ALBERTO NEPPI (1890 - 1965)
Nasce a Ferrara il 24/05/1890, uno dei sei figli di Graziadio Neppi,
ingegnere e libero docente universitario. Poiché la famiglia possiede
una farmacia, occorre che uno dei figli compia gli studi relativi:
per questo, terminato il liceo, Alberto si iscrive all'Università
a Bologna e si laurea in Chimica, compie poi una specializzazione
nella famosa Scuola di Farmacia ferrarese. Nel frattempo però partecipa
ai movimenti culturali degli anni dieci, pubblica dal 1913 al 1915
saggi su riviste di cultura, tra cui "Pagine d'arte" (Milano-Roma),
e "Myricae" (Ferrara). La farmacia della famiglia viene venduta poco
dopo la sua laurea. Durante la prima guerra mondiale Alberto è ufficiale
farmacista addetto agli ospedaletti da campo in prima linea. Terminato
il conflitto, Alberto assume a tempo pieno la direzione della Casa
Editrice Taddei che Graziadio Neppi aveva acquistato nel 1912,
per consentire ai figli Alberto e Giulio (1878-1961) di svolgere un'attività
a loro congeniale. La Casa Editrice è poco più di una tipografia e
si è limitata fin lì ad editare testi locali: i due fratelli Neppi
danno nuovo impulso alla Casa, ospitando nuovi autori di tutte le
tendenze, anche debuttanti. Vedono così la luce opere di letterati
quali Corrado Govoni, Diego Valeri, Filippo De Pisis. Lo stesso Alberto
Neppi pubblica volumi da lui scritti.
Dal
1915 al 1923 vengono pubblicati oltre 120 volumi, in maggioranza opere
di narrativa e di poesia, critica letteraria, arte e storia. Nel 1920
la Casa inizia a stampare testi di letteratura infantile e testi per
le scuole. Anche a seguito della riforma Gentile, tuttavia, la Casa
ebbe serie difficoltà economiche, essendosi impegnata nella pubblicazione
di testi non più adeguati ai nuovi programmi di insegnamento, e dovette
chiudere i battenti tra il 1922 e il 1923. Alberto Neppi si trasferisce
a Roma, dove persegue la più duratura delle sue vocazioni: quella
di critico e storico dell'arte; collabora ai quotidiani Il Lavoro
d'Italia e L'Osservatore Romano, nonché a numerosi periodici
(Dedalo, Illustrazione Italiana, Arti figurative, Studium, Fiera
Letteraria, etc.). Pubblica saggi e monografie, dedicate in particolare
alla pittura ferrarese del Rinascimento.
Nel
1920 Alberto Neppi sposa Ines Fanello; la famiglia risiede a Ferrara,
dove nel 1921 nasce il figlio Giorgio, ma nel 1923 la famiglia si
trasferisce definitivamente a Roma, dove nasce il secondo figlio,
Lionello.
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Alberto
Neppi,
Aquila bianca, 1920
Casa Ed. Taddei, Ferrara
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Alberto
Neppi,
Riflessi di broccato
Casa Ed. Taddei, Ferrara
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Alberto
Neppi,
Sandrino il ritoccatore,
Casa Ed. Taddei, Ferrara
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Alberto
Neppi,
Mantegna,
ed. Formiggini, Roma, 1934
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Alberto
Neppi,
Cosmé Tura,
ed. Gastaldi, Milano, 1953
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INES
NEPPI FANELLO (1893 - 1985)
Ines Teresa Fanello nasce a Pisa per caso: il padre è sottufficiale
del Piemonte Reale, e dunque soggetto a continui trasferimenti; anche
i fratelli nascono quindi in città diverse, l'uno dopo l'altro: Luigi
(1890), Angela (1892), Ines (1893), Lucia (1895), Alberto (1896),
e infine Antonio (1903). I ragazzi Fanello ricevono una educazione
libera ma responsabile, con lo studio come dovere primario da assolvere.
Sono guidati dai genitori con mano ferma ma con molto amore. La vita
spensierata di questi ragazzi, e la pazienza della loro madre Maria
Fanello Fantuzzo (1867-1948) che sapeva rendere piacevole un'abitazione
arredata con molte cassapanche e pochi mobili, per esser pronta al
prossimo trasloco, viene efficacemente descritta in modo "romanzato"
in Sette ragazzi e un cortile, ambientato nel 1913, dove la
prima parte è dichiaratamente autobiografica e nei ragazzi Zanetto
si riconoscono in realtà i ragazzi Fanello. Nel 1909 finalmente la
famiglia si ferma a Roma. Terminata la scuola complementare considerata
doverosa per le bambine di ambiente borghese, frequenta Istituti di
suore dove perfeziona la propria formazione culturale anche con lo
studio delle lingue straniere; a Roma poi insegnerà a sua volta il
francese presso un Istituto di Suore salesiane. Durante la Prima Guerra
Mondiale Ines ha poco più di vent'anni, segue un corso di specializzazione
infermieristica e si arruola come crocerossina volontaria, insieme
con la sorella Lucia. Ines lavora negli ospedaletti da campo in prima
linea sino alla fine del conflitto. Nel 1917 ottiene un attestato
dal Comune di Roma per l'opera di assistenza prestata. E' un'accanita
lettrice, come la madre che in tarda età diceva: "Si vede che sono
vecchia: riesco a leggere solo un libro al giorno".
Non sappiamo
da quando Ines inizi a scrivere storie e romanzi seguendo una vocazione
coltivata fin dall'infanzia, né perché solamente nel 1942 pubblichi
il suo primo libro. Pubblica i primi quattro titoli con Salani: due
sono per ragazzi, uno per giovanette, e uno per signorine; la seconda
serie comprende tre libri per ragazzi, forse rimasti per un po' di
tempo nel cassetto; infine tra il 1975 e il 1981, in non più tenera
età!, riprende la penna, ha ancora il coraggio e la forza di pubblicare
quattro nuovi romanzi, e sono romanzi per adulti.
Il
perché Ines Neppi Fanello, abile narratrice e dotata di una genuina
vena, si sia limitata a pubblicare pochi titoli (11 in totale), non
lo sapremo mai. E' certo che la sua attività non fu mai interrotta:
seguiva con dedizione ed entusiasmo il lavoro del marito, con il quale
aveva un rapporto non solo affettivo ma anche intellettuale, aveva
persino scritto "a quattro mani" con lui un libro sui pittori veneziani
che rimane però inedito: "I grandi misteri della Serenissima". Certo
la morte di Alberto Neppi nel 1965 deve avere interrotto molte cose,
e forse ha ispirato la seconda vena narrativa, quella più intimista,
sottilmente pervasa di melanconia. Il suo interesse per la letteratura
per l'infanzia tuttavia non viene mai meno: ancora nel 1983 rinnova
la tessera alle Associazioni.
PREMI
LETTERARI
Una notte senza stelle,
Primo Premio "Adolescenza", Libera Cattedra di Letteratura
per l'infanzia e la gioventù "Paolo Lorenzetti",
Firenze, 1975.
Il testamento di un deportato, Premiato
al Concorso Internazionale "Gran Premio Italia 76", Sorrento.
La cùscuta è un romanzo premiato al
concorso internazionale letterario "Gran premio Italia '77". Protagonista
è Daria, vedova in giovane età e incaricata di amministrare i numerosi
beni terrieri in nome della figlia Margherita. Daria, incapace d'affrontare
la vita con le sue sole forze, Daria è paragonata alla cuscuta, pianta
parassitaria afflitta da debolezza organica, che cresce solo se tenacemente
abbarbicata a solidi tronchi. E' dunque la figlia che "bada alla roba"
mentre Daria si gode la vita e sperpera ciò che a rigore non sarebbe
nemmeno suo. Margherita, d'animo generoso, illumina tutto il romanzo
con la sua dirittura morale che non conosce cedimenti. Essa assiste
al matrimonio della madre con un freddo calcolatore che dissiperà
quasi tutto il patrimonio, fino a che è pronta persino a vendere l'ultima
proprietà rimastale: la casa avita. Sarà il figlio del fattore di
un tempo, ora benestante, a riscattarla e a farne il loro nido.
Per gli antichi trulli della "Apulia solis, Apulia petrosa"
vince il secondo premio al "Concorso internazionale Giuseppe Ungaretti"
del 1979.
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Ines
Neppi Fanello
Sette
ragazzi e un cortile,
L'Ariete, 1966
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Ines
Neppi Fanello
La
tragicomica storia
di un uovo,
L'Ariete, 1967
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I
ritratti di Alberto Neppi e di Ines Neppi Fanello,
eseguiti ad olio dal pittore Augusto Orlandi.
L'editore
viene ritratto con la mano appoggiata al libro,
mentre la
scrittrice con un libro in mano, in posa da lettura
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