ALBERTINA DEL LUNGO


Albertina Cecilia Maria Concetta Del Lungo nasce a Firenze il 6 novembre 1875, sesta degli otto figli di Isidoro e Eduvige Mazzanti, nella casa posta in via del Ponte Rosso n. 9; madrina di battesimo è la zia Bianca, sorella della madre. In casa ci sono molte persone: il capofamiglia Isidoro, la moglie Eduvige (figlia dell'ingegnere Giuseppe Mazzanti e Carolina Sederci, nata a Vicopisano nel 1845, casalinga, sposata nel 1866 e morta nel 1920); i nonni paterni: Angiolo e Clotilde; due cognate, e i numerosi figli. Questi sono: Carlo Pietro Angiolo Giuseppe (che porta i nomi del padre e dei nonni, n. 9/9/1867), Guido Raffaello Clotario Giovanni (n. 12/4/1869), Roberto Savino Antonio Maria (n. 15/11/1871), Carolina Savina Clotilde Anna Maria (n. 25/7/1873), Romilda Antonia Cecilia Bianca Marta (n. 5/10/1874), Alberto Settimio Dino Giuseppe (n. 28/9/1877), e Giovanni Luigi Ottavio Mariano (n. 19/4/1881). La famiglia è una delle più note e riverite di Firenze, grazie alla fama del padre Isidoro, che non a caso negli atti di battesimo viene definito "Illustrissimo" o "Eccellentissimo Sig. Professore".

ISIDORO DEL LUNGO
(Montevarchi, 20 dicembre 1841 - Firenze, 4 maggio 1927)

Isidoro
Carlo Gaetano, figlio di Angiolo, medico, nato a Fauglia nel 1807, e di Clotilde Del Nobolo, ricamatrice, nata a Montevarchi nel 1803, è un celebre umanista; egli incarna la figura del vero letterato: poeta, scrittore, critico letterario, storico. Laureato in Giurisprudenza, inizia a pubblicare poesie finché non viene pubblicamente elogiato dal Carducci. Nasce così un rapporto di amicizia che durerà sino alla morte di questi. Nel 1863 collabora all'Archivio storico di G. C. Vieusseux, collaborazione ininterrotta per tutta la vita, così come alla Nuova Antologia. Insegnante di materie letterarie nelle scuole superiori (fino al 1875), pubblica un'antologia ad uso delle scuole, Prose e poesie scelte in ogni secolo della letteratura italiana (1861). Isidoro Del Lungo mostra un grande interesse per la letteratura medioevale e umanistica, che lo porta a curare le edizioni critiche di numerosi testi antichi; inoltre è uno dei più noti commentatori danteschi. Egli propugna un'estrema cura della lingua e dello stile, e vede nella lingua cinquecentesca un modello esemplare di purezza dell'espressione letteraria. Non a caso è membro dell'Accademia della Crusca (compilatore della quinta edizione del Vocabolario), e quando ne diviene Presidente sposta la sede dal Convento di San Marco a Palazzo Medici Riccardi. E' anche Presidente della Società Dantesca Italiana, accademico dei Lincei, socio dell'Accademia dei Georgofili, Presidente della Deputazione di Storia Patria. A coronamento di carriera, è Senatore del Regno dal 1906, ma non solo: è Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia, Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Isidoro Del Lungo
source photo: Archivio Alinari, Firenze
© Alinari


Firenze, Piazza Isidoro Del Lungo oggi. La casa esternamente non è stata toccata.


I letterati, si sa, studiano, leggono e scrivono. Anche Albertina vorrebbe essere una letterata, ma con cotanto padre con cui misurarsi non riesce ad andare oltre alla pubblicazione di pochi articoli su varie riviste. In realtà è nota per aver curato e dato alle stampe, nel 1939, il carteggio di Isidoro Del Lungo con Giosuè Carducci. Leggiamo dalla Gazzetta del Popolo del 7/6/1939, pag. 3:
"A cura di Albertina Del Lungo si è pubblicato (editore Le Monnier) il carteggio che durante mezzo secolo, dal 1858 al 1906 intercorse tra Giosuè Carducci e Isidoro Del Lungo. Questo interessante documento "de amicitia" ebbe inizio e origine da una poesia che il Del Lungo studente pubblicò e che il Carducci, senza conoscerlo, lodò e difese pubblicamente. Poi sul cader di quell'anno 1858 i due giovani si avvicinarono e spiritualmente non si lasciarono più. La prima lettera, infatti, è di Isidoro Del Lungo che da Cortona dove abitava col padre medico accompagna al Carducci il dono della sua composizione poetica (una canzone "Il trionfo della Croce" per la festa del Crocefisso a Siena); e l'ultima è del dicembre 1906, quando il Carducci ebbe, pochi mesi prima di morire, il premio Nobel."
Molto più tardi, quando gli originali vennero messi a disposizione degli studiosi, ci si accorse che Albertina aveva gestito a modo suo il carteggio, tagliando o aggiungendo qua e là dove aveva creduto necessario per dare un'immagine completamente scevra da ombre del venerato padre.

Altre pubblicazioni di Albertina sono: alcuni pezzi sulla Nuova Antologia: "Valtellina ed Engadina: Impressioni"; "Davos e i sanatori italiani di montagna" (con 6 illustrazioni); "Madri del dopoguerra: 'La casa del ragazzo' di Firenze". Su La Lettura, mensile del Corriere della Sera, pubblica "La casa di Giosuè Carducci e la villa di Cesare Guasti" (1922); e un commento su Ricami italiani antichi e moderni: "... e di quante particolari imprese di bontà e d'alacrità femminile ci parla Elisa Ricci ..." (1926). Il suo nome compare poi in alcune pubblicazioni a diverse firme in occasione del "ricordo" di alcune amiche decedute (come usava all'epoca). Unico testo in volume pubblicato è Fanciulli d'ieri e d'oggi (Bemporad, 1918), ed è il motivo per cui questa letterata mancata è presente in questo sito.

A dire il vero fa tenerezza. La troviamo bambina decenne, a leggere coscienziosamente Il Giornale per i Bambini di Ferdinando Martini, all'epoca diretto da Collodi (ma con la mano lunga della Perodi a controllo), che ha sede a Roma, in Piazza Montecitorio n°121. Le tre sorelline Del Lungo, che sono praticamente coetanee, correndo tre anni appena dalla maggiore alla minore, sono evidentemente abbonate. Nel numero 51/52 del 23 dicembre 1886 (Anno VI) si dà il risultato di un concorso fra i piccoli lettori: si trattava di scrivere un racconto suscitato dall'immagine proposta di un quadro dal titolo "lo studio del dentista", e non - si badi bene - la mera descrizione del quadro. Vincitrice assoluta è l'undicenne Isabella De Luca, mentre la nostra Albertina è tra i dieci secondi premi; vi sono poi altri dieci premiati con "menzione onorevole". Dunque ci si provava già allora, a scrivere qualcosa.
La troviamo poi, più grandicella, lettrice di Cordelia, dove addirittura manda un pezzo di antiquariato trovato in casa, una lettera di Caterina Ferrucci rivolta alla "cara Adele" dove ricorda i fatti del 29 maggio 1848. Naturalmente Ida Baccini, direttrice di Cordelia, che in questi sentimentalismi patriottici ci sguazza, la pubblica con riconoscenza sul numero 30 del 27/5/1888 (Anno VII). Doverosamente, citiamo: "Con animo vivamente commosso ricevo e pubblico la seguente lettera di Caterina Franceschi Ferrucci, trascritta dall'originale inedito, ed offerta alla Cordelia dalle gentilissime Signorine Carolina, Romilda e Albertina Del Lungo. La Direttice."

Albertina deve tenere molto alla corrispondenza familiare, del passato e del presente. Nel 1940, dopo aver dato alle stampe il carteggio del padre con Carducci, pubblica su diverse testate (Civiltà Moderna, Rassegna della Letteratura Italiana, e forse anche altre) un annuncio di tal fatta: "La Famiglia di Isidoro Del Lungo, desiderando raccogliere le lettere che fanno parte del copioso carteggio di lui, domanda a privati, a Enti, a Biblioteche, cortese comunicazione di ciò che sia in loro possesso; col desiderio di riceverne precisa notizia ed, eventualmente, gli autografi o le copie. Indirizzare ad Albertina Del Lungo, piazza Isidoro Del Lungo 1, Firenze." Povera Albertina, che vive sola nella bella casa di famiglia, piena dei cimeli del padre, posta nella piazzetta che già fin dall'anno della morte a lui era stata dedicata.

Albertina rimane nubile, e muore a Bagno a Ripoli il 26 novembre 1944.

E veniamo a questo unico volume pubblicato da Albertina. E' dedicato ai genitori : "Per Voi raccolgo, a Voi dedico, queste brevi pagine che parlano di fanciulli, in varii tempi e di varie età, fino ai nostri ventenni fanciulli di guerra. Nelle vostre nozze d'oro, v'offro l'oro che è in queste albe di vita vissuta, come è in ogni alba di vita umana." Si tratta della raccolta di trenta raccontini minimalisti, alcuni di appena tre paginette, e temiamo anche alcuni ripescati, come il raccontino del bimbo che aveva timore del cavadenti e si levò il dente da solo: chissà se è la rivisitazione del raccontino che inviò decenne al Giornale per i Bambini. Alcuni sono autobiografici, e sono i migliori: "Porta Romana", dove descrive la bella villa del nonno materno, il suo parco, e come i fratellini Del Lungo vi si recassero spesso e volentieri - la villa doveva essere in viale Machiavelli, zona di belle abitazioni immerse nel verde; "La Befana", dove narra la gioia dei piccoli Del Lungo la mattina del 6 gennaio, quando scoprono, nel 'salotto buono', le calze ripiene. Tutti i racconti comunque danno l'idea che Albertina non riesca ad inventare nulla, e che descriva ciò che vede, ciò che conosce. Lo stesso si può dire dei raccontini di guerra: la descrizione di giovani soldati - feriti o meno - deriva dalla sua conoscenza diretta. Il testo venne pubblicato da Bemporad in piena guerra, e lo testimonia anche l'edizione assai povera: carta sottile, grigiastra, nessuna pagina oltre le necessarie, copertina sempre di carta sottile. Manca del tutto il titolo della collana all'interno come all'esterno del volume, che nella riedizione del 1923 venne inserito nella collana Biblioteca Bemporad per i Ragazzi, ma non è stato ripubblicato nella versione bodoniana di questa collana negli Anni Trenta.

© Letteraturadimenticata.it, maggio 2022



La targa dedicata a
Isidoro Del Lungo,
apposta a fianco del portone del n°1
nella piazza a lui nominata.

Si legge:
"ISIDORO DEL LUNGO
Prosatore e oratore insigne /
sagacemente indagò /
i tempi e l'opera del Compagni
e di Dante / illustrò Firenze nel
Rinascimento / Maestro della lingua d'Italia / nell'Accademia della Crusca e in ogni suo scritto / dedicò l'animo e l'intelletto / al culto della Patria./
Nato a Montevarchi nel 1841 in questa sua casa attese per / un cinquantennio al lavoro letterario e civile e vi si / spense nel 1927-V"
20 dicembre 1941 - XX



Albertina Del Lungo

Il quadro "lo studio del dentista",
Il Giornale per i Bambini,
23/12/1886

Caterina Franceschi Ferrucci
e una sua lettera


Albertina Del Lungo,
Fanciulli d'ieri e d'oggi,
Raccontino III: Porta Romana
incipit



Albertina Del Lungo,
Fanciulli d'ieri e d'oggi,

Raccontino XXVII: Gian Lorenzo
incipit

Tutte le testatine dei capitoli
sono di Ezio Anichini

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