Carolina Maria Margaritta Invernizio nasce il 28 marzo a Voghera da Ferdinando
e Anna Tettoni; la data di nascita dichiarata da lei stessa è il
1858, ma l'atto di nascita negli archivi del Comune la dichiara nata nel
1851.
La famiglia si trasferì a Firenze, dal 1865 nuova capitale d'Italia.
Carolina e le tre sorelle frequentano la Scuola Normale (oggi Magistrale),
ma lei rischia l'espulsione per aver pubblicato a 15 anni un racconto
dal titolo "Amore e morte": la vocazione alla narrazione di testi dove
imperano vicende tragiche e biechi sentimentalismi si rivela subito, e
non lascerà mai i motivi narrativi che diverranno i suoi favoriti.
Pubblica presso l'editore Salani di Firenze il suo primo romanzo, Rina
o l'Angelo delle Alpi, 1877, al quale seguiranno per lo
meno altri 120 romanzi, tutti incentrati sui temi della perdizione e del
castigo, per lo più apparsi in appendice ai giornali quotidiani,
L'Opinione Nazionale di Firenze e la Gazzetta di Torino.
Dopo anni di romanzi di appendice, nel 1907 Carolina Invernizio si lega
in esclusiva a Salani, che aveva già pubblicato parecchi dei suoi
libri, e che ne pubblicherà in totale ben 123. Per lei Salani crea
una collana specifica, "I Romanzi di Carolina Invernizio" (cfr.
la pagina SALANI:
PUBBLICAZIONI E ROMANZI);
la lettera datata 8 marzo 1907 in cui annuncia la sua decisione a Ettore
Salani e il contratto manoscritto sono conservati nell'archivio storico
della Casa Editrice Salani a Milano. Carolina Invernizio fu unita ai Salani
non solo da rapporti di lavoro ma anche da legami di amicizia, come dimostra
una dedica del 1894 (da I Ladri dell'onore).
Conosce un tenente dei bersaglieri, Marcello Quinterno, e la nuova casa
è in via dei Mille, proprio di fronte alla tipografia Salani. Dopo
il ritorno del marito dalla guerra d'Africa, nel 1896, si trasferiscono
a Torino, dove a lui era stata assegnata la direzione del Regio Panificio
Militare. E' una signora perbene, madre tenerissima di una figlia, Marcella
(1886-1971) e moglie esemplare, devotissima
alla Madonna (ogni sabato si reca con la figlia al santuario della Consolata);
si concede come svago solo un poco di mondanità, conversazioni
eleganti e teatro, e naturalmente veste alla moda del tempo, con ampi
cappelli piumati ed abiti a strascico. Nel 1911 è invitata all'Esposizione
di Torino dal Comitato della Stampa. Nel 1914 la famiglia si trasferisce
a Cuneo, e qui muore di polmonite due anni dopo, il 27 novembre 1916.
Nel testamento olografo redatto a Govone nel 1903, chiese al marito di
non permettere il suo seppelimento prima di quattro giorni dalla sua morte,
di non esporre il suo cadavere e di annunciare i suoi funerali su il Popolo,
la Stampa, la Gazzetta di Torino e il Fieramosca
di Firenze, tutti giornali ai quali collaborava come giornalista.
Sulla tomba, al cimitero di Torino, sopra la statua in bronzo ad opera dello scultore Edoardo Robino, l'editore fece mettere una corona di bronzo con la scritta assurdamente esagerata, ma anche profetica "Il tuo nome non morirà". Milano e Cuneo le hanno dedicato una strada.
Il feuilleton all'italiana
Il suo romanzo tipico (perchè si somigliano tutti) venne definito
dal suo editore romanzo storico sociale, in realtà di
storico c'è ben poco e di sociale ancor meno (se si intende un
testo dove vengano difesi i diritti delle classi più deboli o presi
in esame i contesti delle rivendicazioni contadine ed operaie avvenute
a fine Ottocento, di cui Carolina Invernizio dovette ben accorgersi).
I temi trattati non sono affatto di largo respiro, bensì ridotti
alla mera lotta incessante tra Bene e Male, dove quest'ultimo risulta
spesso vincente, salvo venire sopraffatto nel testo successivo, in un
alternarsi di storie dove i protagonisti vivono delitti, tradimenti, vendette,
ritorsioni, amori folli e folli passioni, odio letale e quasi mai perdono.
Ma sono questi gli ingredienti che la rendono così
popolare, soprattutto tra le classi meno abbienti e fra il popolino, poichè
Carolina Invernizio scrive in una prosa di facile lettura accessibile
anche ad un pubblico semianalfabeta. Figlia del
suo tempo e della sua classe, politicamente incorretta, codina, reazionaria,
spensierata, razzista, inconsapevole, è un'abile ed ammirevole
scrittrice, che ai giorni nostri, come sceneggiatrice di telenovelas,
avrebbe lo stesso successo che ebbe ai suoi tempi come romanziera.
Titoli e trame così esplicitamente peccaminosi le valsero la messa
all'Indice da parte dell Vaticano.
I libri di Carolina Invernizio vennero tradotti e diffusi anche negli
Stati Uniti e nell'America Latina, e tra il 1968 e il 1985 l'editore Lucchi
di Milano ha rieditato quasi tutti i suoi titoli.
La critica non è mai stata tenera con Carolina Invernizio. Vari
sono gli epiteti con cui venne volta a volta chiamata, da "conigliesca
creatrice di mondi" (cfr. Bruno Cassianelli), "l'onesta
gallina della letteratura popolare" (Antonio Gramsci), e "Carolina di
servizio" per la sua popolarità fra le domestiche. Alle signorine
perbene i suoi libri erano vietati, e nei suoi consigli alle giovanette
la marchesa Plattis, alias Jolanda, dalle pagine di Cordelia
non la nominava nemmeno, limitandosi alle iniziali, mentre le negava ogni
possibilità: "C.I. non è una scrittrice adatta
alle fanciulle..."
Filmografia
Molti romanzi hanno avuto una trasposizione cinematografica, a partire
dai tempi del muto (film di Enrico Vidali fra il 1916 e il 1918: La
sepolta viva, Il bacio di una morta, Lorfana del ghetto, Piccoli
martiri, Rina langelo delle Alpi, La vergine dei veleni, Il treno
della morte); La sepolta viva ebbe due trasposizioni in tempi più
recenti:1949 di Guido Brigone e 1973 di Aldo Lado; e lo stesso Il
bacio di una morta: 1949 e, Il bacio, 1974.
Sin:
Le tipiche copertine delle edizioni Salani, in brossura, per i romanzi
di Carolina Invernizio. Ds: la famiglia Quinterno al completo. |
Tutti i titoli
di Carolina Invernizio nelle edizioni Salani
Fotografie dei libri: courtesy Lia Madorsky
Testo parzialmente riprodotto da Storia della Biblioteca dei
Miei Ragazzi ©
Anna Levi
e Si pecca ad ogni pagina - Le due vite di Carolina Invernizio
© Anna Levi
Fotografie
di Carolina Invernizio e famiglia: courtesy
Anna Levi
© www.letteraturadimenticata.it
|
Carolina Invernizio
all'età di 20 anni
Carolina
Invernizio
ad Asti nel 1877
Carolina
Invernizio
a Cuneo nel 1914
Il
tenente dei Bersaglieri
Marcello Quinterno
|