letteratura
dimenticata
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BAD BOYS |
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Verso
la metà dell'Ottocento la letteratura per ragazzi si sviluppa a
ritmo esponenziale e conosce un impulso tale che anche gli scrittori considerati
più seri si dedicano a questo genere. E' senz'altro un genere redditizio
dal punto di vista commerciale: per secoli infatti ai ragazzi era concesso
leggere solamente libri di storia o di favole moraleggianti a fini didattici.
Tale è la "libertà di lettura" che anche romanzi
per adulti vengono letti dai fanciulli (Swift, Rabelais, Raspe, De Foe,
etc.); ben presto i romanzi vengono pensati per loro, e fiorisce il genere,
soprattutto in Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Le avventure, anche
le più inusuali, sono il centro delle trame per i maschi, mentre
la famiglia, l'amicizia e l'amore sono i temi preferiti per le femmine:
salvo per quelli che sono a tutt'oggi considerati capolavori per la gioventù,
e quindi universali (per intenderci, La capanna dello zio Tom)
maschi e femmine hanno il proprio repertorio. E per i maschi le avventure
spaziano dal fronte esotico (Kipling, Salgari) a quello della pura fantasia
(Verne). E' altresì inevitabile che ben presto si passi dai testi
più edificanti a quelli ... più divertenti.
Per un certo periodo viene dunque di moda scrivere romanzi dove il piccolo protagonista ne combina di tutti i colori, infischiandosene della morale vigente e financo del rispetto per la società (che nel mondo ristretto di un fanciullo è rappresentata dalla famiglia). Giuseppe Fanciulli, fine letterato e autore nel 1931 di una Letteratura per l'infanzia, attribuisce a questo filone anche i romanzi di Mark Twain, che noi consideriamo a un livello superiore di mera letteratura d'evasione, rappresentando una società in declino, quella schiavista del Sud degli Stati Uniti, descritta anche nei risvolti meno edificanti. Il fatto che Huckleberry Finn sia oltremodo divertente, scanzonato e irrispettoso fa sì che i ragazzi lo leggano volentieri, ma non appartiene al filone di cui vogliamo parlare: i BAD BOYS. |
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THOMAS
BAILEY ALDRICH
Un testo che abbia un bad boy come protagonista è in genere privo di morale. Le avventure narrate sono sì divertenti, ma anche terribili nella loro crudezza e nella mancanza di discernimento del protagonista, che si dichiara sempre "buono" nelle intenzioni ma risulta poi "cattivo" nelle azioni. Il primo di questo genere è Cudjo's Cave di J.T. Trowbridge, pubblicato nel 1864, seguito da The Story of a Bad Boy di Thomas Bailey Aldrich nel 1870, che appare nel 1869 a puntate sull'Our Young Folks Magazine. Il bad boy Tom Bailey è definito dallo stesso autore "not such a very bad, but a pretty bad boy." L'autore ricorda un po' la propria fanciullezza e le diverse avventure narrate sono "ripensate" dal Tom Bailey divenuto adulto. Vi è dell'introspezione e una certa nostalgia (l'adulto, in qualunque situazione storico-politica si trovi, ritiene sempre che quand'era fanciullo i tempi fossero migliori) e persino la guerra di Secessione viene dipinta in modo oleografico. E' tanto autobiografico che alcuni critici l'intendono come la prima vera realistica descrizione del periodo della gioventù nella letteratura americana e che sia stato l'ispiratore di Huckleberry Finn (ma né Aldrich né Twain presero parte alla guerra).
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GEORGE
WILBUR PECK
Negli anni a partire dal 1882 escono con il titolo Bad Boy una serie di romanzi umoristici a firma George Wilbur Peck, dove il protagonista è Hennery, "a naughty little tyke who plays pranks on others for the simple love of mischief", dove le marachelle e gli scherzi vengono combinati per il solo gusto di farli, e il protagonista li fa tanto più volentieri al padre, che li ricambia. Non sempre l'umorismo è leggero, anzi, ma attrae il gusto dei lettori e il trend ormai avanza.
col titolo: Storia di un cattivo soggetto (Desclée, Roma)
Uno dei volumi della serie di Peck ha per titolo A Bad Boy's Diary, il che può ingenerare confusione con un altro testo, assai più importante per noi, dal medesimo titolo: si tratta di A Bad Boy's Diary, apparso negli Stati Uniti nel 1880 con uno pseudonimo (W. T. Gray) che nasconde la scrittrice Metta Victor. Il romanzo ha un immediato successo, come tutti i testi della Victor, e gode di continue ristampe, anche con titoli diversi (The Bad Boy's Adventures, Containing the Humorous Experiences of Little George, New York, 1897; A Bad Boy's Diary and More Leaves from a Bad Boy's Diary, Anonimo, Newnes, London, 1925). |
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METTA
VICTORIA FULLER VICTOR
Questo romanzo è la base da cui Ester Modigliani trasse le sue Memorie di un ragazzaccio, in realtà una semplice traduzione. |
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TRADUZIONI
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Il testo della Victor viene tradotto in tedesco con il titolo Tagebuch Eines Boesen Buben, dove il protagonista prende il nome di Schorschi Hacker. A Trieste, all'epoca ancora sotto l'influenza asburgica, viene letto in questa versione tedesca, e si deve al suggerimento del triestino Giorgio Fano (Trieste, 1885 - Siena, 1963), che nel 1911 soggiorna a lungo a Firenze, la traduzione italiana di Ester Modigliani. Lo stesso Giorgio Fano nel 1920, avendo l'idea - in seguito non realizzata - di fondare una casa editrice per l'infanzia, esordisce con due titoli stampati in poche copie: le favole di Andersen e il Tagebuch, che prende il titolo di Diavolo a quattro. Poichè questi due titoli sono gli unici della non-nata casa editrice, sarà ben difficile reperirne una copia. Non sono presenti in alcuna biblioteca italiana, mentre la versione tedesca è reperibile tramite i siti web internazionali di vendita di libri. Tagebuch eines bosen Buben, Delphin-Verlag, Munchen, 1890 courtesy www.openlibrary.org Salani pubblica il testo originale nella serie I libri della Gioventù col titolo Il diario di Mastro Scompiglio, riportando come autore un "anonimo scrittore americano" e facendo un po' di ironia sul fatto che "una parte dei lettori ricorderà di aver letto qualche capitolo di questo lavoro in un altro libro". Si tratta, com'è noto, del celeberrimo Giornalino di Gian Burrasca, peraltro assai diverso sotto molti aspetti. ... ED EPIGONI Evidentemente i BAD BOYS andavano per la maggiore nel periodo tra gli ultimi anni del'Ottocento e i primi tre decenni del Novecento, sia nei Paesi anglosassoni sia in Italia, vuoi per le traduzioni, vuoi per qualche sporadico titolo autonomo. Ecco alcuni esempi: |
Il
diario di mastro Scompiglio, Salani, 1952,
cover
Il
diario di mastro Scompiglio, Salani,
1952,
nota dell'Editore
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courtesy
Tiziano Agnelli
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Salani
pubblica inoltre uno dei titoli ad imitazione del testo
della Victor, Helen's Babies di John Habberton (1842-1921)
con il titolo I ragazzi terribili, ed ancora una volta lo
pubblica "da un anonimo americano". Il testo originale negli
Stati Uniti è tuttora ristampato.
Anonimo, I ragazzi terribili, Salani, 1954 |
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VAMBA
BIOGRAFIA alla pagina AUTORI S-Z Nel Giornalino della Domenica del 3-2-1907 esce un redazionale dove si annuncia la pubblicazione prossima del Giornalino di Gian Burrasca, una sorta di diario a puntate. Nel numero promesso compare un altro redazionale dove si racconta la storiella seguente: si era presentato in redazione un tale recante un manoscritto avuto da Ester Modigliani (scrittrice operante tra il 1911 e il 1935) la quale a sua volta l'ha avuto da un ragazzino a Livorno. Vamba se ne era impadronito e intendeva pubblicarlo con i disegni "originali" dell'autore, cioè Gian Burrasca. Nel numero successivo del 17-2 finalmente appare la prima puntata e la pubblicazione continua fino al 17-5 dell'anno dopo, con la puntata conclusiva nella quale si racconta una storia diversa: il manoscritto si sarebbe ottenuto non dalla Modigliani ma dalla moglie di un usciere del tribunale dove il Giornalino era finito sotto sequestro. Nel 1911 Bemporad aveva pubblicato nella sua famosa Collana Azzurra per i ragazzi un volume intitolato Le memorie di un ragazzaccio, tradotto dall'inglese (autore anonimo) da Ester Modigliani, illustrato da Mussino. La storia è la stessa, ma il testo è ben diverso nella struttura e tira avanti fiaccamente e con avventure assurde. Non ha successo. Bemporad ristampa allora nel 1912 il testo di Vamba, comprensivo dei disegni (copia introvabile). Nel 1920 esce la versione definitiva, con le tavole originali di Vamba in bianco e nero (solo due sono realizzate a colori dall'autore) e la copertina del volume, che rappresenta la copertina del diario, di colore verde. Bemporad, poichè gode dei diritti di tutte le opere di Bertelli per ragazzi, continua a ristamparlo, via via per almeno un decennio. Senza contare le ristampe di Giunti Marzocco che continuano ancora oggi. In ogni modo, per molto tempo i critici si sono chiesti quale fosse il testo primigenio da cui la Modigliani, e successivamente Bertelli, prendono spunto. Ancora nel 1977 nelle note introduttive ad un'edizione critica del Giornalino di Gian Burrasca edito da Rizzoli nella BUR (pag. 35), si ignora come stanno le cose e ci si interroga a lungo: si fa il tentativo di risalire al noto romanzo di Aldrich, The Story of a Bad Boy, per dare originalità al testo della Modigliani, pur sapendo che il testo di Aldrich non ha nulla a che vedere con questo; tuttavia si cita la versione del Fanciulli data in Tre Toscani al Bargellini secondo il quale Bertelli fece "una riduzione di una riduzione". Fanciulli doveva saperla lunga, collaborando con Bertelli così a lungo, e infatti dice la verità: la Modigliani tradusse il testo della Victor, facendolo passare per anonimo, e Bertelli se ne impadronì, variandolo (s'intende, in meglio!). Fanciulli è amico di Bertelli, e nella sua La Letteratura per l'Infanzia (1931) quando parla del trend sulle storie di "bad boys" si guarda bene dal citare A Bad Boy's Diary, che peraltro gli doveva esser noto non solo per aver accuratamente riportato tutta la letteratura americana per ragazzi del periodo, ma anche perchè in Italia se ne era già stampata la fedele traduzione: appunto Le memorie di un ragazzaccio (tralasciamo il Diavolo a quattro che non ebbe distribuzione). Anche Antonio Lugli, nella sua Storia della letteratura per l'infanzia (1961) dice la verità, e cioè che la Modigliani aveva tradotto un libro "inglese", cosa resa possibile dal fatto che vi fu un'edizione inglese che non riportava il nome dell'autore, né quello reale né quello de plume (London, George Routledge & Sons, no date). E prosegue: "Vamba, non ritenendo adatto alla mentalità italiana lo spirito inglese, aveva preferito tirarsi addosso un'accusa di plagio e la conseguente azione legale, da cui uscì a quanto si sa senza danno." Di questa azione legale tuttavia nessuno ha mai sentito parlare, e possiamo illazionare che non ci fu perchè la Victor non seppe mai nulla delle versioni italiane del proprio testo. Vamba quindi termina le avventure di Giannino con l'invenzione del processo, che forse doveva mettere al riparo da possibili accuse di plagio non tanto il personaggio quanto l'autore.
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Sin: Marzocco, 1953; Ds: Giunti Marzocco, 1977 La celebre copertina del Giornalino di Gian Burrasca dal 1920 in poi e in qualunque edizione è sempre rimasta di colore verde, con o senza disegno Georgie Hackett/Giorgio Speroni/Giannino Stoppani: mondi diversi Non è semplice evidenziare somiglianze e differenze tra i quattro testi collazionati, per cui semplificheremo il discorso premettendo che il testo originale della Victor è ben tradotto nel Diario di Mastro Scompiglio che addirittura conserva quasi tutti i nomi originali, mentre l'adattamento della Modigliani è ripreso da Vamba, salvo discostarsene verso la fine. L'innovazione della Modigliani nelle Memorie di un ragazzaccio consiste nell'aver conferito al racconto l'andamento diaristico con l'inserimento delle date eliminando i capitoli e nell'aver dato nomi toscani ai personaggi. I nomi, si sa, hanno una grande importanza in un testo, e pertanto gli originali Lily, Bess e Sue (perfetti per il mondo dell'America rurale della Victor) diventano Ada, Luisa e Virginia e sono assai più adatti al testo "fiorentino" e al periodo; una sorta di "italianizzazione" la Modigliani dovette operarla per forza. Sebbene le avventure e i personaggi siano gli stessi, confrontando i testi si evidenziano alcune differenze di fondo. La differenza maggiore tuttavia sta nel personaggio, ma non tanto tra il Georgie originale e il Giorgio della Modigliani, quanto tra Giorgio e il Giannino Stoppani di Vamba (anche qui il cambiamento di nome ci pare importante). Georgie/Giorgio non è un buon ragazzo che commette monellerie più o meno gravi per disattenzione o per non aver capito la situazione: è effettivamente un ragazzo che commette cattiverie per il gusto di farle. Giannino invece ha tutta la comprensione del lettore perchè si pente sinceramente degli sbagli commessi, gli dispiace di far piangere la mamma, e le promesse di "esser buono" sono sincere. Il testo di Vamba diverge in maniera sostanziale da quello della Modigliani perchè pur riprendendo i medesimi personaggi e i medesimi episodi, li trasforma con levità e fine umorismo, fino a proseguire sulla via della satira di costume, nonchè politica (il socialista che si sposa in chiesa di nascosto: siamo nel 1907!). Tutta la parte del collegio è originale di Vamba (con l'omaggio al piatto nazionale fiorentino: la pappa col pomodoro), e tuttavia nel finale il divertimento scema con l'aumentare del "pensiero gianninesco" che tenta di affrancarsi da figura di monello per assumere quella di ragazzo responsabile, cosa che non riesce né al personaggio né all'autore. |
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IL
CONFRONTO DEL TESTO ...
Basta confrontare i quattro incipit riportati a lato per comprendere quale sia stato lo sviluppo del testo a partire dall'idea primigenia della Victor, passando per l'adattamento della Modigliani, per terminare con l'innovazione di Vamba, che reinterpreta il personaggio rendendolo assai più simpatico di quanto non fosse nella versione originale, ma soprattutto dandogli quella verve, quello spirito fiorentino che hanno giustamente fatto del Giornalino di Gian Burrasca un capolavoro. La Victor esordisce bene, poichè l'idea di utilizzare la grafia tipica degli illetterati - come dev'essere un piccolo George qualsiasi nell'America rurale di fine Ottocento - è assai divertente. Lo stile è molto lineare, essenziale: non una descrizione in tutto il libro, solo le avventure di una piccola peste che alla fine del testo non risulta nemmeno simpatica, infarcito com'è il racconto di episodi di cattiveria gratuita e assurda. Per il confronto tra i testi basta prendere in esame il Mastro Scompiglio, che è la fedele traduzione, salvo qualche variazione ai nomi propri (ma non ai luoghi), dove peraltro manca del tutto la caratterizzazione sociale del personaggio data appunto dal linguaggio. La Modigliani nelle Memorie di un ragazzaccio opera una prima importante variazione, cioè l'adattamento della storia collocandola a Firenze. Fa di meglio: dato che si tratta di un diario, elimina i capitoli e inserisce in capo al paragrafo le date. Cosa che Vamba accoglie nel Gian Burrasca, naturalmente innovando da subito: la data di nascita di Giannino dal 23 settembre (che riteniamo una data casuale) si si anticipa al 20 - entrata delle truppe italiane in Roma - solo per fare dell'ironia sulla mitizzazione che l'Italia giolittiana aveva fatto di tale data. Peraltro Vamba fa un po' di confusione con le date, attribuendo a Giannino nove anni nel 1905, facendolo nascere però nel 1897: ridandogli in realtà gli otto anni originali. Sebbene
le avventure e i personaggi siano gli stessi, confrontando i testi si
evidenziano alcune differenze di fondo. Innanzi tutto l'ambientazione:
il testo del Bad Boy's Diary è scritto nel 1880
ed è ambientato anonimamente in campagna (si evince che la casa
è isolata perchè bisogna andare alla posta a prendere
le lettere, così come occorre prendere il cavallo per andare
in un qualsiasi posto) e rivela abitudini tipicamente americane: il
tipo di cibo (il pranzo servito a Georgie dalla zia Bettina, ad esempio),
compreso l'immancabile giulebbe (julep); o il fatto che le tre
sorelle abbiano l'abitudine di imbellettarsi e mettersi trecce di capelli
finti, mentre nella perbenista e pudibonda Firenze se ne guardano bene.
Non mancano le citazioni casuali di fatti o personaggi che in Italia
non potevano essere comuni (Georgie nelle prime pagine pensa di "scappare
da casa e fare il Buffalo Bill"), così come l'episodio del
serraglio è stato modificato, poichè nell'originale Georgie
prende ispirazione dal Circo Barnum, e infatti c'è anche un elefante
tra gli animali riprodotti nel cortile del vicino, mentre il testo di
Vamba semplifica le cose, ispirandosi ad un non meglio identificato
serraglio ambulante dell'epoca. Georgie/Giorgio
commette delle vere crudeltà nei confronti degli animali (che
non sono considerati parte della famiglia, evidentemente, se perfino
la madre nel perdere il vecchio cane di casa in un modo atroce dimostra
una sovrana indifferenza) cosa che Giannino non fa (e non farebbe mai,
pensa il lettore). Addirittura mette la nipotina di pochi mesi in una
situazione pericolosissima volendo riprodurre il numero da circo del
fantoccio sparato col cannone. Le avventure finali scivolano nell'irreale:
la gita in pallone, il naufragio sull'isola deserta, e si sente lo sforzo
della Victor per concludere un testo che in realtà non va da
nessuna parte, e difatti viene terminato piuttosto bruscamente. La Modigliani,
che al di là delle innovazioni si era in definitiva limitata
a tradurre il testo, conclude alla stessa maniera. Tutte
queste esagerazioni vengono destramente ignorate da Vamba che vi mette
alfine del suo: la coppia piuttosto risibile che gestisce il collegio
è ancora una volta un'idea della Victor, ma la storia di Vamba
prende un andamento ben diverso e si sviluppa con personaggi autonomi
sulla via del sociale. Tutti i compagni di collegio, il Barozzo e Gigi
Balestra, lo slogan uno per tutti, tutti per uno che mette Giannino
sulla via dell'amicizia e della consapevolezza del bene comune, fanno
"crescere" il personaggio, che abbandona i balocchi per occuparsi
di cose più gravi. Si intende che le malefatte aumentano di gravità
in conseguenza di ciò, come dice lo stesso Vamba nella posfazione
del Giornalino: "E certo il nostro Giannino non
poteva capire i misteri della politica per i quali a volte la difesa
fatta da un'anima semplice e ingenua può recar più danno
di un'offesa lanciata dall'anima più nera e perversa."
Il finale, narrato appunto in postfazione dall'autore, per quanto arzigogolato
dà comunque ragione del termine del diario, e anche questo espediente
fa del testo di Vamba un vero racconto e non semplicemente una fila
di episodi.
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E DELLE ILLUSTRAZIONI
La versione della Modigliani godette delle illustrazioni di Attilio Mussino, mentre Vamba pensò di illustrare da sé il suo Giornalino. I disegni di Vamba non sono professionali e si vede, ma è proprio il tratto infantile e spesso dalla prospettiva distorta che rende questi disegni così umoristici. Vamba tuttavia si ispira all'illustre predecessore nella principale caratterizzazione dei personaggi, anche se frammischia al testo una maggior quantità di disegni, rendendoli parte integrante del testo con l'ausilio di scritte, frecce, etc. Sono molto meno attraenti le illustrazioni del Mastro Scompiglio, che riporta in copertina un disegno di Gastone Rossini e all'interno dei disegni non firmati, volutamente naif, che tuttavia non hanno la forza e la simpatia di quelli di Vamba.
Le ill. sono prese da Memorie di un ragazzaccio, riduzione dall'inglese di Ester Modigliani, Bemporad, 1911 (per gentile concessione di Università degli Studi di Milano - Centro APICE) Il giornalino di Gian Burrasca, Giunti Marzocco, 1977 |
Il frontespizio di Memorie di un ragazzaccio, riduzione dall'inglese di Ester Modigliani, Bemporad, 1911 (per gentile concessione di Università degli Studi di Milano - Centro APICE) E' interessante notare che il nome dell'illustratore riportato è Ettore Mussino, nonostante vi sia la firma estesa 'Attilio' sulla destra e su ciascuna figura interna vi sia la classica 'A' di Attilio.
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Nota
Ricordiamo a tutti i visitatori che chiunque abbia interesse alle immagini e/o ai testi di questo sito è sufficiente scrivere per accordi al webmaster, all'indirizzo di posta elettronica del sito reperibile dalla home page. Non abbiamo mai negato nulla a nessuno. Tuttavia, di recente qualcuno ha riportato come prefazione ad un proprio testo la nostra critica letteraria sui bad boys e su Vamba, appropriandosene tranquillamente. Cosa dire ...? Risponderemo citando Angelo Fortunato Formiggini, che nel suo Chi è? del 1931 riporta: "Non copiare nessuno, ridi se ti copiano." Cercheremo di essere altrettanto saggi. Elena Malaguti - Webmaster Aprile 2008 |
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