Un editore all'avanguardia:
Giuseppe Pomba (1795 - 1876)
A
metà Ottocento bottega del libraio e stabilimento tipografico
non hanno precisi confini; il primo a passare dall'antico regime tipografico
ad una moderna impresa editoriale fondata su basi industriali è
Giuseppe Pomba. Nasce il 4 febbraio 1795 da una famiglia modesta di
Castagnole Piemonte; il padre Giovanni tra il 1788 e il 1790 rileva
insieme con il socio Giuseppe Ferrero una piccola bottega di libraio
e stampe, posta all'inizio della contrada di Po, vicino a piazza Castello,
ma tra il 1792 e il 1806 non stampa più di un volume all'anno,
di genere scolastico o religioso.
Giuseppe vive nell'adolescenza l'esperienza bonapartista e trae da quelle
vicende, segnatamente l'usurpazione del Piemonte, quegli stimoli che
lo porteranno a trasformare una povera bottega in una delle maggiori
case editrici italiane. Nel 1805 rimane orfano ed è costretto
a lasciare il Collegio Imperiale che frequenta da esterno. Il socio
Ferrero nel 1806 lascia la società, e così della "Ditta
Fratelli Pomba" rimane solamente lo zio Giovan Battista, finchè
alla morte di questi nel 1810 la denominazione diventa la triste "Ditta
Vedova Pomba e Figli". Carlotta Boma (1767 -1824), vedova Pomba,
rimane infatti sola con quattro figli: Luigia, Felicita, Giuseppe e
Onorato (che morirà in giovane età).
Giuseppe ha solo 15 anni e si ritrova capofamiglia. Il ritorno al regime
assoluto alla caduta di Napoleone nel 1814 lo favorisce poiché
cade la disposizione del "numero chiuso" nelle tipografie
e gli consente di espandersi: riesce ad acquistare una piccola tipografia
in provincia, con soli tre torchi e qualche cassetta di caratteri; sempre
nel 1814 la vedova Pomba chiede il permesso di aprire una nuova stamperia,
possiede 4 torchi e un buon patrimonio finanziario (la ditta arriverà
nel 1829 ad avere 16 torchi e 49 dipendenti).
Giuseppe
Pomba
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Luigi
Pomba
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Giuseppe
Pomba inizia l'attività editoriale nel 1818 con la Collectio
Latinorum Scriptorum cum notis, collana diretta da Carlo
Boucheron (1773-1838) che raccoglie ben 108 volumi, completata nel 1835.
La produzione editoriale si articola in tre filoni principali: opere
classiche, i periodici, e la famosa Biblioteca Popolare,
destinata al vasto pubblico, che tra il 1828 e il 1832 edita ben 100
volumi, una raccolta di opere classiche italiane, latine e greche tradotte,
dal formato tascabile. La Biblioteca Popolare ha costi
bassi, anzi bassissimi: 50 centesimi la copia, un formato ridotto e
cover riconoscibile per il colore rosa carico. I volumi vengono pubblicati
con cadenza settimanale, e non contemplano opere moderne straniere,
bensì solamente classici italiani, e latini e greci propriamente
tradotti.
Giuseppe Pomba viaggia, stabilisce contatti con altri editori, si fa
conoscere. Dal 1829 investe nella nuova tecnologia importando i macchinari
dall'estero e stampando per la prima volta a colori. Pomba si batte
per la libertà commerciale, all'epoca circoscritta al Regno Sabaudo,
e insieme con il fiorentino d'adozione Vieusseux si batte per la contraffazione
libraria e per la difesa della proprietà editoriale e del diritto
d'autore. Genialmente, chiede il permesso di utilizzare gli uffici postali
per la distribuzione negli altri Stati dei libri della Biblioteca
Popolare (che hanno tirature anche di 10mila copie). Infatti,
il problema della commercializzazione dei libri era gravissimo, data
la mancanza di una rete di distribuzione come la pensiamo nel mondo
moderno; gli editori erano pertanto costretti ad aprire delle succursali-librerie
nelle maggiori città degli altri Stati e dopo il 1861 le cose
non cambiarono affatto.
Nel 1830 progetta una Antologia straniera da affiancare alla
prestigiosa Antologia del Vieusseux, ma la rivista dura solamente
un anno. Politicamente è un risorgimentale: nel 1821 aveva appoggiato
il governo provvisorio dei costituzionali insorti, dando voce nella
propria tipografia al giornale "La sentinella subalpina",
e tra il 1836 e il 1837 gli viene comminato il carcere (un mese nella
fortezza di Alessandria) per aver introdotto dalla Francia alcuni volumi
de "L'assedio di Firenze" del Guerrazzi.
Diverse sono le innovazioni tecniche: nel 1825 acqusta una inchiostratrice
a rulli, nel 1830 acquista la stampatrice inglese Cowper con presa meccanica
a cilindri che rivoluziona il lavoro tipografico (ed è il primo
torchio meccanico in tutta Torino), e infine nel 1847 introduce la motrice
a vapore. Nel frattempo la piccola tipografia in provincia è
abbandonata, e lo stabilimento maggiore è in via Carlo Alberto.
Nel 1837 pubblica la Storia universale, affidata a Cesare
Cantù, in 35 volumi, terminata nel 1846, uscita in fascicoli
settimanali senza mai sgarrare. Nel 1841, sempre in dispense, pubblica
la Enciclopedia popolare, terminata nel 1849 per 12 volumi complessivi.
In seguito diventerà Enciclopedia Popolare Illustrata,
diretta da Edoardo Perino, rieditata a partire dal 1887. Nel 1846-48
pubblica Antologia Italiana, una raccolta di opere di
Balbo, D'Azeglio, Cavour, Farini, Gioberti, etc. Nel 1849 pubblica la
Biblioteca dell'Economista, una raccolta delle più
pregiate opere moderne italiane e straniere di economia politica.
Nel 1841, ceduta la vecchia tipografia, acquista un vasto appezzamento
di terreno e vi costruisce un edificio che deve contenere uffici e magazzini,
la tipografia nei vasti locali al pianterreno, e infine abitazioni di
stampo borghese per sé e i principali collaboratori.
Oggi l'edificio è situato al n°47 di via Carlo Alberto.
La moglie Rosa Filica, che gli aveva dato sette figli, muore nel 1846
e gradualmente Giuseppe si sente invecchiare, così nel 1849 lascia
l'azienda in mano all'unico maschio superstite, il giovane Cesare, il
quale tuttavia non sembra molto incline al lavoro editoriale, e al cugino
Luigi (1821-1872), che aveva fatto venire dalla Francia per coadiuvarlo;
il nome dell'azienda cambia ancora una volta in "Ditta
Cugini Pomba & C". Luigi muore e la vedova, Sophie Girard,
gli pare una possibile seconda moglie. Forse per calcolo, combina un
matrimonio per le tre figlie femmine, che fa celebrare nello stesso
giorno 27 gennaio del 1850 per tutte e tre: Clelia con Stefano Pietro
Zecchini, Camilla con il Generale Giacomo Durando, Emilia con Luigi
Pomba (figlio del cugino Luigi venuto dalla Francia), il quale da secondo
cugino diviene genero e contemporaneamente figliastro, nonchè
di fatto il padrone della ditta.
Così il 20 ottobre 1850 Giuseppe Pomba convola a seconde nozze,
ma purtroppo Sophie muore l'anno seguente. Inevitabilmente ritorna al
lavoro e compie l'ultima grande trasformazione aziendale: nel 1854 la
ditta si unisce con la Tipografia Sociale per formare la società
per azioni Unione-Tipografico-Editrice (U.T.E.T.). Sparisce il nome
di Pomba, ma la famiglia rimane al timone dell'azienda. Non Giuseppe,
tuttavia, poichè vi sono le nuove leve (tuttavia il genero Luigi
nel 1872 morirà all'improvviso); nel 1856 inizia un complesso
carteggio con Nicolò Tommaseo per la realizzazione del Dizionario
della ingua italiana, che inizierà la pubblicazione nel 1865
e il cui termine sarà solo nel 1879. Sposata in terze nozze Luisa
Pacchiotti, di trent'anni più giovane, Giuseppe muore per un
arresto cardiaco il 3 novembre 1876.
Il nipote Giuseppe Luigi Pomba sarà Presidente dell'azienda dal
1892 al 1929.
Nel 1924 viene assunto Carlo Verde, laureato in filosofia all'università
di Torino, il quale diviene direttore editoriale e sposa una nipote
di Giuseppe Luigi Pomba. Carlo Verde sarà Amministratore Delegato
e Presidente dal 1945 al 1981.
Le
tre sorelle Pomba nel 1846. Da sin: Clelia, Camilla, Emilia
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L'edificio all'angolo
tra piazza Castello
e Contrada di Po
Cesare Pomba
Emilia Pomba con il
figlio
primogenito nel 1861
Luigi Pomba con i figli
Sofia e
Giuseppe Luigi nel 1867
Giuseppe Luigi Pomba
Niccolò Tommaseo
nel 1858
L'edificio U.T.E.T. in Corso Raffaello
a Torino
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