letteratura
rosa
|
|||||||||||||||||
ILLUSTRATORI Biblioteca delle Signorine Salani |
|||||||||||||||||
ABBEY
(1883
- 1955) Pseudonimo di Salomon van Abbé, nato ad Amsterdam il 31 July 1883. Il padre, commerciante in diamanti, trasferisce la famiglia in Inghilterra nel 1888, sicché Salomon è naturalizzato inglese; frequenta le scuole d'arte e nel 1923 è membro della Royal Society of Painter-Etchers. Si firma"Abbey" o "S. Abbey" per distinguersi dal fratello Joseph van Abbé (1889-1954), egualmente illustratore, che si firma "J. Abbey". C'è anche una sorella, Marianne (1887-1986). Sembra che il nome della famiglia venisse in seguito cambiato ufficialmente in Abbey. Salomon van Abbé usa anche lo pseudonimo C. Morse.(*) La sua attività durante gli anni Venti e Trenta è vasta, e include lavori per le cover di autori che in seguito diverranno notissimi, come Leslie Charteris e Agatha Christie. Nel 1914 sposa Hannah Wolff dalla quale ha due figli. Muore Londra il 28 febbraio 1955. (*) Come C. Morse firma le due illustrazioni per Lo sceicco e Il figlio dello Sceicco di Edith Hull che Salani mantiene dagli originali inglesi (VEDI). |
|
||||||||||||||||
Ferdinando
Martini,
La marchesa, Biblioteca delle Signorine Salani ill. di Giuseppe Anichini
|
|
||||||||||||||||
BARRIBAL,
WILLIAM H. (1873 - 1956) Si dice che un suo antenato spagnolo abbia fatto naufragio sulle coste della Cornovaglia e in seguito si sia stabilito in Inghilterra. William Barribal nasce nella contea di Worcester, dove inizia a lavorare come litografo, frequentando una scuola serale d'arte, poi si reca a Parigi per un anno, dove studia con diversi maestri. Tornato a Londra, lavora come cartellonista e come disegnatore per la stampa periodica fino a che ottiene un discreto successo e da quel momento opera come libero professionista. Sposa una ragazza di Worcester conosciuta in gioventù, che sarà la sua unica modella, nota come "Barribal Girl", il cui viso compare in tutte le illustrazioni editoriali e nelle riviste (tra le quali Vogue) dove la cover prevede un ritratto femminile. Barribal è uno dei maggiori illustratori del periodo art déco, attivo in vari settori: cartellonistica, cartoline, grafica pubblicitaria. Sono notissimi i manifesti realizzati negli Anni Venti e Trenta per la London North Eastern Railways e per la campagna pubblicitaria della Schweppes. In seguito si specializza nel ritratto femminile ad olio ed espone anche alla Royal Acedemy. Nella Biblioteca delle Signorine vi sono diverse sue illustrazioni dove Salani ha mantenuto le originali inglesi, tutte dei volumi di Elynor Glyn. The
Lady's Realm, March 1908, London
ill. di W.H. Barribal |
|
||||||||||||||||
BOMPARD,
LUIGI (1879 - 1953) Nasce a Bologna l'8 settembre 1879 da Giulio e Cesira Oppi; il padre Jules Bompard era di Besaçon; autodidatta, espone a Bologna nel 1900 e in seguito alle più importanti esposizioni; è attratto dall'Art Nouveau e dalla grafica tedesca delle riviste Jugend e Simplicissimus. Passa diversi anni all'estero, frequenta il gruppo di Parigi (Boldini) ed espone con olii e acquerelli, ma sperimenta anche la scultura e le vetrate (famoso è il trittico 'La negativa', 'La positiva', 'La camera oscura'). Espone nelle mostre all'estero, anche a Saint Louis (Missouri, USA). Nel 1916 partecipa alla Mostra dell'Autoritratto di Milano. Stabilitosi a Roma, in viale Giulio Cesare, collabora con diverse riviste come Italia ride e Il Travaso delle Idee ed esercita come ritrattista. Nel 1930 pubblica "Danzatrici", una raccolta di 30 disegni. Illustra moltissime cartoline. Alla seconda Biennale romana espone l'opera "Stampe" che viene acquistata dal Re. Muore a Roma nel 1953. Al momento la Redazione è in possesso di un'unica sua illustrazione per un volume della Biblioteca delle Signorine.
|
|
||||||||||||||||
BUCHEL, CHARLES (1872 - 1950) Charles Buchel nasce a Mainz (Germania) come Karl August Büchel, ma la famiglia si trasferisce in Inghilterra quand'è ancora piccino. Compie gli studi alla Royal Academy School e nel 1898 inizia a lavorare per il noto attore e manager teatrale Sir Herbert Beerbohm, per un sodalizio che dura 16 anni. Si firmerà Chas Buchel. E' ritrattista, e ritrae soprattutto le attrici dell'epoca vittoriana ed edoardiana, oltre a Herbert Beerbohm stesso nei costumi di scena. Dipinge inoltre manifesti e programmi per il teatro, e illustra diverse riviste teatrali. Illustra anche romanzi in voga: sua è l'ill. per Il domatore di Edith Hull che Salani riporta tal quale nella Biblioteca delle Signorine. Edith
Hull,
Il domatore
Biblioteca delle Signorine Salani ill. di Charles Buchel |
|
||||||||||||||||
CAVALIERI,
LUIGI
(1869
- 1940) Illustra per l'editoria quasi esclusivamente per Salani, nelle diverse collane. La firma è riportata per intero, oppure il nome puntato e il cognome per intero, o più frequentemente a sigla.
|
|
||||||||||||||||
COSTETTI,
GIOVANNI (1878 - 1949) Nasce a Reggio Emilia il 7 giugno 1878 da Massimiliano e Luisa Sacchi. Autodidatta, frequenta una scuola artigiana dalla quale fugge per andare a Torino e in seguito in Svizzera dove illustra per riviste ed esegue copie di quadri antichi per guadagnare qualche cosa. Nel 1900 ottiene una borsa di studio dalla sua città natale e si trasferisce a Firenze, dove ha occasione di migliorare la propria tecnica. E' pittore, monotipista, incisore su legno, acquafortista. Realizza una serie di acqueforti per La Nave di D'Annunzio. Nel 1903 decora con un grande medaglione la rivista Il Regno di Enrico Corradini ed entra a far parte del gruppo dei 'giovani del Leonardo' di Giovanni Papini con lo pseudonimo di Perseo e collabora all'omonima rivista. Esegue una serie di ritratti, tra i quali quello di Giovanni Papini e di Ardengo Soffici, e del fratello Romeo. La serie di ritratti gli dà la fama e critiche lusinghiere, tanto che D'Annunzio lo definisce "una rivelazione". Ma troppa notorietà gli dà fastidio e si ritira a Settignano, dove si dedica allo studio della natura. Questa fase, detta del naturalismo, dura sino al 1910, quando una crisi esistenziale gli fa letteralmente rivoltare verso il muro le sue tele più belle e si dedica ai "cartoncini" 20x30. Egli ha iniziato a comprendere i primitivi, scevri di abbellimenti retorici, ai cui criteri di spiritualità d'ora in avanti si ispira. Colui che era definito "il pittore delle belle mani" esegue forme nude, disadorne, austere, in un vero sacrificio estetico. Nel 1921 partecipa alla Ia Biennale di Roma, l'anno seguente, alla Primavera Fiorentina, espone moltissime opere, insieme con il fratello Romeo. Espone inoltre a Torino, Venezia, Roma, Monaco di Baviera, Firenze, e ottiene vari premi. Durante il Ventennio collabora da Parigi a giornali antifascisti col nome di Giannetto Sacchi. Scrive il dramma L'idolo; pubblica a Londra un volume con 24 disegni; scrive articoli di critica d'arte su varie riviste. Muore a Settignano il 3 settembre 1949. Giovanni Costetti illustra anche per l'editoria; nella Biblioteca delle Signorine Salani vi sono diverse sue illustrazioni. Il figlio MARIO COSTETTI (n. a Chiasso il 15/11/1920) prosegue l'arte paterna in Roma. Il fratello ROMEO COSTETTI (n. reggio Emilia il 27/8/1874) è pittore e ritrattista, specializzato nella monotipia. Espone in varie mostre in Italia e all'estero; nel 1930 a Parigi espone le incisioni 'Anitra selvatica', 'Riposo', 'Falco jongleur', I gatti'. Romeo Costetti illustra per la collana "Capolavori stranieri per la gioventù" di Bemporad i due volumi dei Racconti di E.A. Poe.
|
|
||||||||||||||||
DEHAY
(DEGAI), ALESSANDRO (1884 - 1962) La famiglia è di ascendenza italiana, nobile, di tradizione militare; nel 1812 si trasferisce infatti in Russia al seguito dell'armata napoleonica, e si stanzia a San Pietroburgo, dove Aleksandr nasce dal padre Nicola nel 1884 (altra fonte:1890). Frequenta la scuola militare e diviene ufficiale di cavalleria nel 1910. Sposa naturalmente una fanciulla della buona società di San Pietroburgo e prosegue la carriera militare: dapprima nelle Guardie Imperiali, in seguito nel Reggimento dei Granatieri, e infine partecipa alla Prima Guerra Mondiale con il grado di colonnello. Nella battaglia di Tarnavko perde la mano destra, ma non lascia la carriera militare, anzi: durante la Guerra Civile lo troviamo di stanza nel sud della Russia, al seguito del generale zarista Denikin, dove ha un incarico come addetto alla logistica per riportare le truppe dalla Crimea. Ma l'armata bianca viene sconfitta e Dehay, come tanti altri, ripara in Europa: Svizzera, Francia, Italia. Nel 1926 è registrato come Delegato al Congresso degli Esteri a Parigi e in Svizzera, dove si stabilisce. Inizia a dipingere soggetti militari, soprattutto costumi, ovviamente con la sola sinistra. Specialista nelle uniformi, ne crea anche di nuove e prende a riprodurre quelle dei vari reparti degli eserciti italiani (Corpo dei Carabinieri, Corpo dei Bersaglieri, Guardia di Finanza, etc.). Nel 1927 è a Roma, dove oltre alle uniformi militari illustra anche cartoline per il Museo Storico della Guerra. Illustra per la rivista Esercito e Nazione, collabora al teatro Rimskij Korolevskj, e disegna i costumi per la commedia italiana Bertoldo Bertoldino e Cacasenno nel 1937. Per qualche motivo non accertato durante la Seconda Guerra Mondiale viene fatto prigioniero e internato in Campania; dopo il conflitto si trasferisce in Argentina, dove riprende l'attività di costumista e scenografo per i teatri. Muore a Buenos Aires il 19 maggio 1962. NB La bio di Pierre Dehay è stata spostata alla pagina degli illustratori per l'editoria infantile ILLUSTRATORI D-L Alessandro
Degai, "Consegna della bandiera agli Allievi Carabinieri"
Da tanti anni cercavamo l'illustratore de Il Principe Serebriany. Ora abbiamo appurato trattarsi del russo Aleksandr Dehay, che ha italianizzato il nome in Degai (la trascrizione in caratteri latini del nome russo Dehay corrisponde a Degaj). Il pittore era in Italia nel periodo di pubblicazione del volume (1928) e Salani si deve essere rivolto a lui invece degli abituali Micheli, Zardo, etc. perché voleva nell'illustrazione l'incontro del Principe Serebriany con l'amata Elena, che però ritrova maritata, e questo lo rivela nel testo il copricapo che la donna indossa (kokoscnik, in russo nel testo). Solo un illustratore russo poteva sapere come farlo! La Redazione ringrazia Michail Talalay che ci ha fornito questa indicazione. |
A. Tolstoj, Il principe Serebriany Biblioteca delle Signorine Salani ill. firmata Dehay
Dal sito www.carabinieri.it riportiamo: A. Degai, specializzato nell'arte del figurino, della miniatura e della micropittura. Della sua pregevolissima opera si valse prima di tutti il Museo Nazionale Militare di Castel Sant'Angelo per la illustrazione storica di tutte le uniformi dell'Esercito italiano. Successivamente il Degai si dedicò alla riproduzione delle uniformi di prescrizione per i Carabinieri, a partire dal 1814, anno della loro istituzione nel restaurato Regno di Sardegna. |
||||||||||||||||
DE
MATTEIS, MARIA (1912 - 1988) Nasce a Firenze, dove risiede per tutta la vita. Debutta come illustratrice di libri di fiabe, ma presto la sua attenzione si sposta sul teatro: è costumista e figurinista teatrale di grande creatività, collaborando con i migliori scenografi e, fin dagli anni Cinquanta, con Strehler e Luchino Visconti. La sua fama tuttavia è maggiormente legata al cinema, di cui disegna i costumi per quasi tutta la produzione italiana dagli anni Quaranta e Cinquanta (chi non ricorda Piccolo mondo antico (1940, regia di Mario Soldati), ma viene chiamata anche a collaborare per le megaproduzioni hollywoodiane, tra i quali Guerra e pace (1956, regia di King Vidor) e La Bibbia (1966, regia di John Huston). Riceve il Nastro d'Argento nel 1953 per La carrozza d'oro e nel 1960 per Gastone (di Mario Bonnard). E' presente un'unica sua illustrazione nella Biblioteca delle Signorine. Antonio
Baldini, La strada delle meraviglie,
Bibliotechina de "La Lampada", Mondadori, 1923 ill. int. di Maria De Matteis |
Paul Bourget Cuore rapito cammino smarrito Biblioteca delle Signorine Salani ill. di M. De Matteis Illustrazione di M. De Matteis per il Giornalino della Domenica, Anno VIII, n° X, 7/3/1920 |
||||||||||||||||
FRY,
ROGER ELIOT (1866 - 1934) Roger Eliot Fry nasce il 14 dicembre 1866 da una famiglia benestante (il padre è il giudice Sir Edward Fry); critico d'arte e pittore, studia al King's College di Cambridge tra il 1885 e il 1889, in seguito studia arte e si specializza nel Rinascimento italiano e negli impressionisti francesi, con lunghi periodi di studio in Italia e in Francia. Ma è l'incontro con Cézanne che lascia un'impronta sulla sua formazione. Nel 1896 sposa Helen Coombe dalla quale ha due figli. Nel 1900 insegna storia dell'arte in una delle Università di Londra. Dal 1906 al 1910 è uno dei curatori del New York Metropolitan Museum. Rientrato in Inghilterra, con due mostre dà origine al movimento conosciuto come post-impressionismo, apre una galleria d'arte per l'avanguardia. Ha una relazione con Vanessa Stephens, sorella di Virginia Woolf, che catalizzava attorno a sé un determinato gruppo di amici, poi denominato "gruppo di Bloomsbury", dall'ultimo indirizzo della coppia Woolf. Fry fa parte i questo gruppo sin dall'inizio, quando ancora abita a Holloway, con l'anziana madre e la sorella Margery. Sul gruppo di Bloomsbury esiste un'ampia letteratura e a quella rimandiamo; in questa sede ci limitiamo a dare alcune notizie private e piuttosto curiose, come quella che riguarda i domestici. Il gruppo aveva l'abitudine di scambiarseli, o prestarseli a vicenda nel caso di un bisogno urgente o improvviso. Almeno quattro domestiche che avevano servito in casa Fry passarono ai Woolf o alla sorella Vanessa, sposata Bell, tra cui la cuoca di Virginia Woolf nel 1916, Nelly Boxall, che per i diciotto anni passati in casa Woolf tenne un diario (non pubblicato: peccato). Virginia Woolf gli dedica una biografia, intitolata semplicemente Roger Fry (1940). Roger Fry organizza un gruppo di giovani artisti in un collettivo chiamato Omega Workshops, il cui scopo è di trasmettere l'estetica innovativa del post-impressionismo nel design degli oggetti di uso quotidiano (stoffe, mobili, etc.) Il gruppo Omega rimane attivo fino al 1919. Risale a questo periodo anche la pur scarsa attività di bozzettista, che include i disegni a china; solo per alcuni amici (come Clare Sheridan) illustra alcuni testi. E' autore di diversi trattati di critica, e noto conferenziere. E' anche ritrattista (tra gli altri, Bertrand Russell, John Maynard Keynes). Nel 1933 è chiamato ad insegnare a Cambridge, ma muore improvvisamente a Londra il 9 settembre 1934. |
|
||||||||||||||||
GHINI,
GUGLIELMO (1901 -
n.d.) Nasce a Firenze il 2 giugno 1901, dal 1920 al 1924 frequenta l'Accademia Belle Arti con il Prof. Ezio Marzi e il prof. Augusto Bastianini. Nel 1926 inizia l'attività artistica come ritrattista ad olio e a pastello. Espone in una personale a Livorno nel 1928, e in seguito a Milano (1939), Roma (1931 e 1936), Genova (1936), Firenze (1936 e 1940), Pavia (1936 e 1939), Biella (1945). Il dipinto intitolato "Il racconto del reduce" è esposto alla Galleria d'Arte Moderna di Pavia. Durante la sua permanenza a Firenze abitava in via Emanuele Repetti 8. Nella Biblioteca delle Signorine sono presenti due sue illustrazioni; altre illustrazioni si trovano nei volumi della Biblioteca Azzurra Salani, e in varie riviste. |
A. Dumas, Robin Hood, Società Editrice "La Voce", 1924 cover di G. Ghini |
||||||||||||||||
GRAVES,
FREDERICK PERCY (1837 - 1903) Frederick Percy Graves, pittore londinese dedito al ritratto e ai paesaggi; partecipa ad alcune mostre della Royal Society of Painter-Etchers, della Society of British Artists, al British Institution. Il fratello maggiore, Robert Edmund Graves, per molti anni lavora al British Museum ed è il compilatore di un'edizione riveduta del Bryan's Dictionary of Artists and Engravers (1899-1905) che era stata pubblicata nel lontano 1849. I suoi ritratti sono assai apprezzati; qui citiamo due dei più noti, quello di Anne Elizabeth Weld-Forester countess of Chesterfield, e quello di Eliza Campbell con la figlia Jessie; Percy Graves, tuttavia, come quasi tutti i pittori dell'epoca, illustra e realizza le sovracoperte per l'editoria libraria. Una sua celebre cover è quella per Under the Greenwood Tree di Thomas Hardy (recentemente ripubblicato). Nella Biblioteca delle Signorine vi sono alcune sue illustrazioni dove Salani ha mantenuto le originali inglesi. Frederick
Percy Graves by Monsieur Louis
albumen carte-de-visite, April 1864 © National Portrait Gallery, London pubblished here for educational purposes under CC licence |
|
||||||||||||||||
KIENERK,
GIORGIO (1869 - 1948)
Giorgio
Kienerk
|
IL MUSEO GIORGIO KIENERK A FAUGLIA (PI) Il Museo dedicato a Giorgio Kienerk è stato realizzato per contenere e garantire la pubblica fruizione della raccolta di opere d'arte eseguite dall'Artista che la figlia Vittoria ha voluto donare alla Comunità di Fauglia. Giorgio Kienerk ha avuto un legame di consuetudine con questa località: con la moglie Margherita e la figlia egli ha trascorso ogni estate dal 1919 fino alla morte nella villa di famiglia poco distante. |
||||||||||||||||
MANNUCCI,
CIPRIANO (1882 - 1970) Cipriano
Mannucci, Autoritratto (1912)
|
Salani ne utilizzò una delle tavole interne per la copertina.
|
||||||||||||||||
MASSANI, POMPEO (1850 - 1920) Pompeo Guido
Egisto Ferdinando Zulimo Giovacchino Spiridione Massani, figlio di Adolfo
e Appollonia Fioravanti nasce a Firenze il 4 dicembre 1850. Ill.
di Pompero Massani per il libro di liriche e testi vari di
Principessa Dora, Monologhi, Bemporad, 1901 |
Ill. di Pompero Massani per Salani (courtesy Laboratorio Arti Visive) |
||||||||||||||||
MICHELI
PELLEGRINI, ALBERTO (1870 - 1952) Nasce a Firenze dal celebre architetto Vincenzo Micheli (1830-1905) direttore dell'Accademia di Belle Arti fiorentina. Discepolo di Giovanni Fattori, si dedica alla pittura, esponendo fin dal 1896 e partecipando a numerose mostre collettive. In seguito diviene celebre nel ritratto femminile, ma non disdegna la grafica e l'illustrazione, anzi, è uno dei più attivi collaboratori di diverse case editrici, in particolare Salani, per il quale esegue le immagini in antiporta della maggioranza assoluta dei volumi della Biblioteca delle Signorine, sia la prima versione sia la seconda. Collabora a diverse testate tra le quali Fiammetta, Italia ride, e Novissima. Fa parte delal società "Leonardo da Vinci" fondata dall'intellettuale Angiolo Orvieto, di cui esegue il ritratto, e fa parte senz'altro dell'intellighenzia del tempo. In genere si firma A. Micheli senza la P. Biografia completa nel volume di Anna Levi Storia della Biblioteca dei Miei Ragazzi.
Alberto
Micheli Pellegrini nel suo studio
(da Caffè Michelangiolo, Firenze, V, n. 3, 2001) |
La Croce Rossa Italiana Giovanile, Anno VIII, n° 7, Aprile 1929-VII, periodico della Croce Rossa di Roma, che si rivolgeva all scuole promuovendo anche la corrispondenza interscolastica con l'estero. Tra i redattori di questo numero citiamo Fiducia e Milly Dandolo. Cover "Aiutate i vecchi" di A. Micheli |
||||||||||||||||
MINARDI,
ADRIANO (1857 - 1938) Pittore, cartellonista e illustratore, attivo a Roma dal 1890 fino a tutti gli Anni Trenta, collabora alla Tribuna illustrata con lo pseudonimo di Silhouette, alla Tribuna Illustrata della Domenica di cui è copertinista, al Corriere Illustrato della Domenica, a L'Illustrazione Italiana. Come cartellonista, disegna il manifesto dell'Expo di Buenos Aires del 1910. Lavora per numerosi editori (Salani, Sonzogno, Bemporad) illustrando una quarantina di libri. L'illustrazione di Senza Famiglia per la Biblioteca delle Signorine proviene da un'edizione precedentemente editata da Salani per la collana I Grandi Libri. Muore a Roma. H.
Malot,
Senza Famiglia
collana I Grandi Libri, Salani 1927 il frontespizio reca: 'disegni del pittore Adriano Minardi' |
Carolina Invernizio, Spazzacamino, Salani 1935 ill. int. di A. Minardi |
||||||||||||||||
OLIVOTTO,
JACOPO (1873 - 1955) Jacopo Angelo Olivotto nasce il 26 settembre 1873 a Tredozio (Forlì) da Marco e Felicita Giordani, che hanno appena perduto una figlia, Giuseppina (nata nel marzo del 1871 e morta nel novembre dell'anno successivo). Marco Olivotto è un trovatello, con una curiosa storia: fu lasciato nella ruota ben vestito e perfino ingioiellato; da adulto fa il ciabattino ed è anarchico e anticlericale. Jacopo si ammala di tubercolosi ossea e i medici propongono terribili amputazioni, sicchè il ciabattino decide di lasciarlo morire senza tranciargli gli arti; per passare il tempo il ragazzo, costretto a letto, disegna. Poi guarisce. Nel frattempo il padre ha compreso il talento del figlio, e lo manda poi alla Scuola d'Arte di Firenze, dove è allievo del Ciseri, un maestro neoclassico, ma conosce anche i macchiaioli, in particolare Odoardo Borrani di cui frequenta lo studio. Nel lungo percorso della sua carriera, Olivotto si è sempre attenuto all'arte verista, disprezzando l'arte "moderna" e l'astrattismo. Dai macchiaioli riprende il bozzetto, ma diverrà famoso come ritrattista. Jacopo Olivotto sposa Assunta Benesperi, dalla quale ha tre figli: Alberto (n. 1902), Elena e Rita. La primogenita muore da piccola di meningite, ma egli fa a tempo a comporre un delizioso quadro dei suoi tre figli. Rita, sposata Dry, avrà i figli Enzo e Alberto. Verso il 1916 Jacopo Olivotto si trasferisce in Francia, dove è assai apprezzato; a Nizza affresca la chiesa di Saint François-de-Paule, a Clermont-Ferrand affresca la villa di un importante industriale. Il figlio Alberto, all'epoca appena quattordicenne, non lo segue in Francia e si trasferisce a Milano. Sposa Clementina Dal Ben, dalla quale avrà quattro figli: Gisa, Marta, Massimo e Lucia. Massimo sposa la fiorentina Raimonda Giarrè, che gli darà quattro figli: il primogenito Jacopo, Tommaso, Bernardo e Maria. E' Tommaso che eredita l'arte dell'avo, è infatti architetto e incisore. Attorno al 1940 Jacopo Olivotto rientra in Italia a causa della guerra, perdendo al contempo tutti i suoi beni. E' probabilmente per questo motivo che esegue delle copie dei maestri rinascimentali e forse qualche illustrazione per l'editoria. Non si hanno tuttavia altri esempi di illustrazione tranne quella per Romola nella Biblioteca delle Signorine Salani. Potrebbe anche trattarsi della riproduzione di un quadro, dato che l'illustrazione originale riporta anche una ricca cornice dipinta. Tuttavia l'edizione del volume è del 1930, quando Olivotto era ancora in Francia e non aveva problemi economici. La firma è in maiuscoletto, mentre nei dipinti è in corsivo. Nel 1942 espone una personale a Prato presso il Circolo Littorio: vende immediatamente tutte le 54 opere esposte (ritenendo per sé solo il ritratto della moglie, che lascia alla Galleria degli Uffizi per testamento, e quello della nuora) che compendiano un po' tutti i generi nei quali è maestro, dalle nature morte ai bozzetti macchiaioli (v'è un quadro intitolato "Bovi"), dai paesaggi ai molti ritratti sia ad olio sia a pastello di personaggi dell'epoca, tra i quali il Podestà di Firenze, marchese Dino Perrone Compagni. Jacopo Olivotto muore a Firenze il 22 gennaio 1955.
J.
Olivotto, ritratto dei nipoti Gisa, Marta e Massimo (olio su tela)
© Massimo Olivotto courtesy Massimo Olivotto |
G. Eliot, Romola, Biblioteca delle Signorine Salani ill. di I. Olivotto
courtesy Massimo Olivotto
|
||||||||||||||||
PISA,
ALBERTO (1864 - 1930) Ferrara,
Via Savonarola 10: la casa natale di Alberto Pisa e Giovanni Boldini.
La targa commemorativa tuttavia fa riferimento solamente a quest'ultimo.
Alberto
Pisa
in una fotografia degli Anni Venti (sin) e (ds) nell'Autoritratto |
|
||||||||||||||||
ROSSI,
GIUSEPPE (1876 - 1952) Giuseppe Egisto Guglielmo Rossi nasce a Firenze il 25 ottobre 1876 da Giovanni e Adele Curradi. Studia all'Accademia di Belle Arti sotto la guida del Sorbi e del Ciaranfi. Esordisce con un ritratto alla mostra della Società di Belle Arti nel 1899, e con ritratti o quadri di figura partecipa a tutte le mostre fiorentine, ma anche a parecchie nazionali. Nel 1904 con il "Ritratto di Renato Brogi" vince il primo premio della Promotrice. Al ritratto dedica la sua principale attività, ed anche la figura, da lui studiata dal vero e dai primitivi, è uno dei suoi generi peculiari. Esegue il ritratto di moltissime personalità dell'aristocrazia, militari e politiche: tra gli altri, Madame Nouflard, l'avv. Pescetti, l'avv. Mazzoni, i coniugi Freschetti, il Comm. Citi, il principe Turn und Taxis e il Gen. Paver (esposto a Palazzo Pitti nel 1927). Tiene una scuola di pittura per stranieri, nel suo studio di viale Milton 21, grande fabbricato che ospitava gli studi dei pittori a cavallo tra Otto e Novecento. Diverse sue opere si trovano in collezioni pubbliche, e alcuni quadri a soggetto sacro si trovano nelle chiese fiorentine. Lavora instancabilmente per tutta la vita: ancora poche ore prima di morire ha la forza di terminare un pastello, nella casa di Padova dove si è trasferito, il 25 giugno 1952. Come molti, saltuariamente si dedica all'illustrazione: per la Biblioteca delle Signorine Salani esegue una dozzina di illustrazioni, firmate G. Rossi, o semplicemente G.R., ma tutte rigorosamente in colore rosso.
|
Delly,
Una donna superiore, Biblioteca delle Signorine Salani |
||||||||||||||||
ROSSINI,
GASTONE (1920 - 2001)
(courtesy
Lia Madorsky)
|
|
||||||||||||||||
SCARSELLI,
ADOLFO (1866 - 1945) Nasce a Firenze, e nella città natale vive e opera. Negli anni 1896-97 è autore di illustrazioni umoristiche a tutta pagina per Fiammetta, rivista di breve durata tenuta a battesimo da Diego Martelli. Collabora al Cavalier Cortese (1898) e al celebre Marzocco, rivista di Lettere e d'Arti dei fratelli Orvieto, insieme con Chiostri, Micheli, Signorini, Fattori. Illustra Cuore del popolo: libro per l'adolescenza, Paggi (Nuova biblioteca educativa), 1892. Per la casa editrice Paggi (poi Bemporad) illustra alcuni volumi della Biblioteca Azzurra. E' presente un'unica sua illustrazione nella Biblioteca delle Signorine. Fiorenza, Prime pagine della vita, Bemporad, 1902 |
E. Werner, Fata Morgana Biblioteca delle Signorine Salani ill. di Adolfo Scarselli |
||||||||||||||||
TABET,
GIORGIO (1904 - 2002) Nasce a a Genova il 4 febbraio 1904 da Guido e Luisa Treves, primogenito di una famiglia numerosa. Compie studi regolari ed è già bravo in disegno, in seguito prende lezioni da Giuseppe Palanti, insegnante all'Accademia di Brera. Si laurea in Giurisprudenza. Nel 1926 lo zio Sabatino Lopez lo agevola nell'attività di illustratore con la raffinata rivista Lidel, insieme con Enrico Sacchetti, Marcello Dudovich, Filiberto Mateldi, Piero Bernardini, Sinopico, Sto. Poi La Lettura, L'Ambrosiano, Il Secolo XX. Nei primi tempi, a Milano, condivide lo studio con Michele Cascella. Viene presentato ad Eugenio Gara (futuro marito di Milly Dandolo), redattore capo de L'Illustrazione Italiana di Casa Treves. Collabora poi al Guerin Meschino, insieme con Manca, Bisi, e tanti altri vignettisti, e a Comoedia. Tabet lavora di preferenza a mezzatinta o a penna, i rapidi schizzi ritraggono le personalità dell'epoca: autori, attori, artisti, uomini illustri, uomini di sport. Dal 1934 al 1936 collabora anche al Corriere dei Piccoli. Conosce negli ambienti artistici Maria Fahringer, attrice viennese, che gli darà il figlio Guido, e che sposerà solo nel 1944. Negli Anni Trenta comincia l'illustrazione editoriale: illustra alcune copertine della collana Le scie e circa 80 copertine della collana Omnibus della Mondadori, inclusa la prima cover di Via col vento, alcune copertine de I Gialli Mondadori, de Il romanzo mensile, Oggi, La Domenica del Corriere, e alcune locandine di cinema. Negli Anni Quaranta sviluppa l'attività cartellonistica e pubblicitaria. Illustra moltissime copertine per la Biblioteca delle Signorine Salani nella seconda versione (Romanzi della Rosa e Grandi Romanzi Salani) negli Anni Quaranta e Cinquanta. E' anche pittore e ritrattista. Suoi sono celebri ritratti di Alida Valli e Anna Magnani, e di altre personalità del cinema e del teatro. Nel 1968 vince la seconda edizione del "Premio Illustrazione" istituito da Epoca. Muore a Cecina nel 2002.
|
|
||||||||||||||||
TOSCHI,
ERMANNO (1906 - 1999) Nasce a Lugo di Romagna il 4 aprile 1906; il padre Guido è fotografo, la madre Laura muore lasciando i figli Margherita ed Ermanno ancora piccini. Nel 1920 la famiglia si trasferisce a Firenze, dove Ermanno segue il corso di Decorazione Industriale (suoi insegnanti sono Luigi Cavalieri e Giacomo Lolli) alla Scuola Professionale d'Art Decorative (poi Regio Istituto Artistico Industriale, dal 1923 noto come Istituto d'Arte di Porta Romana, nelle scuderie di Palazzo Pitti, di cui Ugo Ojetti sarà Presidente e Salvetti il Direttore). Conosce Vittorio Granchi (1908-1992) pittore e restauratore, del quale nel 1935 sposerà una delle tre sorelle, esperte ricamatrici in rafia, Giovanna, che gli darà due figli, Paolo nel 1938, anch'egli pittore, e Maria Laura. Vittorio Granchi collabora con l'arch. Coppedè per la decorazione delle grandi navi di linea e per decorazioni di ambienti, e saltuariamente illustra per l'editoria; il suo nome è indissolubilmente legato alla grande scuola fiorentina del restauro, che egli fondò, dove l'artigiano diventa una figura professionale di alta valenza, autonomo creatore di pensieri e di forme. Suo è il restauro compiuto sul Crocifisso di Cimabue dopo l'alluvione di Firenze del 1966. I due cognati frequentano la Società delle Belle Arti e alle mostre sindacali conoscono Galileo Chini. Ermanno Toschi frequenta la Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Belle Arti. Allestisce varie mostre personali e collettive, partecipa con successo a molti concorsi di pittura, dal 1935 al 1952 è presente alle Quadriennali di Roma; nel 1936 sue opere vengono esposte alla Biennale di Venezia dove nel 1938-40 esegue affreschi sul posto. Notevole è l'attività nel campo dell'arte sacra, con opere in chiese fiorentine (un'Annunciazione è visibile in un tabernacolo in Via dell'Agnolo a Firenze); nel 1948 a Roma riceve un premio alla mostra d'arte sacra con due stazioni della Via Crucis. Nel 1952 sono presenti alcune sue opere alla mostra "50 anni di arte toscana" a Palazzo Strozzi; nel 1956 riceve il Lauro d'oro al Premio Vallombrosa; nel 1957 partecipa alla "Mostra Nazionale Artisti Romagnoli" a Bologna dove vince il primo premio; nel 1960 il primo premio al Mugello. Nel 1990 partecipa alla mostra "Firenze tra le due guerre". Numerose sono le mostre personali. Dal 1975 dopo la morte della moglie si trasferisce al Girone, dove nel 1986 viene allestita una mostra antologica. Nel 1994 all'Accademia delle Arti del Disegno in Piazza S. Marco viene allestita una mostra con opere dal 1923 al 1950; nel 1995 la stessa mostra viene allestita a Lugo. E' nominato Accademico Aggregato della Classe di Pittura dell'Accademia delle Belle Arti (1956, Firenze); all'Accademia dei 500 (1962, Roma); all'Accademia Tiberina (1964, Roma). Muore a Girone (Fiesole) l'11 febbraio 1999. (Una più ampia biografia scritta dai figli Paolo e Maria Laura è reperibile nel catalogo della mostra tenuta nel 1994 a Firenze presso l'Accademia delle Arti del Disegno). Non sembra che abbia illustrato per l'editoria, tranne sporadicamente.
©
Famiglie
Toschi e Masini
Courtesy Famiglie Toschi e Masini Ermanno Toschi, "Annunciazione" tabernacolo in Via dell'Agnolo (Firenze) L'opera è protetta da vetro, causa dei colori riflessi nella parte superiore (fotografia eseguita da Piero M.) |
Vittorio Granchi ed Ermanno Toschi negli Anni Sessanta © Archivio Studio Granchi Firenze Courtesy Archivio Studio Granchi Firenze |
||||||||||||||||
VICENZI,
ARISTOTILE (1879 - ....) Nasce il 22 luglio 1879 a Napoli. Illustra diversi volumi della Biblioteca delle Signorine Salani nella prima e seconda edizione (cover bianca con fregi bordeaux, cover bianca con fregi verde e oro). Aristotile
Vicenzi,
veduta di Lierna-Lecco, olio su tela
|
|
||||||||||||||||
VITALI, EMILIO (1901 - 1979) Nasce
a Milano il 5 luglio 1901 da una agiata e antica famiglia, un tempo proprietaria
della bella Villa Oleandra sul Lago di Como (attualmente di proprietà
di un attore americano). Frequenta l'Accademia di Brera, la sua carriera
inizia nel 1929 presenziando alla Biennale di Brera e alla Biennale di
Venezia. E' del 1933 la sua prima personale, in una galleria milanese,
e del 1935 la partecipazione alla Quadriennale romana. Da allora espone
in innumerevoli collettive in Italia e all'estero, in particolare a Buenos
Aires. Noto ritrattista, i suoi ritratti figurano in molte collezioni
private; dopo l'ultima guerra si è dato alla paesaggistica. Negli
Anni Sessanta viene assai favorevolmente criticato da Orio Vergani e Giorgio
Nicodemi. Nel 1965 riceve la medaglia d'oro Città di Torino - Premio
Internazionale "Europa 1965", pergamena d'onore e stella d'argento.
Sue opere sono conservate alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, a Buenos
Aires e a Torino. Ha tre figlie e due nipoti.
Nella Biblioteca delle Signorine sono presenti due sue illustrazioni firmate.
|
|
||||||||||||||||
ZARDO,
ALBERTO (1876 - 1959) Nasce a Padova il 10 maggio 1876 da Antonio, professore universitario, e Anna Maria Meggiorini. Nel 1886 il padre viene trasferito a Firenze, dove Alberto frequenta all'Accademia di Belle Arti i corsi di figura e di scultura, iscrittovi nel 1891. Nel 1898 supera la selezione per il pensionato artistico nazionale, confermato ancora nel 1900. Nello stesso anno Alinari bandisce un concorso per le illustrazioni della Divina Commedia al quale partecipano innumerevoli artisti, e Alberto Zardo vince un premio per le illustrazioni dei Canti VIII e IX dell'Inferno (secondo è Armando Spadini e terzi ex aequo Natale Faorzi e Duilio Cambellotti). Da queste illustrazioni vennero ricavate cartoline, genere nel quale in seguito Zardo si specializza, realizzando le serie Spettacoli di aviazione a Firenze (1910) e Panorami di Roma. Realizza anche manifesti pubblicitari e nel 1913 illustra un volume del padre, Ballate ed altre poesie. Nel frattempo, risiedendo in Borgo San Frediano, affitta un locale come studio in via delle Belle Donne 8. Partecipa a diverse mostre collettive anche all'estero, come San Pietroburgo, Monaco, Bruxelles e San Francisco. Negli Annni Venti origina una sua scuola di pittura sui Lungarni. A Firenze sono conservate in diverse chiese sue opere a soggetto sacro, mentre al Quirinale è conservato il quadro "Colline toscane". Scapolo, vive con una sorella, e muore a Firenze il 5 ottobre 1959. Illustra diversi volumi della Biblioteca delle Signorine Salani nella prima e seconda edizione (cover bianca con fregi bordeaux, cover bianca con fregi verde e oro) e altre collane Salani. Si firma in maiuscoletto con la A puntata. Alberto
Zardo,"Autoritratto"
|
ill. in antiporta di Alberto Zardo per Mosé, della serie Piccoli Libri Santi Salani, 1933 |
||||||||||||||||