Giornalista e scrittore austriaco nel genere storico
sentimentale, Bruno Brehm è nato il 23 luglio 1892 a Lubiana,
Carinzia, figlio di Josef von Brehm, colonnello nell'Esercito dell'Impero
austroungarico; la madre era boema della regione di Erzgebirge. Trascorse
la sua infanzia e giovinezza da una città di guarnigione all'altra
fra la Boemia e la Moravia.
Dopo le scuole elementari a Praga e ad Eder compì gli studi
superiori ai licei di Eder e Zaim, e infine si perfezionò in
tedesco a Vienna.(1) Allo scoppio della Grande Guerra interruppe gli
studi per arruolarsi come volontario. Promosso ufficiale (settembre
1914), nel
1916 fu fatto prigioniero dai Russi e
riacquistò la libertà in uno scambio di prigionieri.
Continuò la guerra sul fronte italiano dove fu gravemente ferito
ad Asiago. Conobbe Edwin Erich Dwinger, considerato il prototipo di
scrittore nazionalsocialista, che lo iniziò a questa dottrina.
Dopo la guerra proseguì gli studi in Arte Preistorica a Vienna,
Goteborg e Stoccolma, ottenendo il dottorato (Dr. Phil., 1922) con
la tesi "Der Ursprung der germanischen Tierornamentik" (Origine
della decorazione animale tedesca), la decorazione artistica rappresentante
animali stilizzati in oggetti di arredamento e architettura. I suoi
tentativi di diventare prima editore e poi scrittore con lo pseudonimo
Bruno Clemens fallirono miseramente.
Fra il 1922 e il 1927 lavorò come assistente all'Università
di Vienna. Pubblicò il suo primo romanzo Der Sturm auf
den Verlag (La presa della casa editrice), nel 1925.
Divenne famoso per la sua trilogia Apis und Este 1903-1917
(Apis ed Este), noto anche col titolo inglese They Call It Patriotism)
(1931), Das war das Ende (Quella fu la fine) (1932),
Weder Kaiser noch König (Né imperatore
né re) (1933); si tratta di uno studio fra il nostalgico e
il sentimentale sulla fine dell'Impero Austroungarico. Con questa
trilogia divenne uno degli autori in lingua tedesca più venduti.
Il primo volume ebbe 66 edizioni dal 1931 al 1976, il terzo 58 nello
stesso periodo. Data la notorietà acquisita pubblicò
numerosi testi di genere sentimentale; il suo best seller è
Auf Wiedersehn, Susanne! (1939) titolo tradotto in ungherese,
ceco, svedese, lettone, olandese, danese, e naturalmente in francese
e italiano. In francese vennero tradotti anche due libri della trilogia
di cui sopra: C'est ainsi que cela commença. Apis et Este;
e Ni empereur, ni roi. L'effondrement de la monarchie des Habsbourg.
Definito "uno dei più astuti agenti del Nazismo in Francia",
dopo l'accordo di Monaco, nel 1938,(2) tenne una serie di seminari
come lettore di tedesco in varie università francesi.
Il rimpianto di un impero perduto e avvilito, l'insignificanza politica
e geografica a cui la sconfitta aveva ridotto Austria e Cecoslovacchia
furono alquanto sofferti in Austria. Per Brehm, come per milioni di
austriaci, l'Anschluss rappresentò la rivincita sull'umiliazione
di Versailles e la rinascita dell'impero condotto da un leader austriaco.
Nel 1938 fu fra i 71 scrittori che contribuirono a un "libro
di confessione", organizzato da Goebbels, una confessione di
fede ovvero un giuramento di fedeltà al Reich. Il libro fu
pubblicato dalla Lega nazista degli scrittori tedeschi che aveva sostituito
il PEN club e i cui membri lavoravano per l'annessone dell'Austria
al Reich. Brehm, all'epoca presidente della Lega austriaca, si era
adoperato per diffonderne gli obbiettivi in Austria, e come assessore
comunale a Vienna (1939-1945) favorì in tutti i modi anche
gli aspetti pratici dell'annessione.
Nel 1940
si arruolò di nuovo volontario e combattè col grado
di Ordonnanzoffizier in Grecia, Russia e Nord Africa.
Per i suoi colleghi preparò una specie di Baedeker dell'invasore:
Deutsche Haltung vor Fremden (Il comportamento tedesco
nei confronti degli stranieri), sottotitolo Ein Kameradenwort
an unsere Soldaten (Qualche parola amichevole per i nostri
soldati). Questo era un libretto di 31 pagine pubblicato fino al 1943
dal Ministero degli Interni, n° 16 della serie "Tornisterschrift
des Oberkommandos der Wehrmacht" (I libretti tascabili per i
comandi superiori della Wehrmacht) con l'avviso: "Nur für
den Gebrauch innerhalb der Wehrmacht!" (Solo per le Forze armate!).
Dava informazioni sui paesi invasi ed elencava le regole di condotta
da seguire durante l'occupazione.
Nel 1941 Brehm partecipò alla Weimarer Dichtertreffen (Riunione
dei Poeti di Weimar), l'evento letterario annuale più importante
del Reich, e parlò degli agitatori ebrei che impedivano la
pace. Furono presenti il francese Pierre Drieu La Rochelle e un forte
contingente di italiani: Emilio Cecchi , Antonio Baldini, Elio Vittorini,
Arturo Farinelli, Alfredo Acito, Giulio Cogni, Mario Sertoli, Enrico
Falqui.
Nei suoi
frequenti articoli per il quotidiano Völkischer Beobachter (il
quotidiano del Partito Nazionalista) manifestò ripetutamente
il suo antisemitismo e anticomunismo; per esempio nel 1941 scrisse
"Lenin e Trotzki con l'aiuto degli ebrei hanno cercato di esportare
la rivoluzione in Europa e nel mondo. Furono fermati da Hitler e Mussolini";
nel 1942: "se gli ebrei si lamentano del loro destino davanti
al mondo bisogna dir loro che se lo sono procurato da soli".
Non ci voleva altro perché, con tali affermazioni, nel 1944
Hitler lo includesse nella Gottbegnadeten-Liste, gli "autori
ispirati da Dio", risparmiandogli ulteriori azioni di guerra.
Il 14 gennaio 1945 organizzò nella Polonia occupata una "Morgenfeier".
Queste "Feste del Mattino" erano riunioni celebrative codificate
dal Partito che si tenevano regolarmente attraverso il Reich per stimolare
i nobili sentimenti teutonici e riaffermare i valori morali del popolo
tedesco, riunioni a metà fra una santa messa cattolica e una
funzione soul afroamericana.
Nel 1945
Brehm fu inevitabilmente arrestato ma fu proprio un ebreo, lo scrittore
austriaco Leo Perutz che, con la sua testimonianza, gli evitò
una pena detentiva. Perutz affermò che nel 1938 a suo rischio
e di sua iniziativa Brehm (coraggioso, onesto e amichevole) gli aveva
offerto aiuto per sfuggire alle SS.
Naturalmente nella zona di occupazione sovietica i libri di Brehm
vennero inclusi nella Liste der auszusondernden Literatur (Lista delle
pubblicazioni da eliminare).
Brehm
"denazificato" non scomparve dalla scena letteraria - al
contrario continuò a pubblicare e ad apparire ad eventi culturali
e a far parte di associazioni letterarie (di destra), ad esempio dal
1960 fece parte della Gesellschaft für freie Publizistik (Associazione
dei giornalisti free-lance). Anzi il pubblico, almeno nell'immediato
dopoguerra, preferiva gli artisti che "erano rimasti", anche
se convinti nazisti, piuttosto che quelli che erano emigrati all'estero.
Nel 1960-1961
pubblicò l'attesa trilogia Das zwölfjährige
Reich (Dodici anni di Reich): Der Trommler (Il
tamburino) 1960; Der böhmische Gefreite (Il caporale
boemo) 1960; Wehe den Besiegten allen (Guai a tutti
i vinti) 1961. L'intenzione di Brehm è chiaramente quella di
convincere il lettore che Hitler e il Terzo Reich erano inevitabili
e che responsabile della sua ascesa fu non solamente la Germania ma
anche l'Europa tutta.
La rivista
Der Spiegel recensì Der Trommler nel numero
di aprile 1960 nell'articolo "Gedämpfte Trommel" (Il
tamburo in sordina). Dopo aver evidenziato continue contraddizioni
nel libro di Brehm e il monotono ripetere, come il tic-tac di un orologio,
"nessuno-poteva-fare-altrimenti", l'anonimo articolista
concluse definendo il libro una visione feuilletonistica non documentata
della Storia. Tuttavia la sua trilogia fu tradotta in tutte le principali
lingue europee (ma non in italiano).
Brehm
si sposò ed ebbe almeno una figlia. Durante la seconda guerra
mondiale la famiglia risiedeva a Goosl, in seguito si trasferì
a Grundlsee. Disabile a causa delle ferite di guerra, nel 1953 Brehm
si stabilì ad Altaussee in Stiria, villaggio di pescatori sul
lago omonimo, un luogo più agevole per la sua vita quotidiana.
Vi morì il 5 giugno 1974.
La figlia e la nipote, che vivevano in Germania, nel 2004 acquistarono
la casa di Altaussee e ne fecero la loro residenza permanente. La
cittadina ha dedicato al Dr. Bruno Brehm, come lo chiamano rispettosamente
i locali, un "percorso turistico" dei suoi luoghi preferiti.
Premi
e riconoscimenti
1929
Premio città di Vienna
1939 Premio Nazionale del libro (Premio Stefan George)
1942 Medaglia Principe Eugenio (per il suo 50° compleanno)
1952 Premio Rosegger
1958 Premio culturale Nordgau della città di Amberg
1961 Premio Peter Rosegger
1963 Premio culturale Sudetendeutscher
(1) Brehm, di madre boema, aveva studiato in Boemia e in Moravia (regioni
della Cecoslovacchia) e quindi è probabile fosse più
fluente in ceco che in tedesco.
(2) La conferenza (o accordo) di Monaco indica un incontro internazionale
che si tenne dal 29 al 30 settembre 1938 fra i capi di governo di
Regno Unito, Francia, Germania e Italia.
L'oggetto della conferenza fu la discussione delle rivendicazioni
tedesche sulla porzione di territorio cecoslovacco abitato dai Sudeti
(popolazione di etnia tedesca) e si concluse con un accordo che portò
all'annessione di vasti territori della Cecoslovacchia da parte dello
stato tedesco. Poiché i rappresentanti cecoslovacchi non vennero
fatti partecipare alle trattative, il trattato venne da essi etichettato
come diktat di Monaco.
FONTI
Jürgen
Hillesheim, Elisabeth Michael: Lexikon nationalsozialistischer
Dichter: Biographien, Analysen, Bibliographien, 1993
Der Spiegel 16/1960
Historische Lexikon Wien di Felix Czeike, Wien 1992-2004
©
Testo
e ricerca di Anna Levi, febbraio 2016.