Suzanne
Josèphe Gabrielle Martinon nasce l'11 gennaio 1892 a Brest
in rue de la Rampe n°37, da Philippe e Georgette Jeanne Schaub.
I genitori si sono sposati nel 1886 a Parigi, lei "parisienne
de Paris" come la definisce il marito che si considera "parisien
de province", per quanto il cognome di Georgette indichi l'origine
alsaziana di probabili Optants di religione protestante.
Entrambe
le famiglie degli sposi sono colte e benestanti. Il nonno materno,
Emile Schaub è architetto. La famiglia paterna è evidentemente
di larghe vedute: la nonna Françoise, "propriétaire",
nel 1859 - a soli 21 anni - ha dato alla luce un figlio illegittimo
ma lo ha riconosciuto legalmente con atto notarile. Gli ha fatto fare
eccellenti studi classici che lo indirizzano a una carriera nell'insegnamento,
ma non solo: il giovane Philippe si appassiona alla letteratura classica
e diviene un erudito studioso degli scrittori latini e greci, saggista
e traduttore delle loro opere.
"Philippe
Martinon, bachelier-ès-lettres, "commence à enseigner
comme suppléant de philosophie au collège d'Annecy.
En décembre 1882, licencié-ès-lettres, il est
professeur de philosophie au collège d'Etampes, puis d'Alençon,
d'Autun... Agrégé de grammaire en 1891, il est nommé
professeur de lettres au lycée de Brest en 93 et professeur
de 3e au lycée d'Alger Mustapha en octobre 1896 où
il restera jusqu'à sa retraite." (Mlle J. Cassagnau,
conservatrice alla Bibliothèque Universitaire di Toulouse.
Dal sito CEM Università di Caen).
Nel 1896
la famiglia Martinon accresciutasi con la nascita di due fratelli
Jean (Brest,1894) e Daniel (Brest, 1895) si trasferisce ad Algeri.
(La famiglia Martinon riparte per la Francia il 13 luglio 1912 col
piroscafo "Ville D'Alger").
Suzanne compie tutti i suoi studi superiori al liceo di Algeri e vi
conduce la vita spensierata e felice di una ragazza di buona famiglia,
figlia di una figura di rilievo della buona società algerina,
ma priva che si sappia di romanzetti sentimentali.
Come il padre, Suzanne eccelle negli studi classici, diventando la
prima laureata in greco e latino di Algeri. I Martinon vi rimangono
fino al pensionamento del padre, il 1 gennaio 1913. In Francia il
padre ha ottenuto un dottorato alla Sorbona e tiene al Collegio di
Francia un corso di poetica libera fino alla sua morte, avvenuta nel
1917, continuando a pubblicare saggi, aiutato dalla figlia che alla
sua morte continuerà il lavoro di curatrice delle sue opere.
(Afrique du Nord illustrée, 1926, p.10).
Alla
scomparsa del padre Suzanne è costretta a impiegarsi e trova
lavoro come segretaria (dattilografa) alle poste francesi. Vi resterà
per parecchi anni (nel 1931 dichiara che non ha intenzione di lasciare
il suo posto nonostante il successo letterario, intervista: Echo
d'Alger, 9 maggio 1931) per poter aver diritto a una pensione
che ottiene, su domanda, nel 1960. Nel 1934 contribuisce alla raccolta
Anthologie des Poètes des P.T.T. pubblicato dall'Association
Amicale des P.T.T.
L'esordio
letterario è del 1920, con una una raccolta di poesie, Le
Salut de l'aurore, edita da Garnier Frères, ed è
l'inizio di una carriera che sarà costellata di premi dell'Académie
Française:
1923
Prix Archon-Despérouses per Le salut de l'aurore
1926 Prix Montyon per Nous deux
1928 Prix Montyon per L'Orgueilleuse
1932 Prix d'Académie per l'insieme della sua opera
1938 Prix d'Académie per Eux et nous
ai quali si deve aggiungere nel 1931 la Bourse Nationale de Voyage
di 9000FF per Laide (la
giuria è composta da nomi come Maurice Donnay, Marcel Prevost
e Alcanter de Brahm).
Dopo alcuni anni di silenzio nel 1926 escono tre romanzi: Le
coeur mal défendu, L'orgueilleuse, Nous
deux. La critica è sempre positiva ("è
nata una nuova stella" dice Robert de Flers su Le Figaro,
15 luglio 1926, annunciando la pubblicazione a puntate sul prestigioso
quotidiano di Nous deux). Il romanzo apparve anche sulla
rivista Minerva (1932/1933). La cita con lusinghiere parole
anche Eugenio Montale ("Una scrittrice che sarebbe errore considerare
tra le esordienti è Suzanne Martinon". Montale, Opere
complete, 1996 pp 355, 384). Abbastanza entusiasta anche la critica
(mitigata da una tecnicalità religiosa) dell'Abbé Bethleem
"Suzanne Martinon a publié depuis 1920 sept ou huit romans
où la rare pénétration est à coup sûr
plus instinctive que raisonnée mais où quelques caractères
sont dessinés avec une precision qui ne manque ni de force
ni de simplicité. Mailheuresement elle n'est point catholique
et nous devons formuler des graves reserves sur son oeuvre."
(Bethleem, Romans à lire Romans à proscrire,
edizione 1932).
La stampa
algerina (Echo D'Alger, L'Afrique du Nord illustrée),
che la considera algerina al punto che alcuni la dicono nata ad Algeri,
la segue particolarmente, riportandone ogni successo. Nel 1931 Suzanne
Martinon entra a far parte come socia della neonata Accademia di Letteratura
Femminile fondata e presieduta da Marie de Wailly.
I personaggi dell'Autrice sono prevalentemente femminili, specie donne
rimaste sole (vedove o nubili) dopo la Grande Guerra, una situazione
che ella conosceva bene avendo perso il fratello Daniel sul campo
di battaglia nel 1916. Come dichiara a Le Moniteur Viennois,
lascia ai suoi personaggi il compito di guidare la narrazione, alla
maniera autobiografica di Gide and Mauriac: "Je ne puis m'empêcher
de prendre d'intérèt chalereux sinon d'amour, pour le
personnages que mon esprit crée dès l'abord et qu'il
ne fait plus que suivre ensuite..."
Il suo ultimo romanzo, Partie perdue?, fu pubblicato
nel 1946 da Denoel.
Non si sposa. Continua a vivere sola nella sua casa del XV arrondissement,
a Parigi, dove muore il 29 aprile 1975.
©
Testo
e ricerca di Anna Levi, novembre 2015.