Fin
dal secolo XVII la famiglia Zappata esercitava l'arte tipografica
e il relativo commercio a Torino. Nel 1623 uno dei Zappata
si unì ad altri commercianti per dar vita ad una società
denominata "La Concordia" alla quale Carlo Emanuele
I concesse l'esenzione dalle tasse doganali. Uno dei suoi
figli, Giovanni Battista, nel 1637 entra in società
con Giovanni Guglielmo Tisma, già proprietario di una
tipografia. Il figlio di Giovanni Battista, Bartolomeo Zappata,
nel 1651 si mise in proprio, e così apparvero i primi
testi a stampa recanti il solo nome dei Zappata. Nel 1658
Bartolomeo acquista il negozio di Cavalleri nella contrada
dei librai (oggi via S. Francesco d'Assisi). In seguito si
qualifica come libraio di corte e nel proprio logo reca il
motto "renovata juventus". Il figlio di Bartolomeo,
Pietro Francesco, apre a sua volta una bottega propria dedita
più che altro alla stampa di libercoli religiosi o
su ordinazione del committente. Nel 1745 la dicitura legge:
"Pietro Giuseppe Zappata e Figlio". Nel 1757 Paolo
Giuseppe Zappata si unisce in società con Giacomo Giuseppe
Avondo, il quale pochi anni dopo rileva l'intera azienda.
Nel 1775 muore Avondo e i suoi eredi si associano a Giovanni
Sebastiano Botta, il quale nel 1802 rileva la società
e si associa a sua volta a Francesco Prato e Giovanni Battista
Paravia.
A
seguito dell'occupazione napoleonica, il regno del Piemonte
diviene un dipartimento francese, e tra le tante e varie conseguenze
vi fu pure quella della limitazione dell'attività libraria
e di stampa. Addirittura si limitava a sette il numero dei
tipografi in Torino, che peraltro ne contava già 13,
e in qualche modo sopravvissero fino alla restaurazione del
1814. Dei tre soci, Giovan Battista Paravia, Giovanni Sebastiano
Botta e Francesco Prato, l'unico ad avere la patente imperiale
è il Botta, e questi si nomina unico proprietario della
stamperia, lasciando al Paravia solo la proprietà della
bottega sita sotto i portici del palazzo comunale (il terzo
socio, il Prato, era morto subito).
Nel 1815 la vedova di Giovanni Pomba ottiene dal Re di aprire
una nuova stamperia, e così viene liquidata una volta
per tutte la limitazione napoleonica. Tuttavia, soltanto nel
1829 si ha una regolamentazione che include l'obbligo del
brevetto di stampatore per chiunque voglia aprire una tipografia.
Giovan
Battista Paravia muore nel 1826, ma già il figlio Giorgio
(1796-1850) aveva preso in mano l'azienda. Detenendo solamente
la proprietà del negozio, egli sa che deve incrementare
l'attività con una stamperia, per cui si associa ad
Andrea Alliana, il quale godeva di un'esperienza pregressa
alla Stamperia Reale e nel 1824 aveva aperto una sua tipografia
nell'angolo delle odierne vie Lagrange e Cavour. La società
termina poco dopo, nel 1828, e nel 1833 Giorgio Paravia, volendo
a tutti i costi possedere finalmente una tipografia propria,
acquista quella di Bernardino Barberis, sita in via Bellezia,
e infine ottiene la licenza per l'esercizio dell'arte tipografica.
Nasce così la ditta Paravia.
Nei
primi anni di attività la ditta si arrangia con le
pubblicazioni religiose (quelle scolastiche erano ancora privilegio
della Stamperia Reale), e in seguito, nel 1836, diversifica
con un settimanale sempre a carattere religioso, ma che cerca
di introdursi nel campo dell'informazione divulgativa e popolare.
Il primo numero è del 1840 e l'ultimo dell'anno seguente.
In realtà la ditta campava con la stampa di opuscoli
e manifesti. Nel 1845 ci riprova con un altro giornale, L'educatore
primario, giornale d'educazione ed istruzione elementare,
evidentemente rifacendosi al Journal d'éducation
francese, il quale ha una sua storia e diventa popolare.
Nel 1848 Carlo Alberto proclama la libertà di stampa
(regolamentata dall'Editto del 26/3/48) dandone le poche norme:
obbligo di apporre sopra ogni stampato luogo, data di stampa,
nome del tipografo, ed inoltre ogni prima copia doveva essere
consegnata al magistrato. Da questo momento l'editoria torinese
si espande in maniera esponenziale. Nel 1849 Giorgio Paravia
pubblica La rivista italiana, che vive fino all'anno
seguente; sempre nel 1849 nasce la "Società di
Istruzione e di Educazione" presieduta da Vincenzo Gioberti.
Giorgio Paravia muore il 26 dicembre del 1850. La vedova chiama
in soccorso Lorenzo Roux e il cugino Innocenzo Vigliardi (1822-1896),
il quale già dal 1833 lavorava nella ditta Paravia.
Il Vigliardi sa come muoversi nell'ambiente colto, e chiama
Niccolò Tommaseo a collaborare al rinato giornale della
Società d'Istruzione e di Educazione, L'Istitutore,
che a partire dal 1852 avrà lunga vita. Non solo: egli
è uomo d'azione, e lungimirante. Incrementa la pubblicazione
di libri scolastici, che s'intende ora è permessa a
chiunque, e nel 1851 dò origine alla "Collezione
dei classici latini e greci". Nel 1859 la Lombardia viene
annessa al Regno di Sardegna a conclusione della Seconda Guerra
di Indipendenza, e il Vigliardi va a Milano, all'epoca centro
dell'intellighenzia italiana, per acquistarvi nel 1860 la
libreria Branca, sita sotto la galleria De Cristoforis. Quando
la capitale nel 1864 viene trasferita a Firenze, il Vigliardi
accorre e vi acquista una libreria sita in via Tornabuoni;
ed infine ne acquista una anche a Roma, sita in piazza S.S.
Apostoli.
Nel 1873, avviato verso un impero, soprattutto di editoria
scolastica, il Vigliardi rileva l'antica Stamperia Reale,
comprensiva dei macchinari. Nel 1876 il Roux si ritira e il
Vigliardi, che ha sempre avuto mano libera, continua nelle
innovazioni imprenditoriali; nel 1881 fa uscire a Roma la
nuova rivista Il nuovo educatore, settimanale dedicato
all'istruzione elementare, che raccoglie l'eredità
del vecchio Educatore primario. La nuova libreria Paravia
si sposta dal palazzo comunale a via Garibaldi, dove accanto
ai testi scolastici si vendono anche carte topografiche, sfere
planetarie, pallottolieri, lavagne, etc., che valgono alla
Ditta Paravia premi e medaglie alle esposizioni.
All'expo torinese del 1884, tenutosi nel Parco del Valentino,
la Ditta Paravia partecipa con un grande padiglione dove sono
in mostra i propri prodotti, compresi i 54 volumi della "Biblioteca
Scolastica di scrittori latini" e la "Collezione
di libri d'Istruzione e di Educazione", ammontante a
212 volumi. Nel 1888 la Paravia partecipa perfino alla grande
Esposizione Italiana a Londra. All'epoca la ditta impiega
quasi 200 persone.
Innocenzo
Vigliardi ha sei figli maschi ai quali passa la mano attorno
a quello stesso periodo. I primi cinque sono della prima moglie
Anna Casella, l'ultimo nato è della seconda moglie,
Carola Rolla. Il primogenito Carlo (1845-1919) prende in mano
la direzione generale della Ditta; il secondo figlio Giacinto
(1846-1927) gli fa da assistente; il terzo figlio Lorenzo
(1855-1919) dirige la filiale di Roma dopo di Carlo, che se
ne occupa fino al 1888; il quarto figlio Vincenzo (1856-1908)
quella di Napoli; il quinto figlio Giuseppe (1857-1922) dirige
la neo acquisita Stamperia Reale; il sesto figlio Innocenzo
Junior (detto Cento, 1869-1942) dirige la sede di Milano.
Nel
1891 i Vigliardi aggiungono al loro cognome quello di Paravia,
ed ottengono di aggiungere il proprio nome alla Ditta. Dei
sei figli di Innocenzo Vigliardi, coloro che maggiormente
apportano prosperità alla Ditta sono Carlo e Giuseppe.
Questi nel 1900 inizia a pubblicare il giornalino La domenica
dei fanciulli, settimanale illustrato, che resisterà
per un buon ventennio anche dopo la concorrenza del Giornalino
della Domenica e del Corriere dei Piccoli. Inizia
così anche per Paravia l'attività rivolta all'editoria
per ragazzi. Emilio Salgari collabora come traduttore e correttore
di bozze, e per la Ditta scrive tre romanzi: Il continente
misterioso (1894), Al polo australe in velocipede
e Nel paese dei ghiacci (1896), quest'ultimo un pastiche
ricavato da vecchie incisioni e un testo tedesco pubblicato
nel 1892 da Guigoni. Nel 1900 Salgari traduce per Paravia
un testo francese, Avventure fra le Pellirosse, che
firma come G. Landucci.
Giuseppe Vigliardi Paravia nell'anno 1902 fonda, insieme con
altre persone, la "Regia Scuola Tipografica e di arti
affini" di Torino, che nel
1921 al Parco del Valentino organizza la mostra del libro
illustrato, e che nel 1923 gli verrà intitolata.
La
Libreria Paravia a Milano
Nel
1919 muoiono Lorenzo e Carlo, quest'ultimo sostituito alla direzione
generale da Giuseppe. Nel 1920 viene costituita la Società
Anonima G.B. Paravia & C., nel cui consiglio di amministrazione
siedono Giuseppe, Innocenzo Jr. e Tancredi, figlio di Carlo.
Nel 1922 muore Giuseppe, e il suo posto a capo della ditta di
famiglia viene preso da Innocenzo Jr. che lo detiene fino alla
morte nel 1942, l'unico sopravvissuto dei sei fratelli Vigliardi
(Giacinto era morto nel 1927).
La nuova generazione consta di una sola persona, Tancredi Vigliardi
Paravia (1884-1969).
La riforma Gentile nei primi anni Venti è un disastro
per molte case editrici che si fondavano sull'editoria scolastica,
aggravata dal decreto sul testo unico nel 1929. Nel 1927 la
Ditta Paravia si trasferisce dalla vecchia sede di via Arsenale
alla nuova sede in corso Vittorio Emanuele II, abbandonando
il campo tipografico per potenziare quello editoriale. Dopo
un periodo di ulteriore sviluppo durante gli anni Trenta, la
guerra non solo pone un serio freno all'attività, ma
il pesante bombardamento su Torino nel 1942 rade a terra i locali.
Innocenzo Jr. muore nel 1942 proprio durante i bombardamenti
e viene sosituito da Tancredi, coadiuvato dal figlio Carlo (n.
1914), i quali si rimboccano le maniche per ricostruire l'azienda.
Dopo lunghe peripezie la Ditta Paravia pian piano si risolleva.
Nel dopoguerra, oltre al catalogo delle edizioni scolastiche,
esce il catalogo "Fonte Gaia", che raccoglie testi
ameni per l'infanzia, dovuti ai maggiori autori del settore
sia italiani sia stranieri (i volumi escono dal 1945 al 1956).
Infine nel 1950 viene ricostruita la sede in corso Racconigi,
accanto alla vecchia sede distrutta. Da allora la Ditta Paravia
continua a prosperare ed è tuttora attiva.
Il
banco della Ditta GB Paravia alla
Fiera Internazionale del Libro
tenutasi a Firenze nel 1925
e presieduta da Enrico Bemporad
(courtesy Lia Madorsky)
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Collane
per ragazzi:
Gaia
Fonte
(titoli)
Le
gemme d'oro (titoli)
Limpido
rivo (titoli)
Racconti
d'avventure (titoli)
Bibliotechina
dei fanciulli (titoli)
Collana
Il piccolo italiano (titoli
+ covers)
Collana
I Condottieri (titoli
+ alcune covers di esempio)
Collana
di bei libri (titoli)
Collana
di bei libri (covers)