando anche il suo ardente patriottismo. Fedelina diventerà
anche una figlia per la zia Adelaide alla quale starà accanto,
cercando di confortarla nei grandi dolori che la povera donna è
destinata a subire. Infatti la spensieratezza dei giovani cugini dura
poco. Man mano che crescono sia i figli di Adelaide che quelli di
Ernesta mostrano di avere assorbito in pieno l'educazione liberale
e patriottica impartita loro dai genitori. Ricordiamo che Adelaide
fu amica di tutti i personaggi risorgimentali che contavano, primi
fra i quali Mazzini e Garibaldi: quest'ultimo divenne l'idolo della
famiglia Cairoli ed a sua volta si affezionò moltissimo a tutti
loro. Ernesta e i figli beneficiarono anche loro di queste prestigiose
conoscenze.
Benedetto Cairoli, il maggiore di tutti i fratelli e cugini, riceve
il battesimo del fuoco durante le Cinque Giornate di Milano (18-22
marzo 1848) e combatte poi nella prima e nella seconda guerra di indipendenza
e nella spedizione dei Mille. Carlo Cavallini (1828-1883) diviene
lui pure un patriota insigne e attento ai problemi sociali. Frattanto
il 9 aprile 1849 si spegne, nella villa di Gropello Lomellina (oggi
Gropello Cairoli) il professor Carlo. E' già molto malato quando
a seguito della terribile sconfitta di Novara (il 23 del marzo precedente)
la Lomellina e Gropello, pur in territorio sabaudo, vengono occupati
militarmente dagli Austriaci. La famiglia tenta di tener nascosto
al moribondo l'accaduto ma egli se ne rende conto e muore amareggiato
dall'infrangersi di tutti i suoi ideali patriottici. Ma bisogna attendere
la terza guerra d'indipendenza (1866) perché altri due figli
di Ernesta, Benedettino, venticinquenne e Marchino, ventenne, possano
realizzare la loro ardente aspirazione di combattere per la libertà
della patria. A quella data Adelaide ha già perso due figli.
Ernesto, ventisettenne, caduto nella seconda guerra d'indipendenza
(1859) e Luigi morto di malattia a ventidue anni durante la spedizione
dei Mille (1860). Delicato di salute, Luigi non regge allo stress
delle lunghe marce sotto il sole implacabile di Calabria.
Purtroppo ad Ernesta, rimasta vedova il 17 luglio 1864, tocca lo stesso
strazio materno. Benedettino, ufficiale dell'esercito regio, viene
ferito gravemente nella disgraziata giornata di Custoza (24 giugno
1866) e morirà il 19 luglio in ospedale a Verona. Marchino,
arruolatosi volontario nel corpo dei Cacciatori delle Alpi, segue
Garibaldi nella sua vittoriosa risalita in Trentino. Ma contrae la
polmonite e deve essere riportato d' urgenza a Belgirate, dove muore
due mesi dopo, il 19 settembre, fra le braccia della sua disperata
madre. Ernesta non regge ancora a lungo. Invano Adelaide, cuore grande
e generoso, mette da parte il suo dolore per i figli morti e la preoccupazione
per quelli che ancora combattono e si occupa affettuosamente della
sorella.(2) La porta con sé nella sua villa di Gropello, cercando
di svagarla e distrarla ma tutto è vano. Neppure la presenza
dei figli e delle figlie che ancora le rimangono serve a confortarla.
Ha il cuore spezzato. Muore il 3 ottobre 1867, a cinquantanove anni
appena compiuti.(3)
Evidentemente Ernesta non aveva la tempra coraggiosa di sua sorella
che invece sopravvive a tutti i figli meno che a Benedetto. Emilia
e Rachele erano morte rispettivamente nel 1854 e 1856 e il sogno di
una Roma divenuta italiana si prenderà anche Enrico, fulminato
da una fucilata nello scontro di Villa Glori (Monti Parioli, Roma
23 ottobre 1867) e Giovanni, deceduto nel 1869 per le ferite riportate
mentre cercava di difendere il fratello durante la stessa infelice
spedizione garibaldina. Solo dopo quest'ultimo lutto la forte, l'indomita
Adelaide si lascerà andare, morendo il 27 marzo 1871 e divenendo
la madre dei Cairoli, quella che ha dato quattro figli alla causa
italiana.
Ernesta fu una poetessa nota e apprezzata ai suoi tempi. Di lei citiamo:
L'Addio del coscritto lombardo: Un'ode per la
morte del nipote Ernesto Cairoli (1860)
Versi postumi di Ernesta Bono Cavallini raccolti
per cura di sua figlia Fedelina Durandi in mesto e pio tributo di
riconoscente e di domestica brama compiuta (Mondovì,
Agostino Fracchia, 1872)
(1) Fedelina Cavallini nasce a Belgirate il 14 dicembre 1830, sposa
il 31 ottobre 1854 Camillo Durandi di Nizza, muore a Roma, in casa
della figlia Adelina Fadda Durandi il 22 febbraio 1911. Di tutti i
figli di Ernesta Bono, Fedelina è quella che più si
sente vicina alla causa patriottica, molto legata alla famiglia Cairoli,
soprattutto alla zia Adelaide che descrive come "seconda madre".
(2) "Sol
di madre comprende di madre il dolore": sono parole di Ernesta
Bono in una poesia dedicata alla sorella, che prima di lei aveva subito
la straziante perdita.
(3) Ernesta Bono Cavallini tenne un diario che inizia il 5 giugno
1859 con la notizia della morte di Ernesto Cairoli e arriva al 1866
(non pubblicato, conservato presso il "Fondo Cairoli" dell'Archivio
del Museo Centrale del Risorgimento).
Di lei la figlia Fedelina scrive: "Con quale ineffabile dolcezza
ella non informava il nostro cuore al sentimento religioso e patrio!".
In
un certo senso, anche Adelaide può essere considerata una scrittrice
di un certo valore perché intrattenne un nutrito epistolario
con i figli impegnati in guerra e con tutte le principali personalità
dell'epoca, in primo luogo con Garibaldi e Mazzini. La sua prosa è
di altissima qualità, così come i suoi ideali.
Infine, anche Fedelina Durandi Cavallini tenne
un nutrito epistolario e anche un memoriale.
TESTO:
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copyright Alina di Collefiorito
FOTOGRAFIE:
© archivio Brandolini-Morgagni
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Ernesta
Bono Cavallini
Adelaide
Bono Cairoli
Conte
Benedetto Bono
Nato nel 1765 a Belgirate sul Lago Maggiore, avvocato, occupò
cariche pubbliche sotto la Repubblica Cisalpina
di cui fu Commissario di Governo nel dipartimento dell'Agogna.
Fu un attivo funzionario del regime napoleonico: ebbe un seggio nel
Consiglio di Stato e come Direttore Generale dell'amministrazine dei
Comuni si segnalò coordinando in un codice tutte le disposizioni
legali spettanti a questa materia. Fu Napoleone a farlo conte del Regno
Italico.
Muore il 24 novembre 1811.
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