giornali e giornalini


IL TRAVASO DELLE IDEE
 

Nasce nel 1900 a Roma Il Travaso delle Idee, noto agli esperti di settore come uno dei più grandi giornali umoristici; il titolo, e parzialmente anche lo spirito, riprende il foglio umoristico Il Travaso d'Idee uscito per la prima volta nel 1869. Il Travaso era nato dalla bizzarria di Tito Livio Cianchettini, terribile fustigatore di costumi, che vendeva per la strada il suo foglio; personaggio alquanto singolare, il Cianchettini era nato nel 1821 a Monte San Giusto nelle Marche, aveva vagato qua e là per l'Italia, ed era approdato a Roma, dove vendeva giornali, e dove si mise a stampare il proprio foglio, di cui era - si capisce - editore, stampatore, revisore, etc. Il Cianchettini si atteggiava a moderno Don Chisciotte, per usare le sue stesse parole: "fustigatore di costumi, riparatore dei torti, risvegliatore di coscienze, ammonitore di soprusi, estremo combattente di ogni perpetrabile ingiustizia". Il suo motto era: "accidenti ai capezzatori", dove capezzatori sta per "coloro che tentano di imporre la capezza come ad una bestia da soma".
Nel 1899
Filiberto Scarpelli, Carlo Montani e Enrico Novelli (Girus) comperano la testata e il Cianchettini muore subito dopo, il 31 gennaio del 1900.
Collaboratori sono Yorick (Pietro Coccoluto Ferrigni), Trilussa, Guglielmo Guasta, Yambo, Gandolin (Luigi Arnaldo Vassallo), Guido Vieni (Giuseppe Martellotti), Giulio De Frenzi (Luigi Federzoni), Caramba, Daniele Fontana, Luigi Bompard. Il Travaso delle Idee (che nasce ufficialmente il 25 febbraio 1900) diventa quindi un settimanale umoristico borghese di spirito più raffinato di quanto non fosse ovviamente quello del suo omonimo predecessore, ma anche de L'Asino, fondato a Roma nel 1892 da Guido Podrecca (Goliardo) e da Gabriele Galantara (Ratalanga), o dell'Avanti della Domenica.
Scarpelli fa tutto: scrive e disegna, firmando le vignette con la sigla che lo ha reso famoso anche ne Il Giornalino della Domenica: due scarpe + lli. Nel 1922 ne diviene il direttore ma nel 1928 deve abbandonare il giornale a causa delle feroci vignette contro la marcia su Roma e il delitto Matteotti. Scarpelli, oltre che inviso al Regime, è fortemente anticlericale (porta una gran cravatta alla La Vallière che non è solo la divisa degli artisti ma anche quella dei repubblicani).
Il Travaso proseguirà le pubblicazioni senza di lui (tuttavia, in occasione della sua morte, sarà l'unico periodico a darne notizia) sino al giugno 1944. Riprenderà dopo la guerra, nel 1946, sotto la direzione di Guglielmo Guasta, fino al 1966, anno della chiusura definitiva.
Uscito giocoforza dal Travaso, Scarpelli fonda una testata che chiama Il Cianchettini, il cui ufficio è ridotto nella soffitta di una copisteria di un amico che lo ospita gratuitamente, ma è solo. Leggiamo nel libro di G. Mosca La Signora Teresa una descrizione fisica di Scarpelli: "papalina in testa, gran naso ricurvo, spesse lenti da miope, collo lungo, pomo d'Adamo pronunciato, e la famosa cravatta alla La Vallière che però non si vedeva perchè Scarpelli se ne stava tutto ravvoltolato in uno sciallone grigio: nella soffitta non c'era riscaldamento e si moriva di freddo". Il Cianchettini andò avanti sino alla fine del 1929 poi finì per mancanza di fondi e di lettori.

Il Travaso, Secolo II, Anno XXV, N° 1277, 12 ottobre 1924


La caricatura del Cianchettini che appare a sin. nella testata del primo periodo; in seguito cambia la grafica e del Cianchettini rimarrà solo il motto "accidenti ai capezzatori".
Alceste Trionfi,
Accidenti ai capezzatori:
vita segreta di
Tito Livio Cianchettini,
O.E.T. Edizioni del Secolo, 1947
(ristampa anastatica)
Il Travaso
Anno 47, N° 1, 14 giugno 1946
L'Asino
Anno XVI, N° 41, 13 ottobre 1907

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