Una
famiglia di artisti:
Antonio, Ettore, Eduardo, Enrico Emilio, Empedocle Ximenes
IL
CAPOSTIPITE ANTONIO XIMENES
Nasce a Palermo nel 1826 da famiglia di origine spagnola; di mestiere
è disegnatore e calligrafo. Prese parte ai movimenti del
'48 e a 22 anni era capitano della milizia rivoluzionaria, fece
anche le campagne del '49, '59 e '60. Combattè a Milazzo
e fu alla presa di Messina. Nel 1862 fu fatto prigioniero e dopo
i fatti in Aspromonte fu condotto nel forte di Barrali compagno
di uno dei Cairoli ed altri nomi noti del Risorgimento. Le cronache
narrano che si scoprisse scultore alla bella età di 42 anni
osservando i lavori del figlio Ettore. Questi studiava scultura
all'Università di Palermo con il Prof. Nunzio Morello, il
quale convinse Antonio a dedicarsi alla scultura, dandogli lezioni
per due anni. I primi lavori di Antonio sono alcune teste che vengono
molto lodate: un "San Giovanni decollato", una "Odalisca"
e "Prometeo", il quale fu uno dei lavori inviati dalla
Regia Commissione all'Esposizione Mondiale di Vienna nel 1873 da
Palermo. Per questo lavoro il Re gli conferì il titolo di
Cavaliere della Corona d'Italia. Fra gli altri lavori celebri "La
nebulosa", "La moglie di Putifarre", "Omaggio
a Vincenzo Bellini" e uno "Scudo del Generale Garibaldi"
conservato ai Musei Capitolini in Roma. Muore a Roma l'8 settembre
1896 a 70 anni. Uomo robusto e bellissimo, narra la signora Fanny
Vanzi Mussini che sul letto di morte pronunciasse le seguenti parole:
"Vuolsi così colà dove si puote".
Nel necrologio apparso qualche tempo dopo sul Corriere della
Sera sono elencati i suoi figli: tutti maschi, tutti con le medesime
iniziali, avuti dalla moglie Giulia Tolentino. Essi sono: Eduardo,
Ettore, Enrico Emilio, Empedocle, Eliodoro, ed Ernesto. Tranne l'ultimo,
negoziante, gli altri sono tutti artisti.
ETTORE
XIMENES
Nasce a Palermo l'11 aprile 1855. Dopo aver compiuto gli studi all'Istituto
di Belle Arti di Palermo, nel 1872 si reca a Napoli dove studia
scultura con Stanislao Lista e pittura con Domenico Morelli; qui
si lega di amicizia con Vincenzo Gemito. Nel 1874 si trasferisce
a Firenze, grazie ad una pensione governativa, dove si ferma sei
anni. Sono di questo periodo i busti di Antonio Stoppani e la statua
di Emilio Treves.
Nel 1877 espone "L'equilibrio", figura di giovane acrobata
su una sfera, a grandezza naturale, in seguito più volte
reiterato in dimensioni ridotte in marmo o in bronzo, opera che
vince la medaglia d'oro l'anno seguente, all'esposizione mondiale
di Parigi. A Torino nel 1880 espone "Cuore di Re" e "La
morte di Ciceruacchio". A Venezia espone "Gli scolari
del Cuore" ispirato al testo di De Amicis, opera assai elogiata
dal De Amicis stesso; al Salon di Parigi espone "Nanà",
ispirato dal romanzo di Zola; a Roma espone il gruppo monumentale
"Giulio Cesare ucciso dai congiurati". Espone anche alle
biennali e alle triennali. Vince numerosi concorsi per monumenti
pubblici in Italia e all'estero: non potendo citare le innumerevoli
opere commemorative sparse in giro per l'Italia - e sono tante -
citeremo solo quello che potremo fotografare: il monumento a Giuseppe
Garibaldi in largo Cairoli a Milano (inaugurato da Felice Cavallotti
il 3/11/1895); a Roma il monumento a Ciceruacchio, il gruppo marmoreo
dell' "Allegoria del Diritto" nel complesso monumentale
del Vittoriano, la quadriga in bronzo in cima al Palazzo di Giustizia.
Alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma sono conservate diverse
sue opere. Per l'estero, ricordiamo solo i busti di Dante Alighieri
e Giovanni da Verrazzano a New York, lo zar Alessandro II a Kiev,
il mausoleo di Raoul Suarez de Moura a Rio de Janeiro. Anche la
tomba di Emilio Treves, al cimitero monumentale di Milano, è
opera sua, come quella di Giuseppe Zanardelli a Brescia.
Insegna scultura per un certo periodo all'Istituto di Belle Arti
di Urbino, di cui è anche direttore. Ettore Ximenes è
considerato uno dei maggiori scultori italiani della seconda metà
Ottocento.
E' anche pittore, ed esegue ritratti di personaggi famosi del suo
tempo, tra cui quelli di Angelo Dell'Oca Bianca e quello di Domenico
Gnoli, conservato a Roma a Palazzo Braschi; il proprio autoritratto
è conservato a Palermo. E' anche illustratore: esegue i disegni
per il volume di De Amicis Il vino (Treves, 1889)
e Nei boschi incantati di Policarpo Petrocchi insieme
con Gennaro Amato (Treves, 1893); per l'Illustrazione Italiana,
di cui è condirettore il fratello Eduardo, esegue sporadicamente
dei disegni. Collabora al Capitan Fracassa con Gandolin negli
anni 1882-84, fonda a Firenze Il bollente Achille, e a Livorno
il giornaletto umoristico Nell'acqua, testate destinate ad
esaurirsi nel giro di poco tempo. Nel 1899 è a Urbino come
direttore dell'Istituto Raffaello, è membro della Commissione
Superiore delle Belle Arti di Roma. Riceve la Commenda della Corona
d'Italia e il Cavalierato della Legion d'Onore di Francia.
Nel 1915, a 60 anni compiuti, si reca volontario al fronte, dove
viene decorato con medaglia d'argento dal Duca d'Aosta in persona.
Muore a Roma il 30 dicembre 1926, dove viveva in una villa liberty,
da lui stesso decorata, che fungeva da abitazione-studio e museo.
EDUARDO XIMENES
Nasce, come tutti i suoi fratelli, a Palermo. E' co-fondatore de
L'Illustrazione Italiana del Treves, di cui è anche
e condirettore e direttore artistico: spesso illustra i fatti del
giorno, e sporadicamente pubblica anche qualche disegno dei fratelli.
Per casa Treves illustra anche i volumi più pregiati, come
Eva di Verga, che si avvale di 60 tavv. di Eduardo
Ximenes, Matania, Paolocci e Amato, gli stessi che illustrano per
L'Illustrazione Italiana. Con Matania e Paolocci illustra
anche Il cantico di Antonio Beltramelli (1906), e
sempre con gli stessi co-illustratori La vita militare
di Edmondo De Amicis. Avendo preso parte alla battaglia di Adua
durante la guerra d'Abissinia, ne pubblica il resoconto: "Sul
campo di Adua, diario marzo-giugno 1896", pubblicato in volume
da Treves l'anno seguente. Esegue tutte le illustrazioni del numero
unico de L'Illlustrazione Italiana editato nel 1881 in occasione
della prima del Simon Boccanegra di Verdi. Muore a Roma,
dove è sepolto al cimitero del Verano, nella tomba di famiglia
che accoglie anche il padre Antonio e i fratelli Ettore ed Emilio.
Eduardo
Ximenes,
Sul campo di Adua
Treves, 1897, front
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Eduardo
Ximenes, due illustrazioni per E. De Amicis, La vita
militare, Treves, 1908
Il volume è illustrato anche da G. Amato, V. Bignami,
G. Colantoni, E. Matania, D. Paolocci, Riera
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ENRICO EMILIO XIMENES
Nasce nel 1857. Pubblicista, fonda le testate Il Vespro e
La Democrazia. Critico e saggista, pubblica uno "Studio
critico sulla letteratura garibaldina", "Epistolario di
Giuseppe Garibaldi", "Siracusa nel passato e nel presente",
"Anna Bonanno", "I Vespri Siciliani".
EMPEDOCLE ed ELIODORO XIMENES sono pittori e disegnatori.
Empedocle
Ximenes, disegno rappresentante "La tortura",
statua di Filippo Cifariello, pubblicato su L'Illustrazione
Italiana, 1890
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©
www.letteraturadimenticata.it,
novembre 2013
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Antonio
Ximenes
(1826-1896)
Ettore Ximenes
(1855-1926)
Ettore Ximenes,
"Rinascita"
Roma, Galleria Naz. d'Arte Moderna
Ettore
Ximenes
gruppo marmoreo Il Diritto
per il monumento a
Vittorio Emanuele II (Roma)
Ettore Ximenes,
il monumento a Ciceruacchio,
monumento un tempo collocato
sul Lungotevere in Augusta e
attualmente nel
viale della
passeggiata al Gianicolo,
a Porta S. Pancrazio.
Il villino
liberty di Ettore Ximenes
in piazza
Galeno a Roma
Ettore
Ximenes, la quadriga
del Palazzo di Giustizia
(detto Palazzaccio), eseguita
nel 1907 ma qui collocata solo
nel 1925
(Guida di Roma del TCI, 2012)
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