Evelyn Lilian Hazeldine Carrington nacque a Bocking, nella contea
dell'Essex (England) il 22 aprile 1852 dal pastore anglicano
Dean Henry Carrington, seguace dell'Oxford Movement (con il
risultato che una delle figlie si convertì poi al cattolicesimo),
insegnante e traduttore di poesia francese. Il nonno, Codrington
Edmund Carrington, era stato il primo giudice di Ceylon
durante le guerre napoleoniche; al suo ritorno acquistò
una grande proprietà e divenne conservatore. La nonna
era l'aristocratica Paolina Belli, da Carrington incontrata
in India: era bellissima e il suo ritratto, eseguito da Sir
Thomas Lawrence (1769-1830) nel 1806, è conservato al
Victoria and Albert Museum. La madre di Evelyn era una romanziera
di scarso talento, Juanita Lyall.
Paolina
Belli
A
Londra Evelyn conobbe patrioti italiani esuli fra cui Sigismondo
Castromediano e Giuseppe Garibaldi, che vi fu nel 1864. Durante
un viaggio in Italia compiuto giovanissima assieme alla madre
stabilì rapporti amichevoli con la famiglia di Goffredo
Mameli, e ciò le consentì di conoscere molti italiani
di spicco, da Benedetto Cairoli a Camillo Cavour. Il Risorgimento
italiano l'attraeva - dal punto di vista intellettuale più
che dall'aspetto bellico, in ciò più vicina ad
una Jessie White Mario piuttosto che a una Cristina di Belgioioso
- e nei suoi scritti ribadì che l'aristocrazia aveva
contribuito alla liberazione nazionale. I suoi ritratti di importanti
figure storiche - una sorta di "visti da vicino" -
sono tuttora citati come fonte, dato che essa scrive basandosi
sulla sua personale conoscenza dei personaggi.
Evelyn
Carrington era all'epoca una corrispondente regolare dei giornali
inglesi sul soggetto italiano. Nel 1879 pubblicò a Napoli
un volume sulla famiglia Cairoli, nel 1890 pubblicò in
inglese e in italiano I patrioti italiani, e la
sua biografia di Cavour (1898) è stata in uso per le
scuole inglesi fino agli anni settanta del Novecento.
In
Italia si innamorò della storia e delle tradizioni popolari
pubblicando saggi su canti popolari siciliani (1877), veneti
(1880), greco-calabresi (1881). Nel 1886 uscì il primo
volume di studi folkloristici dal titolo: Essays in the
Study of Folk-Songs pubblicati a Londra lo stesso anno,
cui seguirono altre ricerche del genere.
Evelina
Martinengo Cesaresco
Evelyn
Carrington era una viaggiatrice instancabile, come lo sono solo
le inglesi, e viaggiò in Grecia, in Egitto, in Terrasanta,
a Costantinopoli, in Spagna, nel Montenegro, in Norvegia (fino
a capo Nord); e si occupò di ricerche inerenti all'Oriente
e all'India in particolare, partecipando a congressi orientalisti
a Roma, a Parigi, ad Amburgo. Sarà forse in questi congressi
che ebbe modo di conoscere il De Gubernatis, che la elencò
con molte lodi nel suo Dictionnaire Internationale des Ecrivains
du Jour; del resto lui era direttore della Società
Nazionale per le tradizioni popolari italiane, e lei ne era
socia e consigliere per la provincia di Brescia. (1)
In casa Mameli conobbe il conte Eugenio Martinengo Cesaresco,
che nel 1882 sposò a Genova; da allora in poi la coppia
visse per lo più a Barbarano di Salò. Evelyn italianizzò
il suo nome in Evelina Martinengo Cesaresco, con il quale firmò
da quel momento tutti i suoi scritti.
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Il
palazzo Martinengo Cesaresco
a Barbarano (Salò)
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Il
muro di cinta sul
retro del palazzo
(che si allunga
sull'acqua del lago): la strada Gardesana è attraversata
da una passerella che mena ai boschi superiori,
che fanno sempre parte della proprietà: ciò
è dovuto
appunto alla costruzione della strada in tempi moderni,
che separa il palazzo sul lago dai boschi retrostanti.
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Il
palazzo Martinengo Cesaresco di Barbarano fu costruito nel 1558
dal marchese Sforza Pallavicino, capitano della Repubblica di
Venezia. Il palazzo, prospiciente il golfo di Salò, era
una costruzione semplice e tozza perché doveva essere
funzionale. Nel 1650 circa il palazzo fu ceduto al conte Martinengo
Cesaresco, che aggiunse dei corpi al primo impianto e lo abbellì
anche all'interno. All'occupazione dei Francesi di Bonaparte
vi furono degli scontri con gli Austriaci e il palazzo subì
inevitabilmente il saccheggio. L'ultimo dei conti Martinengo
Cesaresco, Giuseppe Camillo, si distinse durante i moti del
1848 e morì nel 1884 senza figli. Aveva già adottato,
dunque, il giovane Eugenio Cocchetti di Rovato, figlio di sua
sorella. Eugenio sposò Evelyn Carrington ma non ebbero
figli nemmeno loro, e il palazzo, insieme con quello di Brescia
e le altre proprietà, passò al figlio della sorella,
il nobile Giuliano Lana de Terzi.
Nel
giardino di questo palazzo, ampio e architettato secondo la
moda secentesca, vi è una grande fontana: in una esedra
sorge un animale fantastico cavalcato da una divinità,
dal cui becco zampilla l'acqua che cade in una conchiglia sottostante
e da questa nella vasca sagomata, racchiusa da una balaustra,
al centro della quale sorge la statua di Diana. E' sicuramente
questa la fontana delle fate che dà il
titolo ai racconti di Evelina Martinengo Cesaresco, che di questo
palazzo di Barbarano fece la sua residenza favorita.
Evelyn
Carrington si occupò anche di argomenti insoliti per
l'epoca, come quello ricordato in una memoria letta alla Sorbona
sul concetto delle bestie presso gli Ebrei, argomento
che riprenderà nel saggio "Il posto degli animali
nel pensiero umano": dall'Associazione lombarda per la
protezione degli animali ebbe la medaglia d'oro. Nel 1913, a
riconoscimento della sua italianità, ebbe la medaglia
d'oro dei benemeriti della Pubblica Istruzione. Ebbe anche numerosi
riconoscimenti dei meriti culturali in Inghilterra fra cui l'assegnazione
dall'Accademia Britannica della medaglia d'oro per eminenti
servigi resi alla letteratura e alla storia italiana.
L'amore
per l'Italia e le disposizioni del marito spinsero Evelina Martinengo
Cesaresco a donare una parte della sua eredità alla popolazione
di Rovato, permettendo la creazione di un'area per il mercato
del bestiame che è appunto il Foro Boario. In totale
donò oltre novemila mq di area, per ampliare l'area mercatale
di cui già il marito aveva fatto dono. (2)
Evelina
Martinengo Cesaresco morì a Barbarano di Salò
il 3 giugno 1931. Poco dopo, sempre nel 1931, tutti i suoi libri,
fra i quali molti rari, specie sul Risorgimento italiano, furono
donati alla Biblioteca Queriniana di Brescia.
(1) Sulla Rivista delle tradizioni popolari
italiane (1893)
(2) Come risulta dalla delibera del Consiglio Comunale (11 gennaio
1925).
N.B.
Il testo è stato parzialmente riprodotto da:
David Hopkin, "The Padrona of Folksongs: Biography of Evelyn
Carrington, Countess Martinengo-Cesaresco", in Bérose
- Encyclopédie internationale des histoires de l'anthropologie,
Paris (2018);
Enciclopedia Bresciana, La Voce del Popolo, 1991, volume VIII,
pp. 312-313;
www.enciclopediabresciana.it
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