FILIPPO TOMMASO MARINETTI
e il Futurismo
Nasce
ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876 da Enrico, noto
avvocato benestante, e Amalia Grolli. Viene battezzato Filippo
Achille Emilio, ma la madre lo chiama Tommaso, ed è Filippo
Tommaso il nome che sceglie per se stesso. Ha un fratello maggiore,
Leone (1874-1895), morto prematuramente. Compie studi classici
presso i gesuiti che completa a Parigi (il francese sarà
per anni la lingua a lui più congeniale); per contentare
il padre si laurea nel 1899 in giurisprudenza all'Università
di Genova. Ad inizio secolo si stabilisce a Milano (con frequenti
periodi parigini) dove si lega di duratura amicizia con Umberto
Notari. Entrambi detestano ciò che chiamano "passatismo";
l'idea di Marinetti si concentra nei concetti di velocità,
movimento, dinamismo, e infine trovano la parola "futurismo"
che segnerà il periodo intellettuale di tutta una generazione.
Dal febbraio 1905 all'ottobre 1909 dirige la rivista letteraria
Poesia, di cui è non solo l'ispiratore
ideologico, ma anche tutto il resto (editore, finanziatore,
etc.). Poesia è una rivista raffinata,
che diffonde in Italia il simbolismo francese e raccoglie prestigiose
firme, tra le quali quelle di Pascoli e D'Annunzio, Guido Da
Verona, Guido Gozzano, Umberto Notari, Sem Benelli, i più
noti poeti francesi del momento tra i quali Henri de Régnier,
con i quali la rivista costituisce il trait d'union. Impaginata
ancora con gusto liberty, la cover è di Alberto Martini,
gli interni di Enrico Sacchetti, Ugo Valeri e Romolo Romani.
Il Manifesto del Futurismo appare sul primo numero del 1909.
La notorietà gli arride subito, sin dal 1908 gli viene
dedicato un volume critico, Il poeta Filippo Tommaso Marinetti,
a cura di Tullio Panteo, edito dalla Società Editrice
Milanese (cover di Dudovich); la rivista Attualità
gli dedica la copertina nel 1911. Dà origine alle Edizioni
Futuriste a partire dal 1910, che ancora accolgono le opere
dei simbolisti e degli ultimi epigoni della scapigliatura, ma
dal 1912 accoglie solamente i "versoliberisti". Il
verso libero è il fulcro della poesia futurista, che
aborre tutto ciò che è regolato e quindi vecchio.
Chi si adegua per primo è Aldo Palazzeschi (L'incendiario,
1910; Il codice di Perelà, 1911), al quale seguono
Luciano Folgore (pseud. di Omero Vecchi, con Il canto dei
motori, 1912), preceduti dallo stesso Marinetti con Mafarka
il futurista (1910) nelle Edizioni Futuriste di Poesia
(ristampato poi da Sonzogno nel 1920). Il romanzo subisce un
processo per oltraggio al pudore a causa di una scena erotica;
Marinetti viene difeso, tra gli altri, da Cesare Sarfatti, portando
testimone a favore Luigi Capuana, all'epoca simpatizzante del
futurismo. Condannato e poi "perdonato", Marinetti
ne approfitta per sfruttare l'eco suscitata dalla vicenda. Nel
frattempo Umberto Notari fonda l'Associazione Italiana d'Avanguardia,
e insieme con Marinetti organizzano le "serate futuriste",
happening culturali in cui l'arte si mescola alla politica con
intenzioni provocatorie, durante le quali si estrinsecano anche
manifestazioni anti-austriache di patriottismo irredentista.
Le serate si svolgono in teatri presi in affitto all'uopo dove
vengono eseguite musiche, letture e declamazioni, e il pubblico
viene sollecitato ad interagire, di solito violentemente. Una
di queste serate, dal titolo "Funerali del filosofo passatista",
è dedicata allo sberleffo nei confronti di Benedetto
Croce, che a tutto il movimento futurista non ha mai perdonato
niente. Di queste innumerevoli "serate futuriste"
le cronache del tempo parlano abbondantemente, anche perchè
spesso e volentieri finiscono con dei parapiglia.
Nel 1911 Marinetti raccoglie saggi, manifesti, discorsi, etc.
in Le futurisme, dapprima stampato a Parigi e
successivamente tradotto, che diviene la bibbia marinettiana.
Dopo il manifesto dei poeti, è la volta del Manifesto
dei Pittori Futuristi, che accoglie Umberto Boccioni, Giacomo
Balla, Gino Severini, Luigi Russolo, Carlo Carrà. In
pittura la tecnica divisionista e la dinamica del quadro sono
analoghe al verso libero in poesia. Nel febbraio 1912 si svolge
la prima mostra di pittori futuristi a Parigi, ripetuta a Roma
nel febbraio 1913, dove si aggiunge Ardengo Soffici.
Le Edizioni Futuriste di Poesia si specializzano nella pubblicazione
di testi "paroliberi", che le normali tipografie rifiutano
per la difficoltà di composizione (all'epoca manuale
e legata ai "piombini"), oggi assai quotate sul mercato
anitquario del libro. Nel 1915 esce Rarefazioni e parole
in libertà di Corrado Govoni, vero esperimento lessicale;
tali sperimentazioni verranno poi diffuse tramite le riviste
Lacerba e L'Italia Futurista.
Già
nel 1910 aveva trovato chi potesse proporre il Manifesto dei
Musicisti Futuristi (tal Francesco Balilla Pratella) in opposizione
ai compositori dell'epoca (segnatamente Puccini) e illusi dalle
ricerche di Debussy o di Sibelius, al quale aderisce anche Russolo
(che proseguirà in seguito da solo su questa strada,
abbandonando Marinetti); tuttavia l'irregolarità ritmica,
in analogia al verso libero in poesia, avrà poco successo.
Il "rumorismo", tanto innovativo nella lettura della
poesia futurista, non è adatto alla musica, e il primo
grande concerto di "intronarumori" (aprile 1914) si
conclude con una solenne baruffa tra esecutori e pubblico. Nel
1915 Stravinskij è a Milano e partecipa ad una serata
"rumorista" in casa di Marinetti, dove il "rumorismo"
ottiene un gran successo, ma ben presto l'eco si spegne.
Nel 1911 appare la prima teoria sul teatro con il Manifesto
dei Drammaturghi Futuristi, dove si auspica il disprezzo del
pubblico e la volontà di essere fischiati (non dissimilmente
a quanto accade durante le "serate futuriste"), che
si concretizza come rottura con il teatro tradizionale nel 1915
all'uscita del volume Il teatro futurista sintetico,
edito dall'Istituto Editoriale Italiano di Notari.
L'ultima arte conquistata dal futurismo è l'architettura.
Il Manifesto dell'Architettura Futurista appare su Lacerba
nel 1914 e propugna naturalmente il nuovo, il il cemento e il
ferro, e propone la ricostruzione totale dell'ambiente in accordo
alle innovazione del mondo industriale, dove la "casa futurista"
appare come una gigantesca macchina.
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Amalia
Grolli
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Filippo
Tommaso
Marinetti
nel 1896
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Attualità
25 /06/1911
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Marinetti,
Zang Tumb Tumb,
Edizioni Futuriste di Poesia, 1912
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Da
sin.: Carrà, Marinetti, Boccioni, Severini
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Carrà,
Guerrapittura,
Edizioni Futuriste di Poesia, 1915
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Marinetti,
Les mots en liberté futuristes,
Edizioni Futuriste di Poesia, 1919
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Nel
1911 Marinetti lascia la casa di via Senato 2 per quella di Corso
Venezia 61, la "casa rossa" che diviene il centro dell'attività
marinettiana, nonché sede delle Edizioni Futuriste di Poesia.
Firma il manifesto Guerra sola igiene del mondo
con il quale appoggia il governo italiano per la guerra di Libia;
Marinetti resterà sempre un nazionalista.
Allo
scoppio della Grande Guerra un folto gruppo di futuristi si arruola
volontario; tra il 1916 e il 1917 cadranno Antonio Sant'Elia,
Carlo Erba, e Boccioni; Russolo e Marinetti saranno feriti. Carrà
ritorna assai scosso, e sin dal 1919 si discosta dal futurismo
per avvicinarsi alla metafisica, con il gruppo di Soffici, De
Chirico e De Pisis. Il
nazionalismo rivoluzionario marinettiano dà origine alla
prima fase del fascismo con gli arditi (i primi fasci sono futuristi,
e anticipano quelli mussoliniani di combattimento). Nel
1919 Marinetti si presenta nelle lista fascista di Milano insieme
con Mussolini; a causa di incidenti con i socialisti i due vengono
incarcerati a San Vittore; ma già nell'anno seguente Marinetti
si discosta da Mussolini ribadendo le propie tendenze anticlericali,
antimonarchiche e in definitiva anarchiche. Il movimento futurista
viene epurato da ogni intenzione politica e si conferma come movimento
esclusivamente artistico, ma compaiono le prime crepe e molti
artisti si dissociano (in pittura come in letteratura). Marinetti
nel 1921 inventa il "tattilismo", forma di arte-vita
che consiste nel trasmettere l'idea tramite l'epidermide.
Marinetti conosce nel 1919 Benedetta
Cappa (14/8/1897-1977), scrittrice e pittrice allieva di Giacomo
Balla; insieme ai
quattro fratelli frequenta l'ambiente futurista. Umberto
Notari è testimone alle nozze di
avvenute nel 1923 a Monza. Nel
1925 Marinetti si trasferisce con la moglie a Roma, in Piazza
Adriana 11, di fronte a Castel S. Angelo. Sarà
la nuova sede delle edizioni di Poesia. La
coppia avrà tre figlie: Vittoria (1927), Ala (1928), Luce
(1932); a
Roma frequentano la casa d'arte di Anton
Giulio Bragaglia, simpatizzante verso i futuristi, eclettico artista
e animatore della vita artistico-mondana della capitale.
Marinetti tuttavia si riavvicina all'ideologia fascista con il
manifesto L'impero italiano (1923) che dedica al
futuro Duce; sempre nel 1923 esce una sorta di manifesto del governo
fascista, I diritti artistici propugnati dai futuristi italiani:
si tratta di un vero statuto dove Marinetti cerca da parte del
nuovo regime il riconoscimento ufficiale del movimento artistico
futurista e di tutte le avanguardie. Il 23 novembre 1924 a Milano
vengono tributate a Marinetti "solenni onoranze nazionali"
per le vie di Milano, dove a conclusione viene persino sollevato
a braccia; nel pomeriggio ha luogo il primo congresso nazionale
del movimento futurista: Marinetti vuole presentarsi come capo
(indiscusso) di un grande movimento artistico e non politico.
L'avvenimento è ripreso nelle numerose cronache del tempo
(sia giornali sia i soliti volantini) sia nella lucida analisi
di Piero Gobetti - che nell'articolo "Marinetti il precursore"
intuisce come Marinetti abbia rinunciato alla politica al solo
fine di evitare lo sfascio del movimento - e di Benedetto Croce
("Il futurismo e il fascismo giudicati da B. Croce")
che ben spiega come l'origine ideale del fascismo si ritrovi nel
futurismo. Nel
1929 Marinetti viene nominato Accademico d'Italia.
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LE
RIVISTE FUTURISTE
Nel
gennaio
1913 un gruppo di dissidenti de La Voce tra i quali
Giovanni Papini e Ardengo Soffici fondano a Firenze la rivista
Lacerba, che pubblica regolarmente sino al maggio del
1915, data dell'entrata in guerra. La rivista è la tribuna
dell'avanguardia, la teoria è quella che all'artista è
consentita l'anarchia intellettuale totale, ospitando le firme
di una quantità di intellettuali, tra i quali il gruppo
di Marinetti, tanto che alla fine diviene l'organo del pensiero
futurista, salvo prenderne poi le distanze contrapponendo il futurismo
al "marinettismo".
L'Italia futurista (pubblicata a Firenze dal giugno
1916 al febbraio 1918) è una rivista di avanguardia sorta
per l'idea di non dover deporre penne e pennelli a causa della
guerra; gli artefici principali della testata sono i fratelli
Bruno e Arnaldo Ginanni-Corradini (pseud. Bruno Corra e Arnaldo
Ginna), eredi di una cospicua famiglia nobiliare ravennate. La
rivista diviene il punto di riferimento per tutta una generazione
di giovani assetati di novità e accoglie gli esperimenti
di chiunque.
Roma futurista (pubblicata a Roma dal settembre
1918 al gennaio 1920) eredita la funzione di coesione del movimento
futurista ma dà anche voce alle varie correnti politiche
del dopoguerra.
Le futurisme, rivista illustrata, esce irregolarmente
a Milano tra il 1922 e il 1924.
Noi, rivista d'arte futurista (dal 1923 al 1925)
esce a Roma diretta da Enrico Prampolini (dal 1917 al 1920 la
rivista era di matrice dadaista).
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Benedetta
Cappa nel 1922
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Filippo
Tommaso Marinetti e la moglie Benedetta
con le tre figlie - da sin: Ala, Vittoria, Luce
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Marinetti
nel 1932
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Benedetta,
Le forze umane
Campitelli, 1924
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L'aviazione (o meglio, il volo) diventa presto il grande mito
della pittura futurista (manifesto dell'aeropittura) che coincide
con la fase "meccanica" del secondo futurismo; vi
sono influssi del cubismo e tutto sommato parecchia confusione,
nonostante gli scritti marinettiani in proposito (Giacomo Balla
continuerà infatti per la propria strada). In qualche
modo il futurismo sfuma gli eccessi che lo hanno caratterizzato
nei due decenni precedenti, e vengono sposate le tematiche ispirate
dalla politica del regime. Marinetti parte volontario in Africa
per la campagna d'Etiopia.
Al
rientro si occupa di cucina, dato che è anche membro
del comitato di degustazione de La Cucina Italiana dell'amico
Notari, e annuncia che i futuristi intendono rinnovare drasticamente
il sistema alimentare attraverso una nuova linea gastronomica
che "avrà per uno dei suoi principi l'abolizione
della pastasciutta, vivanda passatista perché appesantisce,
abbrutisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende
scettici, lenti e pessimisti". Pubblica
il volume La cucina futurista (Sonzogno, 1932)
che propone una cucina-divertissement, con "pranzi futuristi"
che ricordano le bizzarrie delle "serate futuriste".
Negli anni a seguire un certo influsso lo esercita Benedetta,
che ripristina un modello femminile legato a canoni tradizionali,
che non rivaleggi con il mondo maschile, fonte di ideali. All'avvicinarsi
della Seconda Guerra Mondiale, Marinetti è ormai lontano
dalle avanguardie, poichè irrimediabilmente vicino al
regime, ponendo il patriottismo al primo posto. Nel luglio 1942
(a 66 anni!) raggiunge le truppe italiane sul fronte russo e
rientra in patria in cattive condizioni di salute, che lo impensierisce
nonmeno delle condizioni finanziarie. Ha consumato l'ingente
patrimonio per sostenere il futurismo e dopo la guerra i titoli
sono diventati carta straccia; ha solo lo stipendio di accademico
e una sovvenzione statale. Gli ultimi scritti rivelano un ripensamento
vòlto al recupero dei sentimenti. Nel
1944 insieme con la famiglia ri reca prima
a Venezia, poi sul lago di Como, infine nell'autunno è
a Bellagio, dove lo coglie un attacco cardiaco il 2 dicembre.
Il futurismo era già morto.
TITOLI
Gabriele D'Annunzio intime (1907, cover di Enrico Sacchetti)
Le Roi Bombance (1910, cover di Enrico Sacchetti)
Mafarka il futurista (1910)
Il delizioso pericolo (1920)
L'alcova di acciaio. Romanzo vissuto (1921)
Gli amori futuristi (1922)
Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore,
rumori, odori (1922)
Gli indomabili (1922)
Prigionieri e vulcani (testo teatrale, 1927)
Scatole d'amore in conserva (1927)
Novelle con le labbra tinte (1930)
Marinetti e il futurismo (raccolta di scritti vari, 1929)
Futurismo e Novecentismo (1930)
Spagna veloce e toro futurista (1931, cover di Prampolini)
Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche
(Edizioni futuriste di Poesia, 1932; è il celebre
libro realizzato in latta impressa in litografia
con lo stesso procedimento usato per impressionare le scatole
di biscotti, con rilegatura
tubolare dentro la quale scorrono i perni che sorreggono
le pagine. A ds. la cover) |
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N.B. Nel panorama sterminato della produzione poetica, letteraria
e pittorica di
quattro decenni di futurismo abbiamo volutamente citato
pochi dei nomi più noti
del movimento, così come abbiamo riportato pochissimi
titoli dell'ampia
produzione sia critica sia letteraria dello stesso Marinetti:
non è questa
la sede per un'indagine sul movimento culturale più
importante della prima
metà del Novecento, per cui si rimanda alle centinaia
di volumi critici facilmente
reperibili; questa pagina ha motivo di essere solo in quanto
l'influenza di
Marinetti (la cui biografia è stata volutamente ridotta
all'essenziale) si è
estesa anche ad alcuni degli Autori indagati da questo sito,
in particolare
Notari e Bontempelli.
©
www.letteraturadimenticata.it
- gennaio 2009
© Le fotografie
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Benedetta,
"Aereopittura di un incontro
con l'isola", 1939
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
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LE
DONNE
Se inizialmente le donne sono ignorate in quanto latrici per antonomasia
della cultura "passatista" degli affetti e dell'erotismo,
presto vengono accolte, non ad esse negando la possibilità
di riscatto intellettuale; collaborano dunque a Poesia
Aurel, Rachilde, Térésah, Vittoria Aganoor, Ada
Negri, Neera, Elda Gianelli, Amalia Guglielminetti. Dopo la Prima
Guerra Mondiale delle donne ci si occupa molto e sono prese in
consederazione tematiche quali l'emancipazione, il voto, l'eguaglianza
giuridica, l'abolizione graduale del matrimonio che porti infine
alla ridicolizzazione della gelosia fino all'amore libero (ma
a questo punto le Autrici citate saranno ben lontane dal collettivo
poetico futurista raccolto intorno alla rivista L'Italia futurista).
Marinetti si rende conto che gli occorre il modello della moderna
femminilità che lo porta a cercare qualcuna disposta a
pronunciare una sorta di Manifesto della Donna Futurista. La trova
nel 1912 nella francese Valentine de Saint-Point, già famosa
in patria per sue bizzarrie, che nel 1913 acconsente a proporre
anche un Manifesto Futurista della Lussuria.
LETTERATURA LIBERTINA
La letteratura futurista si occupa anche di erotismo, a partire
dal Manuale del perfetto seduttore di Marinetti che prelude
alla letteratura libertineggiante degli Anni Venti e Trenta (Notari,
Da Verona, Zuccoli, lo stesso Corra) che avrà il suo massimo
rappresentante in Pitigrilli, il quale tuttavia rifiuterà
recisamente di far parte del movimento futurista. Diversi testi
e/o pamphlet sono in forma epistolare, fino ad arrivare a quel
divertissement dei Dieci che produrranno nel 1928
Il
novissimo segretario galante: 400 lettere d'amore per ogni evenienza
etc. che raccoglie, oltre a quella
dello stesso Marinetti, le firme di Antonio Beltramelli, Massimo
Bontempelli e Luciano Zuccoli.
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