Anna
Franchi Nasce a Livorno il 15 gennaio 1867 da Cesare e Iginia Rugani;
la sua è una famiglia benestante, il padre, mercante, le fa dare
un'istruzione superiore a quella della sua classe sociale, comprendente
studi classici e una fine educazione musicale. Appassionata di pianoforte,
conosce un giovane musicista appena tornato da una serie di concerti
in giro per l'Italia, che acconsente a darle delle lezioni. Si tratta
del violinista e direttore d'orchestra Ettore Martini, che Anna sposa
nel 1883, giovanissima. Il matrimonio non è felice e lei è
costretta a chiedere la separazione. Nelle cronache del tempo leggiamo
che "il marito non possiede la medesima sensibilità",
ma si tratta di un eufemismo lesivo della dignità femminile che
nasconde una vera e propria brutalità (abbiamo letto, ma ci rifiutiamo
di riportare, il diario della prima notte di nozze della Franchi, dove
si trattò né più né meno di uno stupro).
La separazione viene chiesta da lei, e
date le leggi dell'epoca perde la custodia dei due figli maggiori, Cesare
e Gino, che il padre porta con sé in America, anche se in qualche
modo è lei che li mantiene. Il figlio minore, Ivo, resta con
lei in Italia.
Costretta a lavorare, non ha che la sua grande cultura, e inizia a scrivere.
Dulcia-tristia è il primo libro, colmo del suo
dolore; poi inizia come traduttrice e giornalista, collaborando a numerose
riviste, tra cui La Nuova Antologia. Traduce
soprattutto dal francese (Il diario di una cameriera di Octave
Mirabeau, Una vita di Guy De Maupassant;
alcuni racconti di Sophie de Ségur per la stessa collana in cui
pubblica la propria novella di Tardo Pie'; la
prima versione italiana de Il pregiudizio di Isabella di M. Maryan
nel 1903) ma anche le Favole di Fedro dal latino.
Scrive testi per bambini, diverse favole: il primo è I
viaggi di un soldatino di piombo (Salani, 1899). E'
anche fine critica d'arte e scrive monografie su autori e movimenti
artistici contemporane (il primo è Arte
e artisti toscani dal 1850 ad oggi, Alinari, 1902; altri suoi
testi critici famosi sono I
macchiaioli toscani, Giovanni
Fattori)).
Anna Franchi si batte molto per i diritti civili delle donne a causa
della sua personale situazione; è vicina alla politica della
sinistra di inizio secolo, ed entra nel dibattito sul divorzio con un
romanzo dal titolo esaustivo: Avanti il
divorzio (Sandron, 1902). Successivamente
pubblica il saggio Il divorzio e la donna (Nerbini, 1902)
e ancora il testo di una conferenza intitolata semplicemente Divorzio
tenutasi all'Università Popolare di Parma nel 1903. Si cimenta
nel teatro con tre commedie: Per amore (1895), appresentata
a Livorno, Alba italiana e Burchiello (1911),
rappresentate a Milano.
Nel 1909 il figlio Gino torna a vivere con la madre; le questioni politiche
del giorno li vede uniti nelle manifestazioni irredentiste contro gli
Austriaci, fino alla distribuzione di manifestini. Nel 1916 pubblica
con Treves Le città sorelle. Sostengono la tesi
interventista, e i due figli Gino e Ivo si arruolano volontari. Nel
frattempo lei istituisce un comitato cittadino il cui compito è
di provvedere le truppe operanti di materiale di primo soccorso, abiti,
etc. Gino, tenente dei mitraglieri, alla testa della propria compagnia,
perisce sul S. Gabriele il 2 settembre 1917. Poco dopo ci sarebbe stato
il ripiegamento sul Piave. Per Treves pubblica Il figlio alla
guerra, compendio del dovere, raccolta delle conferenze tenute
nell'Aula Magna del reale Conservatorio di Milano, dove il dolore della
madre per la perdita del figlio viene superato dal dolore per la Patria
dilaniata dall'invasore. Pensando poi alle tante madri sofferenti, istituisce,
insieme ad Angelina e Norina Biasioli, la Lega dell'Assistenza delle
Madri dei Caduti, favorita anche da Mussolini, il che si traduce in
un crescente impegno non solo verso la sede della Lega, ma anche del
compito di propaganda e del lavoro giornalistico. Grazie al suo continuo
operare e dietro alle sue insistenze, il Ministro della Guerra fa decretare
la pensione alle madri dei caduti.
Nel periodo del Ventennio si tiene lontana dalla vita sociopolitica,
ma è lontana dal Regime. Nel 1919 pubblica per Sonzogno L'ultimo
Re, sorta di satira politica. Nel
1921 muore Ettore Martini. Si
dedica
in particolare alle traduzioni e alla letteratura per l'infanzia, comprese
alcune pinocchiate. Escono i romanzi Alla
catena (1922) e La torta di mele (1927), oltre a testi
teatrali, e testi storici (bellissimo il suo Caterina de' Medici,
1932).
In totale, Anna Franchi lascia circa 44 volumi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale aderisce alla Resistenza, e ritorna
alla luce con Cose di ieri dette alle donne di oggi (1946).
Muore nel 1954.
Anna
Franchi, Luci dantesche,
Ceschina, 1955
(ristampa di saggi apparsi su giornali e riviste)
Anna
Franchi nel 1932
©
copyright Elena Malaguti, gennaio 2009 |
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Anna Franchi
nel 1895 (sin)
e 1896 (ds)
Anna Franchi
nel 1904
Gino Martini
"La
Mamma al tavolino"
(bozzetto eseguito dal figlio Gino durante l'ultima licenza)
Anna
Franchi, I viaggi di un soldatino di piombo,
Salani, 1923; ill. di Carlo Chiostri
La dedica recita: "Al mio Ivo"
N.B.
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