Una casa editrice unica nel suo genere:
Salomone Belforte & C.
Joseph
Belforte (1777-1841), noto nei registri della comunità
ebraica come "studente", nel 1805 pubblica a sue
spese presso la stamperia di Elieser Sadun, a Livorno, un
libro di preghiere (Selichot, cioè orazioni
penitenziali): è il primo libro in ebraico. Nel 1821
Salomone Belforte (1804-1869), figlio di Joseph, inizia
a collaborare con la tipografia livornese dei Tubiana: quattro
libri di preghiere recano sul frontespizio la dicitura "Salomone
Belforte e Mosè Isaia Tubiana nella nuova stamperia
del Rabbì Iacob Tubiana". Nel frattempo Joseph
apre l'attività libraria, aiutato dal figlio.
Se negli anni Venti dell'Ottocento l'azienda si limita all'attività
libraria, nel 1834 Salomone fonda la "Salomone Belforte
& C." insieme con Moisé Palagi, con l'aiuto
finanziario del fratello Israel Palagi. Il governo centrale
di Firenze concede l'autorizzazione a stampare esclusivamente
opere in "idioma ebraico". La sede è al
quinto piano di un vecchio palazzo nella popolare Via Serristori.
La stamperia possiede due torchi tipografici e i caratteri
ebraici creati dalla fonderia Villa di Pisa.
Nel 1840 succede a Salomone il figlio Giuseppe (1830-1894),
già maestro di scuola. Nel 1843 Salomone Belforte
e il socio chiedono all'Auditore del Governo di Livorno
di stampare in italiano la "Orazione del giorno del
Capo di Anno, e del giorno dell'Espiazione e delle tre Solennità".
Il permesso viene concesso grazie alla "vantaggiosa
reputazione per buona moralità". Nel
1845 il permesso diventa definitivo, e nel 1848
cessa il controllo della censura ecclesiastica locale.
Morto
nel 1869 Salomone, nel 1870 a Giuseppe succede il figlio
Giulio (1857-1921) che nel 1890 trasferisce la tipografia
al piano terra del Palazzo Corridi, al n°12 di Via della
Madonna, in una posizione sempre centrale, ma con una sede
più spaziosa e dignitosa, adatta ai nuovi macchinari.
Nel 1890 inizia inoltre a diversificare le pubblicazioni
con i testi scolastici: nasce la prima collana, intitolata
"Biblioteca degli studenti".
Poco dopo Giulio liquida i fratelli Palagi e rimane unico
proprietario dell'azienda, a cui cambia il nome in "Stabilimento
di Arti Grafiche Salomone Belforte & C." Nel 1898
lo Stabilimento partecipa all'Esposizione di Torino e riceve
la medaglia d'argento. L'intraprendente Giulio si reca anche
in Germania per apprendere l'uso della stereotipia che consente
le ristampe, e sarà una delle prime case editrici
ad avere macchinari di stampa all'avanguardia.
Nel 1899 apre una libreria in via Vittorio Emanuele (attualmente
via Grande), che nel dopoguerra sarà ampliata da
Aldo Luigi che ne farà un punto d'incontro per intellettuali,
un po' com'era anni addietro la libreria dei fratelli Paggi
in Firenze, ed offrirà al pubblico anche edizioni
straniere, soprattutto inglesi e francesi, tutti i manuali
Hoepli, e la cartografia.
Ai primi del Novecento Giulio si ammala, e la direzione
della casa è presa dai tre figli Guido (1885-1950),
Aldo Luigi (1886-1970), e Gino (1895-1986). Poiché
tutti e tre sono richiamati al fronte nel 1915, la direzione
della casa è assunta dalla madre, Emma Castelli (1864-1937),
che rivela doti imprenditoriali non comuni e porta avanti
egregiamente l'azienda di famiglia. A guerra terminata (Gino
è ferito nella battaglia sul Carso del 1916 ma si
riprende), la casa inizia il suo sviluppo: nel 1918 viene
aperta la filiale di Lucca e due anni dopo quella di Viareggio.
Nel 1922 viene aperta una delle prime gallerie italiane,
la "Bottega d'Arte" (che durerà fino alla
Seconda Guerra Mondiale).
I tre fratelli si dividono i compiti: Guido dirige il settore
industriale; Aldo Luigi si occupa della libreria, del Circolo
Filologico, e della rivista Liburni Civitas; Gino
si dedica alla "Bottega d'Arte".
Nel 1934, nel centenario della casa, viene pubblicato un
tomo fuori commercio molto elegante, inviato a numerose
case editrici, scrittori e personalità, e la Federazione
Nazionale Fascista di Industriali ed Editori invia a Guido
una lettera di elogio.
Nella primavera del 1938 Guido Belforte viene nominato Commendatore
dal re e da Benito Mussolini. Grande festa nello stabilimento,
con la famiglia, le maestranze, gli amici. Solo qualche
mese dopo, in seguito alle leggi razziali, i Belforte sono
costretti a cedere l'azienda a non ebrei e a cambiarne il
nome in "Società Editrice Tirrena". Livorno
viene occupata dalle truppe tedesche e pesantemente bombardata
dagli americani, sicché i Belforte sono obbligati
a trasferire le attività fuori città. La famiglia
sfolla a Castiglioncello e in seguito a Collesalvetti.
Dopo la guerra Gino rileva con un gruppo di amici il vecchio
Telegrafo, glorioso quotidiano livornese della famiglia
Ciano, ripristina la libreria, e a poco a poco risolleva
l'azienda. Guido muore prematuramente nel 1950; Gino, che
è vice-presidente dell'Associazione degli Industriali
di Livorno, partecipa fattivamente alla ricostruzione della
devastata città.
Negli Anni Cinquanta entra in azienda Paolo, figlio di Aldo
Luigi, che consolida il tutto, tuttavia le attività
legate all'editoria ebraica vengono vendute in Israele.
A a seguito della morte di Guido, lo stabilimento viene
diretto da Giulio e da Ettore Guastalla (genero di Guido),
da Piero Belforte e Giorgio Bianchini (figlio e genero di
Aldo Luigi). Dopo la collocazione in varie sedi, la libreria
torna in via Grande al n°91 fino al 2011; attualmente
si trova in via della Madonna n°31.
In libreria riprende la tradizionale attività di
incontri con gli autori, che porta personaggi come Piero
Chiara, Carlo Cassola, Indro Montanelli, Roberto Gervaso,
Cesare Garboli, Alberto Bevilacqua e tanti altri.
Nel 2001 viene pubblicato "Le api della Torah - Storia
di una famiglia di editori ebrei livornesi". Oggi la
settima e l'ottava generazione dei Belforte e la famiglia
Guastalla (Guido, figlio di Ettore, e i suoi figli) hanno
ridato il nome originario alla vecchia casa editrice: "Salomone
Belforte & C." Per saperne di più sulle
attività della casa rimandiamo al sito ufficiale:
www.salomonebelforte.com
Le
pubblicazioni Belforte
Al
netto delle edizioni in ebraico, quelle comunque religiose,
e quelle prettamente scolastiche, il catalogo della casa Belforte
è piuttosto scarno. Negli Anni Trenta si inaugurano
le collane di narrativa per ragazzi, ma anche in precedenza
vi erano state sporadiche pubblicazioni di questo tipo. Diamo
qualche esempio.
Nel 1897 Belforte pubblica una novella di Salgari, La
rosa del Dong-Giang, con illustrazioni di G.G. Bruno.
All'epoca non era da parte dello scrittore un libro inteso
per ragazzi, lo divenne in seguito (con finale cambiato) per
il successo parallelo dei libri di avventure. Ci sembra pertanto
doveroso includerlo nelle pubblicazioni per ragazzi, che interessano
questo sito. La stessa casa Belforte lo ristampa nel 1907
con diversa cover, e all'interno il ritratto della protagonista
Tay-see.
Sorprendente è il fatto che due anni dopo, nel 1899,
lo stesso Guido Belforte scriva una novella imitativa, Il
fiore di Si-Kiang - novella cinese.
Altre sono le pubblicazioni un po' sui generis della
casa Belforte, quasi tutte di autori livornesi, come questo
del 1894: Yorick - melodramma in tre atti divisi
in quattro parti, parole e musica di Ettore Martini (che era
il marito "cattivo" di Anna Franchi); o questo del
1901: Térésah, Al mare d'Italia consacrandosi
una nave alla prima regina italica (versi, ed. fuori
commercio in 100 esemplari); la scrittrice tra la fine Ottocento
e il 1904 abitò in Livorno. Nel 1904 Térésah
pubblica con la casa anche dei drammi: Il pane rosso
(in 1 atto) e Sul Gorner (in 2 atti);
infine citiamo una traduzione di Giosuè Borsi delle
Metamorfosi di Ovidio (Libro VIII, 1900). Si pubblicano
diverse cose di Giovanni Targioni-Tozzetti (1863-1934), che
era anche il direttore della rivista Liburni Civitas,
come Ballatine (1909), illustrate da disegni
di Aleardo Terzi. Nel 1934 Emma Ciardi, pittrice, e buona
amica di Térésah, pubblica Alcuni miei
pensieri, libro introvabile.
La "Collezione Elena"
Nel
1893 inizia la "collezione Elena", collana raffinata
di narrativa. Il nome si deve alla principessa Elena, poi
regina e sposa di Vittorio Emanuele III, nome con cui sarà
chiamata la figlia di Guido Belforte, nata nel 1914, che sarà
sposa di Ettore Guastalla.
In realtà costituita da pochissimi titoli, di cui diversi
ristampati, è una collana di elegantissimo formato,
quasi tascabile, con la copertina illustrata e spesso con
una sorta di logo, una piccola viola del pensiero; gli interni
sono superbamente illustrati da artisti di fama quali Vittorio
Corcos, Giovanni Fattori, Adolfo Tommasi, Giuseppe Micheli,
L. Lloyd. Abbiamo potuto recuperare solo i titoli seguenti:
ANNO
|
AUTORE
|
TITOLO
|
ILLUSTRATORE
|
1901
|
Vittorio
Corcos
|
Mademoiselle
Leprince
|
V.
Corcos
|
1901
|
Neera
|
La
villa incantata (1)
|
A.
Tommasi
|
1901
|
Enrico
Panzacchi
|
L'arte
nel secolo XIX
|
n.d.
|
1901
|
Amelia
Rosselli
|
Felicità
perduta
|
Disegni
di L. Lloyd, G. Micheli e A. Tommasi
|
1901
|
Térésah
|
Al
piccolo Parigi (2)
|
G.G.
Bruno e L. Lloyd
|
1902
|
Edmondo
De Amicis
|
Nel
giardino della follia (3)
|
G.G.
Bruno
|
1902
|
Matilde
Serao
|
Novelle
sentimentali (4)
|
A.
Terzi
|
1903
|
Enrico
Castelnuovo
|
Figurine
veneziane (4)
|
G.
Fattori e G. Micheli
|
(1) Ristampa 1921
(2) Ristampa 1921 con illustrazioni di Carlo Romanelli
(3)
Ristampa 1913 e 1921
(4) Ristampa 1921
La
ristampa del 1921 cambia tutto, dal nome della collana,
che riporta "collezione Elena" solo all'interno
mentre
all'esterno diventa "collezione Belforte",
all'impostazione grafica, che prevede una cover
in brossura e una sovracoperta,
al formato (assai più piccolo). Anche le
illustrazioni sono affidate ad altri artisti (questa
è di Romanelli).
(courtesy Lia Madorsky)
|
Libri
per ragazzi
Rispetto alla narrativa o alla saggistica, la categoria
per ragazzi ha un posto notevole nella produzione complessiva
della casa Belforte, a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento
(in prevalenza per bambini) e con un incremento costante
a partire dagli anni Venti del Novecento (con romanzi per
ragazzi). Diverse le ristampe di Salgari e Capuana, titoli
che "tiravano", ma il catalogo include un po'
di tutto, dalle fiabe ai raccontini umoristici di Momus,
agli autori stranieri.
Tra gli illustratori, segnaliamo la presenza costante e
importante di Carlo Romanelli.
|
La
prima sede di Belforte
è in via Serristori
1890: la tipografia Belforte viene
trasferita in via della Madonna
Il motto è
et voluisse satest =
anche l'aver voluto è abbastanza.
1834-1934:
il logo per il centenario
Vittorio Corcos
Mademoiselle Leprince
"collezione Elena"
Belforte, 1901
cover
Térésah
Al "Piccolo Parigi"
"collezione Elena"
Belforte, ristampa 1921
cover
Libretti sagomati in cartoncino,
disegni di Carlo Romanelli
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