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IL
GIARDINO DI ALLAH
The
Garden of Allah viene trasposto in film due volte nel periodo
del muto (nell 1917 e nel 1927), e una terza volta nel 1936 prodotto
da David O. Selznick, per la regia di Richard Boleslawsk, con
Marlene Dietrich, Charles Boyer, Basil Rathbone, Tilly Losch,
Joseph Schildkraut, John Carradine. In it. viene intitolato Il
giardino dell'oblio ed anche Anime nel deserto.
Il romanzo viene trasposto in commedia nel 1910 e rappresentato
a New York. Interprete dell'edizione del 1913 è l'attrice
russa Alla Nazimova (1879-1945), nota tanto per il cinema quanto
per il teatro, di cui segnaliamo le performances in A Doll's
House (1922) di Ibsen, and Salomé (1923) di Oscar Wilde.
Alla Nazimova interpreta sempre nel 1913 anche il film Bella
Donna, tratto dall'ominimo romanzo di Hichens.
Nel periodo di maggior fortuna, la Nazimova costruisce nel 1919
ad Hollywood un complesso di ville entro un giardino, in Sunset
Boulevard, che prende il nome di "The Garden of Alla",
che nel 1927 diventa "The Garden of Allah". Divenne
la residenza di molte celebrità , tra cui Francis Scott
Fitzgerald. La biografa di Fitzgerald Sheilah Graham ne scrisse
un libro: The Garden of Allah (New York, 1969). Anche durante
la decadenza e dopo la vendita del complesso, Alla Nazimova ne
abitò sempre una delle ville.
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Alla
Nazimova
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IL
GAROFANO VERDE
Il libro più impertinente che si sia mai pubblicato in
Inghilterra, così Il Garofano verde (The
Green Carnation) fu definito quando apparve nel 1895. Esso
infatti prende di mira con ironia i personaggi principali di
quello strano movimento estetico che ebbe in Oscar Wilde il
suo maggior poeta ed eroe. Il libro uscì anonimo, e fece
un gran scalpore; si sospettava che l'avesse scritto qualche
celebrità del tempo. Che l'autore fosse Robert Hichens,
che allora aveva appena 29 anni, lo capirono solamente i due
interessati: Oscar Wilde, appunto, e Lord Alfred Douglas, che
la presero con spirito. Hichens, che ne frattempo era uscito
allo scoperto, acconsentì che la seconda edizione (Heinemann)
del libro portasse il nome dell'autore. Mentre il libro vendeva
bene, fu annunciato il processo contro Wilde, e Hichens, da
vero gentiluomo, decise di ritirarlo dalla circolazione, e mantenne
questa decisione anche dopo la morte di Wilde (1900). La ristampa
del testo fu permessa solo nel 1948.
Il
libro fu scritto perchè Hichens ebbe occasione di conoscere
di persona i due protagonisti; leggiamo nella stessa prefazione
all'edizione del 1948 che il medico gli aveva prescritto un
soggiorno al clima benefico dell'Egitto, ed egli
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Robert
Hichens,
Il garofano verde
Longanesi, 1953
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alloggiava
in quello che allora si chiamava Hotel de Luxor, che
qualche anno dopo doveva ospitare Agatha Christie, e a tutt'oggi
mostra con orgoglio la camera da lei abitata ai turisti.
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Hichens incontrò in albergo il figlio dell'Arcivescovo
di Canterbury, E. F. Benson, un altro giovanissimo scrittore,
e Lord Douglas. I pasti si servivano ad un tavolo comune, sicchè
Hichens si trovò per caso seduto accanto a questi signori
ed entrò in relazione con loro. Hichens sapeva benissimo
chi fosse Lord Douglas, anche perchè all'epoca Oscar Wilde
era già famoso e le sue commedie riempivano i teatri.
Le parole di Hichens nel descrivere il suo commensale Lord Douglas
sono: "Alfred Douglas era un bellissimo giovane dai capelli
biondi e dall'espressione romantica, bizzarro, estroso, intelligentissimo,
divertente e infinitamente diverso da tutti gli uomini che avevo
fino allora conosciuto. Durante i pasti, la conversazione era
interessantissima, specie se parlavano Douglas e Benson. Sembrava
che i loro spiriti si ispirassero ed affinassero a viocenda."
E' facile immaginare quanto potesse essere gratificante una conversazione
brillante fra persone di lettere e di talento.
Tornati a Londra, Lord Douglas fece conoscere a Hichens l'amico
Oscar Wilde. Hichens incontrò il famoso scrittore tre volte:
la prima volta volta fu una visita privata e parlarono a lungo
da soli. Ecco l'analisi di Hichens: "Wilde sapeva essere
molto serio, anche in conversazione, benchè fosse, più
spesso, spiritoso, divertente e deliberatamente assurdo. Non era
soltanto un farceur. Era anche un pensatore: paradossale, certo,
ma a volte profondo. E questo molto tempo prima di essere travolto
dai noti, tragici avvenimenti." La seconda volta si trattò
di un ricevimento offerto da Hichens ad un gruppo di persone tra
cui Wilde, e la terza fu un altro incontro privato, sempre a casa
di Hichens, in cui i due parlarono di letteratura. Poi Wilde lasciò
Londra e Hichens non lo rivide più.
Prima della tragedia, e dunque quando i due protagonisti non erano
ancora entrati nella cronaca nera, Hichens pubblicò il
libretto, e ne ebbe due telegrammi di congratulazione dagli interessati
(quello di Wilde da Parigi). Lord Douglas lo invitò a cena,
seguita da molti altri incontri e frequentazione di teatri. Ancora
le parole di Hichens: "Lord Douglas era,per molti aspetti,
un essere eccezionale. Aveva molto talento, molte doti, ed era
compitissimo. Quando lo conobbi, era un uomo molto divertente,
socievole, e garbato. Quanto alle sue poesie, alcune sono, a mio
avviso, veramente belle."
E' dunque con sorpresa che che vediamo Lord Douglas con occhi
diversi. In tutte le cronache letterarie la caduta di Wilde è
ascritta al padre di Lord Douglas, il marchese di Queensbury,
che denunciò Wilde e gli intentò il processo, ma
rimane il fatto che Lord Douglas è sempre emerso come una
figura di secondo piano, un personaggio senza spina dorsale, capace
di passare da una posizione all'altra e soprattutto incapace di
opporsi a ciò che il padre stava facendo. Frasi come "il
famigerato Lord Douglas" non sono rare nelle cronache del
fatto. A noi che abbiamo letto e amato Oscar Wilde, Lord Douglas
era sempre risultato fortemente antipatico: ora il libro di Hichens
apre nuove prospettive e nuove interpretazioni, anche alla luce
di quanto sottilmente insinuato nel testo de Il Garofano
verde - da prendere con le dovute cautele, trattandosi
sempre di un "romanzo".
Lord Reginald Hastings ed Esmé Amarinth sono i due
nomi sotto i quali si nascondono i due protagonisti, Lord Douglas
e Oscar Wilde, ne Il Garofano verde. Il racconto
è davvero esile, si tratta in realtà della descrizione
della vita sociale (molto mondana) della Londra elegante di fine
secolo. Non mancano le battute spiritose, i paradossi, le audacie
di un gruppo sociale che stava passando dal tetro periodo vittoriano
alla liberalità del periodo edoardiano; il tutto narrato
sotto forma di motti di spirito e brillanti conversazioni. Molte
parti sono parafrasi dei discorsi pubblici di Oscar Wilde, e si
riconoscono senz'altro se non le sue battute, almeno quelle che
potrebbero passare per le sue battute. Un vago accenno di trama
può essere la storia che sta alla base di tutta questa
mondanità, cioè la richiesta di matrimonio che Lord
Reggie fa a Lady Locke, venendone respinto, nel finale del libro,
ma sappiamo che si tratta in realtà di un mero espediente
di Hichens per mettere in bocca al personaggio di Lady Locke quello
che deve essere stato il suo pensiero nei confronti di questi
esteti che credevano, col solo apporre all'occhiello un garofano
verde, di rivoluzionare il pensiero. "Non posso amare
un'eco, e voi siete un'eco" dice Lady Locke, che detesta
cordialmente il signor Amarinth. "L'espressione è
la mia vita" ribatte Lord Hastings. "Ebbene,
finchè non ve ne siete liberato, non chiedete mai a una
donna di sposarvi. Gli uomini come voi non comprendono le donne.
[...] Mi pare che il signor Amarinth abbia creato un culto. Lasciate
che lo chiami il culto del garofano verde. Immagino che lo si
possa definire moderno. A me sembra molto sciocco e piuttosto
malvagio. [...] Se poteste dimenticare ciò che chiamate
arte, se poteste vedere la vita con una visione rettilinea e scevra
di preconcetti, se poteste essere un uomo, invece di non essere
nulla né in cielo né in terra e di somigliare soltanto
ad un garofano dipinto, potrei forse dedicarmi a voi."
Un po' dure le parole di Lady Locke, che dichiara di essere normale
e di voler continuare ad esserlo, ma evidentemente né Oscar
Wilde né Lord Douglas se la presero, anche perchè
il tipo di personalità che rappresentavano doveva essere
ben al di sopra di qualunque critica. Il fatto che entrambi riconobbero
immediatamente chi fosse l'anonimo autore della prima edizione
de Il garofano verde può voler dire solo
una cosa: che Hichens abbia riportato nel testo frasi o motti
di spirito - opinioni, modi di dire, qualunque cosa - che essi
stessi avevano pronunciato in sua sola presenza, e dato che lo
stesso Hichens nella prefazione all'edizione del 1948 racconta
come fu che cononobbe i due, e le sue conseguenti frequentazioni,
si conferma questa ipotesi.
I FILM
Attorno ai primi anni Sessanta si scatenò in Inghilterra
una strana gara a chi realizzasse il primo film sul processo (in
realtà ben tre processi) che distrusse la carriera di Oscar
Wilde. Il primo film fu Ancora una domanda, Oscar Wilde!
di Gregory Ratoff, con Robert Morley nei panni dello scrittore.
Il film, in b/n, non ebbe alcuna fortuna. In seguito uscì
Il garofano verde (tit. or. The trials of Oscar
Wilde) di Ken Hughes con Peter Finch, Yvonne Mitchell, James
Mason, e John Fraser. Qui si poneva l'accento più sul piano
letterario e senz'altro la presenza di Finch migliorava il prodotto.
Tuttavia bisogna attendere 1997 per avere un buon film, che esprime
senza reticenze il tema dell'omosessualità, ma che pone
l'accento su ciò che veramente fu la storia di Oscar Wilde:
un genio il cui destino di reietto fu determinato da una Londra
ancora puritana che se ne liberò per non farsi turbare:
Wilde, di Brian Gilbert con Stephen Fry e Jude Law (se
mai vi sono due attori con la faccia adatta, sono proprio questi),
e Vanessa Redgrave.
©Elena
Malaguti, marzo 2007 |
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