letteratura rosa

ILLUSTRATORI
Biblioteca delle Signorine Salani

ABBEY (1883 - 1955)

Pseudonimo di Salomon van Abbé, nato ad
Amsterdam il 31 July 1883. Il padre, commerciante in diamanti, trasferisce la famiglia in Inghilterra nel 1888, sicché Salomon è naturalizzato inglese; frequenta le scuole d'arte e nel 1923 è membro della Royal Society of Painter-Etchers. Si firma"Abbey" o "S. Abbey" per distinguersi dal fratello Joseph van Abbé (1889-1954), egualmente illustratore, che si firma "J. Abbey". C'è anche una sorella, Marianne (1887-1986). Sembra che il nome della famiglia venisse in seguito cambiato ufficialmente in Abbey. Salomon van Abbé usa anche lo pseudonimo C. Morse.(*) La sua attività durante gli anni Venti e Trenta è vasta, e include lavori per le cover di autori che in seguito diverranno notissimi, come Leslie Charteris e Agatha Christie. Nel 1914 sposa Hannah Wolff dalla quale ha due figli. Muore Londra il 28 febbraio 1955.



(*) Come C. Morse firma le due illustrazioni per Lo sceicco e Il figlio dello Sceicco di Edith Hull che Salani mantiene dagli originali inglesi (VEDI).


Elynor Glyn
Prima o poi
Biblioteca delle Signorine Salani 1932
ill. di Abbey
B. Bolt,
La sposa del pirata,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Abbey

ANICHINI, GIUSEPPE e ANICHINI, EZIO

Illustratori entrambi per la Casa Editrice Bemporad, rispettivamente padre e figlio, eccezionalmente troviamo pochissime illustrazioni nella Biblioteca delle Signorine.
Per le note biografiche rimandiamo pertanto alla pagina ILLUSTRATORI A-C.

Ferdinando Martini,
La marchesa
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Giuseppe Anichini

 


Elisabeth Werner,
Il castello di Aldenkron
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Ezio Anichini

Fulvia,
Virtù d'amore
,
Biblioteca delle Signorine
Salani
ill. di Ezio Anichini



BARRIBAL, WILLIAM H. (1873 - 1956)

Si dice che un suo antenato spagnolo abbia fatto naufragio sulle coste della Cornovaglia e in seguito si sia stabilito in Inghilterra. William Barribal nasce nella contea di Worcester, dove inizia a lavorare come litografo, frequentando una scuola serale d'arte, poi si reca a Parigi per un anno, dove studia con diversi maestri. Tornato a Londra, lavora come cartellonista e come disegnatore per la stampa periodica fino a che ottiene un discreto successo e da quel momento opera come libero professionista. Sposa una ragazza di Worcester conosciuta in gioventù, che sarà la sua unica modella, nota come "Barribal Girl", il cui viso compare in tutte le illustrazioni editoriali e nelle riviste (tra le quali Vogue) dove la cover prevede un ritratto femminile. Barribal è uno dei maggiori illustratori del periodo art déco, attivo in vari settori: cartellonistica, cartoline, grafica pubblicitaria. Sono notissimi i manifesti realizzati negli Anni Venti e Trenta per la London North Eastern Railways e per la campagna pubblicitaria della Schweppes. In seguito si specializza nel ritratto femminile ad olio ed espone anche alla Royal Acedemy. Nella Biblioteca delle Signorine vi sono diverse sue illustrazioni dove Salani ha mantenuto le originali inglesi, tutte dei volumi di Elynor Glyn.


The Lady's Realm, March 1908, London
ill. di W.H. Barribal


Elynor Glyn,
La carriera di Caternia Bush
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di W.H. Barribal

Elynor Glyn,
Tutto si paga
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di W.H. Barribal



BOMPARD, LUIGI (1879 - 1953)

Nasce a Bologna l'8 settembre 1879 da Giulio e Cesira Oppi; il padre Jules Bompard era di Besaçon; autodidatta, espone a Bologna nel 1900 e in seguito alle più importanti esposizioni; è attratto dall'Art Nouveau e dalla grafica tedesca delle riviste Jugend e Simplicissimus. Passa diversi anni all'estero, frequenta il gruppo di Parigi (Boldini) ed espone con olii e acquerelli, ma sperimenta anche la scultura e le vetrate (famoso è
il trittico 'La negativa', 'La positiva', 'La camera oscura'). Espone nelle mostre all'estero, anche a Saint Louis (Missouri, USA). Nel 1916 partecipa alla Mostra dell'Autoritratto di Milano. Stabilitosi a Roma, in viale Giulio Cesare, collabora con diverse riviste come Italia ride e Il Travaso delle Idee ed esercita come ritrattista. Nel 1930 pubblica "Danzatrici", una raccolta di 30 disegni. Illustra moltissime cartoline. Alla seconda Biennale romana espone l'opera "Stampe" che viene acquistata dal Re. Muore a Roma nel 1953.
Al momento la Redazione è in possesso di un'unica sua illustrazione per un volume della Biblioteca delle Signorine.


Sopra: Lugi Bompard
Sin: autoritratto
le immagini soprastanti sono cortesemente fornite da
www.luigibompard.com
e non sono riproducibili senza autorizzazione


cartoline di Lugi Bompard


E. Werner, Il vincitore,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Lugi Bompard

Marcel Prévost
Il domino giallo,
Sonzogno, 1925
cover di Lugi Bompard





cartoline di Lugi Bompard

courtesy Ulisse Collezioni
(la quarta domenica del mese al mercato dell'antiquariato di
viale Carlo Felice, Roma)
BUCHEL, CHARLES (1872 - 1950)

Charles Buchel nasce a Mainz (Germania) come Karl August Büchel, ma la famiglia si trasferisce in Inghilterra quand'è ancora piccino. Compie gli studi alla Royal Academy School e nel 1898 inizia a lavorare per il noto attore e manager teatrale Sir Herbert Beerbohm, per un sodalizio che dura 16 anni. Si firmerà Chas Buchel. E' ritrattista, e ritrae soprattutto le attrici dell'epoca vittoriana ed edoardiana, oltre a Herbert Beerbohm stesso nei costumi di scena. Dipinge inoltre manifesti e programmi per il teatro, e illustra diverse riviste teatrali.

Illustra anche romanzi in voga: sua è l'ill. per Il domatore di Edith Hull che Salani riporta tal quale nella Biblioteca delle Signorine.

Edith Hull, Il domatore
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Charles Buchel


Charles Buchel, ill. per Peter Pan,
1904


Sin.: C. Buchel: Sir Herbert Beerbohm Tree (1853-1917) as William Shakespeare's Shylock in The Merchant of Venice, 1914.
The original belongs to the collection of The National Museum of the Performing Arts (The Theatre Museum), London.


CAVALIERI, LUIGI (1869 - 1940)

Illustra per l'editoria quasi esclusivamente per Salani, nelle diverse collane. La firma è riportata per intero, oppure il nome puntato e il cognome per intero, o più frequentemente a sigla.



ARTICOLO su Luigi e M.A. Cavalieri di Silvia Serreli



A. Manzoni
I promessi sposi

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di L. Cavalieri

P. Craven
Eliana

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di L. Cavalieri

COSTETTI, GIOVANNI (1878 - 1949)

Nasce a Reggio Emilia il 7 giugno 1878 da Massimiliano e Luisa Sacchi. Autodidatta, frequenta una scuola artigiana dalla quale fugge per andare a Torino e in seguito in Svizzera dove illustra per riviste ed esegue copie di quadri antichi per guadagnare qualche cosa. Nel 1900 ottiene una borsa di studio dalla sua città natale e si trasferisce a Firenze, dove ha occasione di migliorare la propria tecnica. E' pittore, monotipista, incisore su legno, acquafortista. Realizza una serie di acqueforti per La Nave di D'Annunzio. Nel 1903 decora con un grande medaglione la rivista Il Regno di Enrico Corradini ed entra a far parte del gruppo dei 'giovani del Leonardo' di Giovanni Papini con lo pseudonimo di Perseo e collabora all'omonima rivista. Esegue una serie di ritratti, tra i quali quello di Giovanni Papini e di Ardengo Soffici, e del fratello Romeo. La serie di ritratti gli dà la fama e critiche lusinghiere, tanto che D'Annunzio lo definisce "una rivelazione". Ma troppa notorietà gli dà fastidio e si ritira a Settignano, dove si dedica allo studio della natura. Questa fase, detta del naturalismo, dura sino al 1910, quando una crisi esistenziale gli fa letteralmente rivoltare verso il muro le sue tele più belle e si dedica ai "cartoncini" 20x30. Egli ha iniziato a comprendere i primitivi, scevri di abbellimenti retorici, ai cui criteri di spiritualità d'ora in avanti si ispira. Colui che era definito "il pittore delle belle mani" esegue forme nude, disadorne, austere, in un vero sacrificio estetico. Nel 1921 partecipa alla Ia Biennale di Roma, l'anno seguente, alla Primavera Fiorentina, espone moltissime opere, insieme con il fratello Romeo. Espone inoltre a Torino, Venezia, Roma, Monaco di Baviera, Firenze, e ottiene vari premi. Durante il Ventennio collabora da Parigi a giornali antifascisti col nome di Giannetto Sacchi. Scrive il dramma L'idolo; pubblica a Londra un volume con 24 disegni; scrive articoli di critica d'arte su varie riviste. Muore a Settignano il 3 settembre 1949. Giovanni Costetti illustra anche per l'editoria; nella Biblioteca delle Signorine Salani vi sono diverse sue illustrazioni.

Il figlio
MARIO COSTETTI (n. a Chiasso il 15/11/1920) prosegue l'arte paterna in Roma.
Il fratello
ROMEO COSTETTI (n. reggio Emilia il 27/8/1874) è pittore e ritrattista, specializzato nella monotipia. Espone in varie mostre in Italia e all'estero; nel 1930 a Parigi espone le incisioni 'Anitra selvatica', 'Riposo', 'Falco jongleur', I gatti'. Romeo Costetti illustra per la collana "Capolavori stranieri per la gioventù" di Bemporad i due volumi dei Racconti di E.A. Poe.

Giovanni Costetti, "Cristo e l'adultera",
olio su tela, ca. 1927
Giovanni Costetti,
ritratto della moglie May


L. Du Nouy
Amicizia amorosa

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Costetti

T. Grossi
Marco Visconti

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Costetti



Beatrice Ancillotti Goretti,
ritratto
di Giovanni Costetti,
1899

"Testa di Giovanni Costetti"
ca. 1902
realizzata in terracotta da Domenico Baccarini (1882-1907),
courtesy Pinacoteca Comunale di Faenza
DEHAY (DEGAI), ALESSANDRO (1884 - 1962)

La famiglia è di ascendenza italiana, nobile, di tradizione militare; nel 1812 si trasferisce infatti in Russia al seguito dell'armata napoleonica, e si stanzia a San Pietroburgo, dove Aleksandr nasce dal padre Nicola nel 1884 (altra fonte:1890). Frequenta la scuola militare e diviene ufficiale di cavalleria nel 1910. Sposa naturalmente una fanciulla della buona società di San Pietroburgo e prosegue la carriera militare: dapprima nelle Guardie Imperiali, in seguito nel Reggimento dei Granatieri, e infine partecipa alla Prima Guerra Mondiale con il grado di colonnello. Nella battaglia di Tarnavko perde la mano destra, ma non lascia la carriera militare, anzi: durante la Guerra Civile lo troviamo di stanza nel sud della Russia, al seguito del generale zarista Denikin, dove ha un incarico come addetto alla logistica per riportare le truppe dalla Crimea. Ma l'armata bianca viene sconfitta e Dehay, come tanti altri, ripara in Europa: Svizzera, Francia, Italia. Nel 1926 è registrato come Delegato al Congresso degli Esteri a Parigi e in Svizzera, dove si stabilisce. Inizia a dipingere soggetti militari, soprattutto costumi, ovviamente con la sola sinistra. Specialista nelle uniformi, ne crea anche di nuove e prende a riprodurre quelle dei vari reparti degli eserciti italiani (Corpo dei Carabinieri, Corpo dei Bersaglieri, Guardia di Finanza, etc.). Nel 1927 è a Roma, dove oltre alle uniformi militari illustra anche cartoline per il Museo Storico della Guerra. Illustra per la rivista Esercito e Nazione, collabora al teatro Rimskij Korolevskj, e disegna i costumi per la commedia italiana Bertoldo Bertoldino e Cacasenno nel 1937. Per qualche motivo non accertato durante la Seconda Guerra Mondiale viene fatto prigioniero e internato in Campania; dopo il conflitto si trasferisce in Argentina, dove riprende l'attività di costumista e scenografo per i teatri. Muore a Buenos Aires il 19 maggio 1962.

NB La bio di Pierre Dehay è stata spostata alla pagina degli illustratori per l'editoria infantile ILLUSTRATORI D-L




Alessandro Degai, "Consegna della bandiera agli Allievi Carabinieri"



Da tanti anni cercavamo l'illustratore de Il Principe Serebriany. Ora abbiamo appurato trattarsi del russo Aleksandr Dehay, che ha italianizzato il nome in Degai (la trascrizione in caratteri latini del nome russo Dehay corrisponde a Degaj). Il pittore era in Italia nel periodo di pubblicazione del volume (1928) e Salani si deve essere rivolto a lui invece degli abituali Micheli, Zardo, etc. perché voleva nell'illustrazione l'incontro del Principe Serebriany con l'amata Elena, che però ritrova maritata, e questo lo rivela nel testo il copricapo che la donna indossa (kokoscnik, in russo nel testo). Solo un illustratore russo poteva sapere come farlo!

La Redazione ringrazia Michail Talalay che ci ha fornito questa indicazione.




A. Tolstoj,
Il principe Serebriany

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. firmata Dehay



Sin: Maresciallo, 1915. Dx: Guardia del Governatore, Cirenaica, 1931

Dal sito www.carabinieri.it riportiamo: A. Degai, specializzato nell'arte del figurino, della miniatura e della micropittura. Della sua pregevolissima opera si valse prima di tutti il Museo Nazionale Militare di Castel Sant'Angelo per la illustrazione storica di tutte le uniformi dell'Esercito italiano. Successivamente il Degai si dedicò alla riproduzione delle uniformi di prescrizione per i Carabinieri, a partire dal 1814, anno della loro istituzione nel restaurato Regno di Sardegna.




DE MATTEIS, MARIA (1912 - 1988)

Nasce a Firenze, dove risiede per tutta la vita. Debutta come illustratrice di libri di fiabe, ma presto la sua attenzione si sposta sul teatro: è costumista e figurinista teatrale di grande creatività, collaborando con i migliori scenografi e, fin dagli anni Cinquanta, con Strehler e Luchino Visconti. La sua fama tuttavia è maggiormente legata al cinema, di cui disegna i costumi per quasi tutta la produzione italiana dagli anni Quaranta e Cinquanta (chi non ricorda Piccolo mondo antico (1940, regia di Mario Soldati), ma viene chiamata anche a collaborare per le megaproduzioni hollywoodiane, tra i quali Guerra e pace (1956, regia di King Vidor) e La Bibbia (1966, regia di John Huston). Riceve il Nastro d'Argento nel 1953 per La carrozza d'oro e nel 1960 per Gastone (di Mario Bonnard).
E' presente un'unica sua illustrazione nella Biblioteca delle Signorine.


Antonio Baldini, La strada delle meraviglie,
Bibliotechina de "La Lampada", Mondadori, 1923
ill. int. di Maria De Matteis


Paul Bourget
Cuore rapito cammino smarrito

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di M. De Matteis


Illustrazione di M. De Matteis per il Giornalino della Domenica, Anno VIII, n° X, 7/3/1920

FRY, ROGER ELIOT (1866 - 1934)

Roger Eliot Fry nasce il 14 dicembre 1866 da una famiglia benestante (il padre è il giudice Sir Edward Fry);
critico d'arte e pittore, studia al King's College di Cambridge tra il 1885 e il 1889, in seguito studia arte e si specializza nel Rinascimento italiano e negli impressionisti francesi, con lunghi periodi di studio in Italia e in Francia. Ma è l'incontro con Cézanne che lascia un'impronta sulla sua formazione. Nel 1896 sposa Helen Coombe dalla quale ha due figli. Nel 1900 insegna storia dell'arte in una delle Università di Londra. Dal 1906 al 1910 è uno dei curatori del New York Metropolitan Museum. Rientrato in Inghilterra, con due mostre dà origine al movimento conosciuto come post-impressionismo, apre una galleria d'arte per l'avanguardia. Ha una relazione con Vanessa Stephens, sorella di Virginia Woolf, che catalizzava attorno a sé un determinato gruppo di amici, poi denominato "gruppo di Bloomsbury", dall'ultimo indirizzo della coppia Woolf. Fry fa parte i questo gruppo sin dall'inizio, quando ancora abita a Holloway, con l'anziana madre e la sorella Margery. Sul gruppo di Bloomsbury esiste un'ampia letteratura e a quella rimandiamo; in questa sede ci limitiamo a dare alcune notizie private e piuttosto curiose, come quella che riguarda i domestici. Il gruppo aveva l'abitudine di scambiarseli, o prestarseli a vicenda nel caso di un bisogno urgente o improvviso. Almeno quattro domestiche che avevano servito in casa Fry passarono ai Woolf o alla sorella Vanessa, sposata Bell, tra cui la cuoca di Virginia Woolf nel 1916, Nelly Boxall, che per i diciotto anni passati in casa Woolf tenne un diario (non pubblicato: peccato). Virginia Woolf gli dedica una biografia, intitolata semplicemente Roger Fry (1940).
Roger Fry organizza un gruppo di giovani artisti in un collettivo chiamato Omega Workshops, il cui scopo è di trasmettere l'estetica innovativa del post-impressionismo nel design degli oggetti di uso quotidiano (stoffe, mobili, etc.) Il gruppo Omega rimane attivo fino al 1919. Risale a questo periodo anche la pur scarsa attività di bozzettista, che include i disegni a china; solo per alcuni amici (come Clare Sheridan) illustra alcuni testi. E' autore di diversi trattati di critica, e noto conferenziere. E' anche ritrattista (tra gli altri, Bertrand Russell, John Maynard Keynes). Nel 1933 è chiamato ad insegnare a Cambridge, ma muore improvvisamente a Londra il 9 settembre 1934.

C. Sheridan
El Caid

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di E. Fry

Roger Eliot Fry
Autoritratto
1928
(Source: Wikipedia)


GHINI, GUGLIELMO (1901 - n.d.)

Nasce a Firenze il 2 giugno 1901, dal 1920 al 1924 frequenta l'Accademia Belle Arti con il Prof. Ezio Marzi e il prof. Augusto Bastianini. Nel 1926 inizia l'attività artistica come ritrattista ad olio e a pastello. Espone in una personale a Livorno nel 1928, e in seguito a Milano (1939), Roma (1931 e 1936), Genova (1936), Firenze (1936 e 1940), Pavia (1936 e 1939), Biella (1945). Il dipinto intitolato "Il racconto del reduce" è esposto alla Galleria d'Arte Moderna di Pavia. Durante la sua permanenza a Firenze abitava in via Emanuele Repetti 8.
Nella Biblioteca delle Signorine sono presenti due sue illustrazioni; altre illustrazioni si trovano nei volumi della Biblioteca Azzurra Salani, e in varie riviste.







B. Ruck,
Fortuna in amore
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Ghini

G. Lobetti Bodoni,
Perdutamente tua
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Ghini


A. Dumas, Robin Hood, Società Editrice "La Voce", 1924
cover di G. Ghini

GRAVES, FREDERICK PERCY (1837 - 1903)

Frederick Percy Graves, pittore londinese dedito al ritratto e ai paesaggi; partecipa ad alcune mostre della Royal Society of Painter-Etchers, della Society of British Artists, al British Institution. Il fratello maggiore, Robert Edmund Graves, per molti anni lavora al British Museum ed è il compilatore di un'edizione riveduta del Bryan's Dictionary of Artists and Engravers (1899-1905) che era stata pubblicata nel lontano 1849. I suoi ritratti sono assai apprezzati; qui citiamo due dei più noti, quello di Anne Elizabeth Weld-Forester countess of Chesterfield, e quello di Eliza Campbell con la figlia Jessie; Percy Graves, tuttavia, come quasi tutti i pittori dell'epoca, illustra e realizza le sovracoperte per l'editoria libraria. Una sua celebre cover è quella per Under the Greenwood Tree di Thomas Hardy (recentemente ripubblicato). Nella Biblioteca delle Signorine vi sono alcune sue illustrazioni dove Salani ha mantenuto le originali inglesi.

Frederick Percy Graves by Monsieur Louis
albumen carte-de-visite, April 1864
© National Portrait Gallery, London
pubblished here for educational purposes under CC licence


Elynor Glyn
Benda d'amore

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Percy Graves

Elynor Glyn
Lui e lei

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Percy Graves



KIENERK, GIORGIO (1869 - 1948)

Nasce a Firenze il 5 maggio 1869; il padre Marco è di antica famiglia colta e benestante, la madre Stéphanie Gallyot è francese per cui in casa sono tutti bilingui e frequentano la colonia fiorentina d'oltralpe; più avanti Giorgio andrà spesso a Parigi, conoscerà non solo gli impressionisti ma anche gli illustratori del Gil Blas Illustré. Ha tre sorelle. A 13 anni, terminato il ginnasio, Giorgio studia disegno e scultura; è allievo di Adriano Cecioni. Nel 1886 entra nello studio di Telemaco Signorini, per cui parte della sua produzione giovanile è senz'altro riconducibile ai macchiaioli; tuttavia si volgerà ben presto alle nuove tendenze (art nouveau, futurismo e simbolismo) ed è lo stesso Signorini che gli suggerisce la scultura. Nel 1887 viene ammesso alla Società Promotrice delle Belle Arti (per la quale espone in permanenza). Nel 1892 a Bologna vince il Premio Baruzzi per la scultura. Intorno al 1893 inizia a sperimentare la grafica ed illustra per Bemporad alcuni testi (per Salani la collaborazione risale agli anni Venti); realizza degli album promozionali turistici per la riviera genovese, e collabora con la rivista Riviera Ligure, per la quale illustra i testi ma realizza anche le testate delle rubriche, i capilettera e i fregi. E' anche incisore a puntasecca. Nel 1896 inizia la collaborazione con le riviste Fiammetta e Il Cavalier Cortese e in seguito anche L'Avanti della Domenica. Non tralascia nel frattempo la pittura e la scultura. Esposizioni: 1894: Triennale di Milano, 1900: VIII Salon di Bruxelles, 1901: Salon de la Libre Esthétique di Bruxelles, 1902: I Quadriennale di Torino, 1903: Salon des Champs de Mars di Parigi, ed altre (Anversa, Monaco, Vienna). Nel 1897 espone alla Mostra Internazionale d'Arte e Fiori di Firenze due grandi ritratti femminili; alle Biennali veneziane negli anni 1899, 1901, 1903 e nel 1905 con il "Ritratto di Irma Gramatica" eseguito a pastello. Nel 1899 viene nominato Accademico nel collegio dei professori della Reale Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze. Nel 1905 vince il concorso per il posto di Direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia, dove risiede fino al 1936. Nel primo periodo pavese si dedica al bronzo (targhe, medaglie, e tombe monumentali) e all'incisione a puntasecca. Nel 1919 sposa Margherita Marcacci, che gli dà la figlia Vittoria (lo splendido ritratto di quest'ultima è alla pagina web dedicata - vedi). Nel 1922 espone alla Primavera Fiorentina. Nel 1937, esaurito il suo insegnamento, il Comune di Pavia acquista diverse sue opere, tuttora conservate al Museo; Kienerk ritorna a Firenze ed espone mostre personali a Firenze, Lucca, Livorno, Milano. Durante la Seconda Guerra mondiale la famiglia si ritira in campagna, e nel 1944 la casa di Firenze viene bombardata, con la conseguente perdita dell'archivio dell'artista: sono salve solamente le opere che si trovavano nella villa di campagna, tuttora conservate nella casa di famiglia. Muore il 5 febbraio 1948.
Illustra per Salani diversi volumi della Biblioteca delle Signorine, firmando in genere con le sole iniziali.


G. Kienerk, cover de
L'Avanti della Domenica n. 27
(1906)

G. Kienerk,
cartolina "Fratelli d'Italia"

Giorgio Kienerk




S. Bisi Albini
Una nidiata

Bemporad, 1902
ill. di G. Kienerk

Ill. di G. Kienerk
per un racconto di Haydée
sulla rivista Riviera Ligure n. 38
(1902)

Giorgio Kienerk,
"Autoritratto", 1935
Giorgio Kienerk,
"Autoritratto col cappello",
1936
courtesy Vittoria Kienerk


R. Hichens
Bella donna

Biblioteca delle Signorine
Salani

ill. di G. Kienerk

G. Hartwig
Oh, se fossi rimasta!
Biblioteca delle Signorine
Salani

ill. di G. Kienerk



IL MUSEO GIORGIO KIENERK A FAUGLIA (PI)

Il Museo dedicato a Giorgio Kienerk è stato realizzato per contenere e garantire la pubblica fruizione della raccolta di opere d'arte eseguite dall'Artista che la figlia Vittoria ha voluto donare alla Comunità di Fauglia. Giorgio Kienerk ha avuto un legame di consuetudine con questa località: con la moglie Margherita e la figlia egli ha trascorso ogni estate dal 1919 fino alla morte nella villa di famiglia poco distante.

MANNUCCI, CIPRIANO (1882 - 1970)

Nasce a Nizza il 18 maggio 1882. Fiorentino d'elezione, compie gli studi in Santa Croce. Nel 1908 si afferma con opere esposte alla Società delle Belle Arti e vince il Primo Premio attribuito dal Ministero della Pubblica istruzione. Incoraggiato, si trasferisce a Parigi, dove espone al Salon e alla Galérie Nationale des Beaux Arts dal 1908 al 1914. Nel 1912 viene scelto da una commissione inglese per rappresentare l'arte contemporanea al Museo di Hull con l'opera "Dame à l'écharpe bleu". Paesista fine e compositore geniale, è soprattutto ritrattista. Viene premiato a Firenze il suo "Autoritratto", nel 1920 il "Ritratto della figlia Dina", e nel 1923 a Rio de Janeiro il nudo "Età ingrata" (anche conosciuto come "Pubertà") . Nel 1921 una personale a Londra gli vale un invito ad esporre alla Royal Academy di Londra e successivamente alla Royal Academy di Edinburgo. Esegue diversi ritratti per l'aristocrazia inglese. Espone a Venezia, Milano, Firenze, Bologna, Genova. All'estero, espone a San Paolo del Brasile, Bruxelles, Gand, Anversa, Amsterdam. Negli Stati Uniti si trovano due grandi composizioni allegoriche: "Grande Trittico della Vittoria" (1914-18) e "Il Trionfo del Diritto". Diverse opere sono conservate nelle sedi di Banca Toscana, Cassa di Risparmio di Bologna, il Museo d'Arte Moderna di Genova, il Museo di Fiume, e la grande composizione "Armonie" decorsa la sala da concerto di Villa Quaglino a Carrara. Alla Mostra Sindacale di Genova l'opera "Amazzone" riceve un premio nel 1950 e nel 1956 l'opera "Autunnalia". Illustra anche per l'editoria, e sue sono molte delle copertine della Biblioteca delle Signorine Salani della prima versione (Anni Dieci e Venti). Si firma per esteso oppure con la C. puntata.

Cipriano Mannucci, Autoritratto (1912)


 

Illustra, in b/n e a colori, l'edizione di Incompreso per la Collezione Salani di inizio secolo. Rieditando il titolo per la collana I Libri della Festa,
Salani ne utilizzò una delle tavole interne per la copertina.


T. Guidi,
La contessa Ilario
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di C. Mannucci

T. Guidi,
Fanciulla ideale
,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di C. Mannucci

MASSANI, POMPEO (1850 - 1920)

Pompeo Guido Egisto Ferdinando Zulimo Giovacchino Spiridione Massani, figlio di Adolfo e Appollonia Fioravanti nasce a Firenze il 4 dicembre 1850.
Allievo dell'Accademia di Belle Arti, trascorre tre anni nello studio di Michele Gordigiani (Il "Ritratto di M. Gordigiani al cavalletto" è conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti) e sull'esempio del maestro si dedica alla ritrattistica, esordendo nel 1875 alla Società fiorentina di Belle Arti, dove espone anche negli anni seguenti. Nel 1886 partecipa all’Esposizione di Livorno con "Mezzogiorno", ma espone anche a Genova e in altre città italiane ed estere. La sua pittura rivela una ricercatezza e una raffinatezza nei particolari che lo fanno apprezzare come ritrattista e in genere come pittore di figura; l'espressività si svolge anche nelle caricature degli amici pittori. Intorno al 1900 matura una maniera diversa, più ampia nei paesaggi e negli studi dal vero. Viene nominato professore onorario all'Accademia di Belle Arti di Firenze e nel 1887 riceve la croce al merito della Corona d'Italia. Muore a Firenze, dove trascorre tutta la vita, il 25 agosto 1920.
Opere: "La politica in canonica", medaglia d'argento all'Esposizione di Rovigo nel 1879; "Un brindisi al frate", primo premio all'Esposizione di Genova nel 1881; "Circo equestre", esposta e venduta a Monaco di Baviera nel 1889; "Il grand ronde", esposta e venduta a Boston; "Al teatro delle marionette", acquistata dal Cav. Modena di Firenze; "Il concerto", acquistata dalla galleria Costa e Conti; "La lezione di disegno" acquistata dalla casa Goupil di Parigi; tra i ritratti citiamo quelli di S.M. Vittorio Emanuele II, della contessa Mirafiori, e di Maria Alessandrina Foresi. Come gran parte degli artisti dell'epoca, per raggranellare qualche soldo in più si presta ad illustrare per l'editoria, per quanto la sua produzione in questo campo risulti piuttosto scarsa e limitata ai due grandi editori fiorentini a cavallo tra Otto e Novecento, Salani e Bemporad. Oltre alle immagini presentate, Massani illustra una dozzina di altri testi per Salani nella prima decade del Novecento, e Fra zia e nipote: novelline in versi di Marianna Giarrè Billi (Bemporad, 1904).


Ill. di Pompero Massani per il libro di liriche e testi vari di
Principessa Dora, Monologhi, Bemporad, 1901



E. Zola,
Racconti a Ninetta,
Salani 1903,
cover di Pompero Massani
E. Zola,
Nuovi racconti a Ninetta,
Salani 1903,
cover di Pompero Massani



Ill. di Pompero Massani per Salani
(courtesy Laboratorio Arti Visive)







MICHELI PELLEGRINI, ALBERTO (1870 - 1952)

Nasce a Firenze dal celebre architetto Vincenzo Micheli (1830-1905) direttore dell'Accademia di Belle Arti fiorentina. Discepolo di Giovanni Fattori, si dedica alla pittura, esponendo fin dal 1896 e partecipando a numerose mostre collettive. In seguito diviene celebre nel ritratto femminile, ma non disdegna la grafica e l'illustrazione, anzi, è uno dei più attivi collaboratori di diverse case editrici, in particolare Salani, per il quale esegue le immagini in antiporta della maggioranza assoluta dei volumi della Biblioteca delle Signorine, sia la prima versione sia la seconda. Collabora a diverse testate tra le quali Fiammetta, Italia ride, e Novissima. Fa parte delal società "Leonardo da Vinci" fondata dall'intellettuale Angiolo Orvieto, di cui esegue il ritratto, e fa parte senz'altro dell'intellighenzia del tempo.
In genere si firma A. Micheli senza la P. Biografia completa nel volume di Anna Levi Storia della Biblioteca dei Miei Ragazzi.


illustrazione di Alberto Micheli
in antiporta a
Insegnami una poesia,
Grandi Piccoli Libri Salani,
1933
Alberto Micheli di questo volume cura tutto: la copertina, l'antiporta, i disegni del colophon e del frontespizio, gli interni. E' un raro caso di gestione totale di un illustratore italiano per un titolo di questa collana, tradotta dall'inglese e in genere pubblicata con le illustrazioni originali. Ved. PER I PICCOLI e
GLI ILLUSTRATORI INGLESI


Alberto Micheli Pellegrini nel suo studio
(da Caffè Michelangiolo, Firenze, V, n. 3, 2001)




H. Bordeaux
Valombré

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Micheli


H. Baumgarten
Chi ami tu ? (vol. I)

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Micheli


La Croce Rossa Italiana Giovanile, Anno VIII, n° 7, Aprile 1929-VII,
periodico della Croce Rossa di Roma, che si rivolgeva all scuole
promuovendo anche la corrispondenza interscolastica con l'estero.
Tra i redattori di questo numero citiamo Fiducia e Milly Dandolo.
Cover "Aiutate i vecchi" di
A. Micheli



MINARDI, ADRIANO (1857 - 1938)

Pittore, cartellonista e illustratore, attivo a Roma dal 1890 fino a tutti gli Anni Trenta, collabora alla Tribuna illustrata con lo pseudonimo di Silhouette, alla Tribuna Illustrata della Domenica di cui è copertinista, al Corriere Illustrato della Domenica, a L'Illustrazione Italiana. Come cartellonista, disegna il manifesto dell'Expo di Buenos Aires del 1910. Lavora per numerosi editori (Salani, Sonzogno, Bemporad) illustrando una quarantina di libri. L'illustrazione di Senza Famiglia per la Biblioteca delle Signorine proviene da un'edizione precedentemente editata da Salani per la collana I Grandi Libri. Muore a Roma.


H. Malot, Senza Famiglia
collana I Grandi Libri, Salani 1927
il frontespizio reca: 'disegni del pittore Adriano Minardi'




H. Malot
Senza Famiglia

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. non firmata di A. Minardi

De Coulevain
Nel cuor della vita

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Minardi


Carolina Invernizio, Spazzacamino, Salani 1935
ill. int. di A. Minardi


OLIVOTTO, JACOPO (1873 - 1955)

Jacopo Angelo Olivotto nasce il 26 settembre 1873 a Tredozio (Forlì) da Marco e Felicita Giordani, che hanno appena perduto una figlia, Giuseppina (nata nel marzo del 1871 e morta nel novembre dell'anno successivo). Marco Olivotto è un trovatello, con una curiosa storia: fu lasciato nella ruota ben vestito e perfino ingioiellato; da adulto fa il ciabattino ed è anarchico e anticlericale. Jacopo si ammala di tubercolosi ossea e i medici propongono terribili amputazioni, sicchè il ciabattino decide di lasciarlo morire senza tranciargli gli arti; per passare il tempo il ragazzo, costretto a letto, disegna. Poi guarisce. Nel frattempo il padre ha compreso il talento del figlio, e lo manda poi alla Scuola d'Arte di Firenze, dove è allievo del Ciseri, un maestro neoclassico, ma conosce anche i macchiaioli, in particolare Odoardo Borrani di cui frequenta lo studio. Nel lungo percorso della sua carriera, Olivotto si è sempre attenuto all'arte verista, disprezzando l'arte "moderna" e l'astrattismo. Dai macchiaioli riprende il bozzetto, ma diverrà famoso come ritrattista.
Jacopo Olivotto sposa Assunta Benesperi, dalla quale ha tre figli: Alberto (n. 1902), Elena e Rita. La primogenita muore da piccola di meningite,
ma egli fa a tempo a comporre un delizioso quadro dei suoi tre figli. Rita, sposata Dry, avrà i figli Enzo e Alberto. Verso il 1916 Jacopo Olivotto si trasferisce in Francia, dove è assai apprezzato; a Nizza affresca la chiesa di Saint François-de-Paule, a Clermont-Ferrand affresca la villa di un importante industriale. Il figlio Alberto, all'epoca appena quattordicenne, non lo segue in Francia e si trasferisce a Milano. Sposa Clementina Dal Ben, dalla quale avrà quattro figli: Gisa, Marta, Massimo e Lucia. Massimo sposa la fiorentina Raimonda Giarrè, che gli darà quattro figli: il primogenito Jacopo, Tommaso, Bernardo e Maria. E' Tommaso che eredita l'arte dell'avo, è infatti architetto e incisore.
Attorno al 1940 Jacopo Olivotto rientra in Italia a causa della guerra, perdendo al contempo tutti i suoi beni. E' probabilmente per questo motivo che esegue delle copie dei maestri rinascimentali e forse qualche illustrazione per l'editoria. Non si hanno tuttavia altri esempi di illustrazione tranne quella per Romola nella Biblioteca delle Signorine Salani. Potrebbe anche trattarsi della riproduzione di un quadro, dato che l'illustrazione originale riporta anche una ricca cornice dipinta. Tuttavia l'edizione del volume è del 1930, quando Olivotto era ancora in Francia e non aveva problemi economici. La firma è in maiuscoletto, mentre nei dipinti è in corsivo.
Nel 1942 espone una personale a Prato presso il Circolo Littorio: vende immediatamente tutte le 54 opere esposte (ritenendo per sé solo il ritratto della moglie,
che lascia alla Galleria degli Uffizi per testamento, e quello della nuora) che compendiano un po' tutti i generi nei quali è maestro, dalle nature morte ai bozzetti macchiaioli (v'è un quadro intitolato "Bovi"), dai paesaggi ai molti ritratti sia ad olio sia a pastello di personaggi dell'epoca, tra i quali il Podestà di Firenze, marchese Dino Perrone Compagni. Jacopo Olivotto muore a Firenze il 22 gennaio 1955.


J. Olivotto, ritratto dei nipoti Gisa, Marta e Massimo (olio su tela)
©
Massimo Olivotto
courtesy Massimo Olivotto






G. Eliot, Romola,
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di I. Olivotto


Jacopo Olivotto in un autoritratto
(olio su tela, ca. 1942)

J. Olivotto, ritratto
della nuora Tina
(pastello su carta, ca. 1940)
© Massimo Olivotto
courtesy Massimo Olivotto


J. Olivotto, bozzetto nello stile
dei macchiaioli che ritrae la nuora
Tina e la madre di lei
mentre attendono ad un lavoro
di cucito in giardino.
(olio su legno, ca. 1949)
©
Massimo Olivotto
courtesy Massimo Olivotto



J. Olivotto, uno schizzo del figlio
Alberto eseguito al momento della partenza per la Francia (1916).
Il pastello su carta è sbiadito e
lascia intravedere un preesistente
volto femminile al contrario.

© Massimo Olivotto
courtesy Massimo Olivotto

PISA, ALBERTO (1864 - 1930)

Nasce a Ferrara il 19 marzo 1864, per una curiosa coincidenza nella stessa casa dove nascerà poi Giovanni Boldini, in via Savonarola 10. La famiglia è numerosa e benestante, possiede una ditta di ferramenta che ebbe una filiale anche a Firenze in Via Condotta. La madre è imparentata con la nota famiglia ferrarese Finzi Contini (il negozio aveva il nome di Contini). Studia con Gaetano Domenichini a Ferrara e in seguito all'Accademia di Belle Arti di Firenze e di Roma. Acquisisce una prima maniera derivata dai macchiaioli, in seguito sviluppa una sua maniera di interpretare il paesaggio. Nel 1886 trascorre qualche mese a Parigi, dove viene in contatto con gli impressionisti ed espone con degli acquerelli. In seguito si trasferisce a Londra dove vivrà per trent'anni, si costruisce una casa a Holmwood e sposa Annie Bowen, che però si fa chiamare Giovanna. Nel 1889 espone in Bond Street 86 pitture di genere vedutistico realizzate nei sobborghi di Londra che riscuotono un grande successo. Verrà in seguito invitato ad esporre dalla Royal Academy. In Italia espone annualmente
a partire dal 1887 fino al 1905 soprattutto a Firenze, Bologna e alla Biennale di Venezia. Nel 1921 rientra in Italia e si stabilisce a Firenze; nel 1925 riceve la medaglia d'argento alla I Esposizione Sociale della Società delle Belle Arti di Firenze, nel 1928 riceve un diploma al merito alla Mostra d'Arte a Ferrara. Muore nel luglio 1930. Nel 1931 all'inaugurazione della nuova sede della Società delle Belle Arti viene commemorato dal Presidente Ferroni insieme allo scultore Augusto Rivalta. Alla Galleria d'Arte Moderna di Roma è conservata una sua tela, "Thime the Thies" e alla Galleria di Bristol un olio che illustra un episodio della Grande Guerra in Francia. Si discostano dal suo stile poetico e lieve due grandi oli, "Sogno di primavera" e "Catacombe". A Ferrara dedica una splendida serie di acquerelli da lui donati al Sindaco l'11 novembre 1923; un'altra opera su Ferrara è attualmente conservata al Palazzo dei Diamanti.
Chi lo ha conosciuto lo descrive come un gentleman d'altri tempi, dotato d'ingegno ma anche di qualche bizzarria.
Amava vestirsi di chiaro e se per caso si macchiava l'abito, lo dipingeva tutto dello stesso colore, ma quando la moglie mandava l'abito in tintoria, il colore veniva via e rimaneva ugualmente la macchia. Egli dipingeva perchè gli piaceva occuparsi in tal modo, e amava soprattutto i paesaggi; se si degnava di fare qualche ritratto era per guadagnare qualcosa in più. In realtà è un apprezzato ritrattista, un po' alla maniera di Sargent di cui era amico, insieme con Whistler, ma ancor più è apprezzato come illustratore all'acquerello di guide inglesi per viaggiatori (citiamo: Rome di Tucker & Malleson, 1905; Pompeeii di W.M. Mackenzie, 1910; Sicily di Musson, 1911), ma anche altri libri e monografie vedustistiche su Ferrara e l'Umbria. Illustra per l'editoria, e nelle figure femminili ritrae in genere la moglie, come nel caso di Brigida per Salani. Nella Biblioteca delle Signorine sono presenti tre sue illustrazioni.
Aveva il vizio di succhiare il pennello mentre dipingeva ad acquerello, e sembra che per questo motivo sia morto intossicato all'ospedale di Santa Maria Nuova. E' sepolto a Ferrara nella tomba di famiglia.

Ferrara, Via Savonarola 10: la casa natale di Alberto Pisa e Giovanni Boldini. La targa commemorativa tuttavia fa riferimento solamente a quest'ultimo.


Alberto Pisa in una fotografia degli Anni Venti (sin) e (ds) nell'Autoritratto
©
Claudia Caffaggi Pisa
Courtesy
Claudia Caffaggi Pisa


Le notizie a carattere personale relative ad Alberto Pisa sono frutto
di un'intervista rilasciata a Lia Madorsky dalla
Signora Claudia Caffaggi Pisa, nipote di Alberto Pisa.


B. Bernage,
Brigida

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Pisa

P. Bourget,
Cosmopolis

Collana "Adriano Salani", 1930
ill. di A. Pisa


Mildred Anna Rosalie Tucker - Hope Mollison,
Rome
London, 1905
Dall'alto a sin. in senso orario:
Fontana di Trevi; il tempio di Saturno nel Foro; le gradinate di Trinità dei Monti in piazza di Spagna; la colonna Aureliana in piazza Colonna.
L'inquadratura di quest'ultima veduta è la medesima dell'illustrazione eseguita per il volume di Bourget, ma è stata realizzata in un secondo momento (le nubi sono diverse, la luce è diversa, manca la carrozza).


ROSSI, GIUSEPPE (1876 - 1952)

Giuseppe Egisto Guglielmo Rossi nasce a Firenze il 25 ottobre 1876 da Giovanni e Adele Curradi. Studia all'Accademia di Belle Arti sotto la guida del Sorbi e del Ciaranfi. Esordisce con un ritratto alla mostra della Società di Belle Arti nel 1899, e con ritratti o quadri di figura partecipa a tutte le mostre fiorentine, ma anche a parecchie nazionali. Nel 1904 con il "Ritratto di Renato Brogi" vince il primo premio della Promotrice. Al ritratto dedica la sua principale attività, ed anche la figura, da lui studiata dal vero e dai primitivi, è uno dei suoi generi peculiari. Esegue il ritratto di moltissime personalità dell'aristocrazia, militari e politiche: tra gli altri, Madame Nouflard, l'avv. Pescetti, l'avv. Mazzoni, i coniugi Freschetti, il Comm. Citi, il principe Turn und Taxis e il Gen. Paver (esposto a Palazzo Pitti nel 1927). Tiene una scuola di pittura per stranieri, nel suo studio di viale Milton 21, grande fabbricato che ospitava gli studi dei pittori a cavallo tra Otto e Novecento. Diverse sue opere si trovano in collezioni pubbliche, e alcuni quadri a soggetto sacro si trovano nelle chiese fiorentine. Lavora instancabilmente per tutta la vita: ancora poche ore prima di morire ha la forza di terminare un pastello, nella casa di Padova dove si è trasferito, il 25 giugno 1952. Come molti, saltuariamente si dedica all'illustrazione: per la Biblioteca delle Signorine Salani esegue una dozzina di illustrazioni, firmate G. Rossi, o semplicemente G.R., ma tutte rigorosamente in colore rosso.

Giuseppe Rossi, "Autoritratto"

P. Bourget,
Il danzatore mondano

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Rossi
F. Barclay,
La parete di divisione

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Rossi

Delly, Una donna superiore, Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Giuseppe Rossi



Il grande quadro a grandezza naturale raffigurante San Giuseppe
attualmente situato nellla cappellina omonima della chiesa di San Frediano, Firenze


ROSSINI, GASTONE (1920 - 2001)

Nasce a Firenze l'11 giugno 1920 in una famiglia di artisti. La madre, Ede Chini, è cugina di Galileo Chini (1873-1956), il celebre artista, pittore e ceramista, scenografo e restauratore, noto esponente dell'art déco italiana. Gastone è l'unico maschio, nato dopo tre sorelle. Frequenta l'Istituto d'Arte e inizia molto presto a collaborare con l'editoria, soprattutto con Salani, ma disegna anche grafica pubblicitaria. Sposa Flora Fiechter
. Muore improvvisamente nella sua villa sui colli fiorentini l'11 maggio 2001.
Illustra moltissime copertine per la Biblioteca delle Signorine Salani nella seconda versione (Romanzi della Rosa e Grandi Romanzi Salani) negli Anni Quaranta e Cinquanta, nonché numerose copertine o gli interni della Biblioteca dei Miei Ragazzi e di altre collane Salani per l'infanzia. Si firma in diversi modi, in corsivo o in maiuscoletto, con o senza iniziale. Biografia completa nel volume di Anna Levi Storia della Biblioteca dei Miei Ragazzi.




Un sussidiario per la seconda classe
illustrato da G. Rossini
Vallecchi, 1949
M. Giampietro,
Il mago dell'etere
Vallecchi, 1953
cover di Gastone Rossini
(courtesy Lia Madorsky)

Delly,
Le ore della vita
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Gastone Rossini

H. Braun,
Scacco matto

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Rossini


G. Fornari,
Il tamburino della legione di ferro
I Libri della Festa Salani
ill. di Gastone Rossini

M. Giraud,
Il Signor Tito poliziotto privato
Biblioteca dei Miei Ragazzi Salani
ill. di Gastone Rossini


SCARSELLI, ADOLFO (1866 - 1945)

Nasce a Firenze, e nella città natale vive e opera.
Negli anni 1896-97 è autore di illustrazioni umoristiche a tutta pagina per Fiammetta, rivista di breve durata tenuta a battesimo da
Diego Martelli.
Collabora al Cavalier Cortese (1898) e al celebre Marzocco, rivista di Lettere e d'Arti dei fratelli Orvieto, insieme con Chiostri, Micheli, Signorini, Fattori. Illustra Cuore del popolo: libro per l'adolescenza, Paggi (Nuova biblioteca educativa), 1892. Per la casa editrice Paggi (poi Bemporad) illustra alcuni volumi della Biblioteca Azzurra.
E' presente un'unica sua illustrazione nella Biblioteca delle Signorine.


Due vignette di Adolfo Scarselli nel testo di
Fiorenza,
Prime pagine della vita, Bemporad, 1902


E. Werner, Fata Morgana
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di Adolfo Scarselli



TABET, GIORGIO (1904 - 2002)

Nasce a a Genova il 4 febbraio 1904 da Guido e Luisa Treves, primogenito di una famiglia numerosa. Compie studi regolari ed è già bravo in disegno, in seguito prende lezioni da Giuseppe Palanti, insegnante all'Accademia di Brera. Si laurea in Giurisprudenza. Nel 1926 lo zio Sabatino Lopez lo agevola nell'attività di illustratore con la raffinata rivista Lidel, insieme con Enrico Sacchetti, Marcello Dudovich, Filiberto Mateldi, Piero Bernardini, Sinopico, Sto. Poi La Lettura, L'Ambrosiano, Il Secolo XX. Nei primi tempi, a Milano, condivide lo studio con Michele Cascella. Viene presentato ad Eugenio Gara (futuro marito di Milly Dandolo), redattore capo de L'Illustrazione Italiana di Casa Treves. Collabora poi al Guerin Meschino, insieme con Manca, Bisi, e tanti altri vignettisti, e a Comoedia. Tabet lavora di preferenza a mezzatinta o a penna, i rapidi schizzi ritraggono le personalità dell'epoca: autori, attori, artisti, uomini illustri, uomini di sport. Dal 1934 al 1936 collabora anche al Corriere dei Piccoli. Conosce negli ambienti artistici Maria Fahringer, attrice viennese, che gli darà il figlio Guido, e che s
poserà solo nel 1944. Negli Anni Trenta comincia l'illustrazione editoriale: illustra alcune copertine della collana Le scie e circa 80 copertine della collana Omnibus della Mondadori, inclusa la prima cover di Via col vento, alcune copertine de I Gialli Mondadori, de Il romanzo mensile, Oggi, La Domenica del Corriere, e alcune locandine di cinema. Negli Anni Quaranta sviluppa l'attività cartellonistica e pubblicitaria. Illustra moltissime copertine per la Biblioteca delle Signorine Salani nella seconda versione (Romanzi della Rosa e Grandi Romanzi Salani) negli Anni Quaranta e Cinquanta. E' anche pittore e ritrattista. Suoi sono celebri ritratti di Alida Valli e Anna Magnani, e di altre personalità del cinema e del teatro. Nel 1968 vince la seconda edizione del "Premio Illustrazione" istituito da Epoca. Muore a Cecina nel 2002.

Giorgio Tabet

Uno dei tanti schizzi
di Giorgio Tabet dello zio
S. Lopez, celebre
commediografo



Il ritratto di Anna Magnani
eseguito da Giorgio Tabet
nel 1954
Giorgio Tabet,
ritratto della moglie, 1950


Magalì
La conquista della felicità
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di
G. Tabet

Cia Lary,
I sette paladini

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di G. Tabet


Margaret Mitchell,
Via col vento
,
Mondadori, 1937
ill. di
G. Tabet

J. Galsworthy,
La saga dei Forsyte,
Omnibus Mondadori, 1939
ill. di Giorgio Tabet


L. von Wohl,
Il diavolo giallo
,
in Il romanzo mensile,
Anno XXXIV n° 2, febbraio 1936
ill. di
G. Tabet

Harold Baumgarten,
Seconde nozze,
in Il romanzo mensile,
Anno XXXVI n° 7, luglio 1938
ill. di G. Tabet

TOSCHI, ERMANNO (1906 - 1999)

Nasce a Lugo di Romagna il 4 aprile 1906; il padre Guido è fotografo, la madre Laura muore lasciando i figli Margherita ed Ermanno ancora piccini. Nel 1920 la famiglia si trasferisce a Firenze, dove Ermanno segue il corso di Decorazione Industriale (suoi insegnanti sono Luigi Cavalieri e Giacomo Lolli) alla Scuola Professionale d'Art Decorative (poi Regio Istituto Artistico Industriale, dal 1923 noto come Istituto d'Arte di Porta Romana, nelle scuderie di Palazzo Pitti, di cui Ugo Ojetti sarà Presidente e Salvetti il Direttore). Conosce Vittorio Granchi (1908-1992) pittore e restauratore, del quale nel 1935 sposerà una delle tre sorelle, esperte ricamatrici in rafia, Giovanna, che gli darà due figli, Paolo nel 1938, anch'egli pittore, e Maria Laura. Vittorio Granchi collabora con l'arch. Coppedè per la decorazione delle grandi navi di linea e per decorazioni di ambienti, e saltuariamente illustra per l'editoria; il suo nome è indissolubilmente legato alla grande scuola fiorentina del restauro, che egli fondò, dove l'artigiano diventa una figura professionale di alta valenza, autonomo creatore di pensieri e di forme. Suo è il restauro compiuto sul Crocifisso di Cimabue dopo l'alluvione di Firenze del 1966. I due cognati frequentano la Società delle Belle Arti e alle mostre sindacali conoscono Galileo Chini. Ermanno Toschi frequenta la Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Belle Arti. Allestisce varie mostre personali e collettive, partecipa con successo a molti concorsi di pittura, dal 1935 al 1952 è presente alle Quadriennali di Roma; nel 1936 sue opere vengono esposte alla Biennale di Venezia dove nel 1938-40 esegue affreschi sul posto. Notevole è l'attività nel campo dell'arte sacra, con opere in chiese fiorentine (un'Annunciazione è visibile in un tabernacolo in Via dell'Agnolo a Firenze); nel 1948 a Roma riceve un premio alla mostra d'arte sacra con due stazioni della Via Crucis. Nel 1952 sono presenti
alcune sue opere alla mostra "50 anni di arte toscana" a Palazzo Strozzi; nel 1956 riceve il Lauro d'oro al Premio Vallombrosa; nel 1957 partecipa alla "Mostra Nazionale Artisti Romagnoli" a Bologna dove vince il primo premio; nel 1960 il primo premio al Mugello. Nel 1990 partecipa alla mostra "Firenze tra le due guerre". Numerose sono le mostre personali. Dal 1975 dopo la morte della moglie si trasferisce al Girone, dove nel 1986 viene allestita una mostra antologica. Nel 1994 all'Accademia delle Arti del Disegno in Piazza S. Marco viene allestita una mostra con opere dal 1923 al 1950; nel 1995 la stessa mostra viene allestita a Lugo. E' nominato Accademico Aggregato della Classe di Pittura dell'Accademia delle Belle Arti (1956, Firenze); all'Accademia dei 500 (1962, Roma); all'Accademia Tiberina (1964, Roma). Muore a Girone (Fiesole) l'11 febbraio 1999.
(Una più ampia biografia scritta dai figli Paolo e Maria Laura è reperibile nel catalogo della mostra tenuta nel 1994 a Firenze presso l'Accademia delle Arti del Disegno)
.
Non sembra che abbia illustrato per l'editoria, tranne sporadicamente.



Ermanno Toschi,
" Autoritratto"
Ermanno Toschi,
"Ritratto di Giovanna
con un vaso di fiori"
© Famiglie Toschi e Masini
Courtesy Famiglie Toschi e Masini



Ermanno Toschi, "Annunciazione"
tabernacolo in Via dell'Agnolo (Firenze)
L'opera è protetta da vetro, causa dei colori riflessi nella parte superiore
(fotografia eseguita da Piero M.)


Ruby Ayres,
Un marito scapolo
,
Biblioteca delle Signorine Salani,
ill. di E. Toschi

U. Scotti-Berni,
La fiamma nel cuore,
Collana Giovinezza,
Salani, 1930
ill. int. di E. Toschi

U. Scotti-Berni, La fiamma nel cuore,
Collana Giovinezza, Salani, 1930
disegni del pittore Ermanno Toschi

Sin: ill. in antiporta, ds: ill. interna


Vittorio Granchi ed Ermanno Toschi negli Anni Sessanta
© Archivio Studio Granchi Firenze
Courtesy Archivio Studio Granchi Firenze


VICENZI, ARISTOTILE (1879 - ....)

Nasce il 22 luglio 1879 a Napoli. Illustra diversi volumi della Biblioteca delle Signorine Salani nella prima e seconda edizione (cover bianca con fregi bordeaux, cover bianca con fregi verde e oro).


Aristotile Vicenzi, veduta di Lierna-Lecco, olio su tela


A. Dumas Fils,
La Signor
a delle camelie
Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Vicenzi

H. Beecher-Stowe,
La capanna dello zio Tom

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Vicenzi

VITALI, EMILIO (1901 - 1979)

Nasce a Milano il 5 luglio 1901 da una agiata e antica famiglia, un tempo proprietaria della bella Villa Oleandra sul Lago di Como (attualmente di proprietà di un attore americano). Frequenta l'Accademia di Brera, la sua carriera inizia nel 1929 presenziando alla Biennale di Brera e alla Biennale di Venezia. E' del 1933 la sua prima personale, in una galleria milanese, e del 1935 la partecipazione alla Quadriennale romana. Da allora espone in innumerevoli collettive in Italia e all'estero, in particolare a Buenos Aires. Noto ritrattista, i suoi ritratti figurano in molte collezioni private; dopo l'ultima guerra si è dato alla paesaggistica. Negli Anni Sessanta viene assai favorevolmente criticato da Orio Vergani e Giorgio Nicodemi. Nel 1965 riceve la medaglia d'oro Città di Torino - Premio Internazionale "Europa 1965", pergamena d'onore e stella d'argento. Sue opere sono conservate alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, a Buenos Aires e a Torino. Ha tre figlie e due nipoti.
Nella Biblioteca delle Signorine sono presenti due sue illustrazioni firmate.



Emilio Vitali,
ritratto della moglie
Emilio Vitalin
una foto degli Anni Settanta


Champol
I giusti

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di E. Vitali

G. Chentepleure,
Il mago

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di E. Vitali


E. Vitali
"Cagnes - Gli ulivi di Renoir
a Les Collettes"
E. Vitali
"Il biliardo"


ZARDO, ALBERTO (1876 - 1959)

Nasce a Padova il 10 maggio 1876 da Antonio, professore universitario, e Anna Maria Meggiorini. Nel 1886 il padre viene trasferito a Firenze, dove Alberto frequenta all'Accademia di Belle Arti i corsi di figura e di scultura, iscrittovi nel 1891. Nel 1898 supera la selezione per il pensionato artistico nazionale, confermato ancora nel 1900. Nello stesso anno Alinari bandisce un concorso per le illustrazioni della Divina Commedia al quale partecipano innumerevoli artisti, e Alberto Zardo vince un premio per le illustrazioni dei Canti VIII e IX dell'Inferno (secondo è Armando Spadini e terzi ex aequo Natale Faorzi e Duilio Cambellotti). Da queste illustrazioni vennero ricavate cartoline, genere nel quale in seguito Zardo si specializza, realizzando le serie Spettacoli di aviazione a Firenze (1910) e Panorami di Roma. Realizza anche manifesti pubblicitari e nel 1913 illustra un volume del padre, Ballate ed altre poesie. Nel frattempo, risiedendo in Borgo San Frediano, affitta un locale come studio in via delle Belle Donne 8. Partecipa a diverse mostre collettive anche all'estero, come San Pietroburgo, Monaco, Bruxelles e San Francisco. Negli Annni Venti origina una sua scuola di pittura sui Lungarni. A Firenze sono conservate in diverse chiese sue opere a soggetto sacro, mentre al Quirinale è conservato il quadro "Colline toscane". Scapolo, vive con una sorella, e muore a Firenze il 5 ottobre 1959.
Illustra diversi volumi della Biblioteca delle Signorine Salani nella prima e seconda edizione (cover bianca con fregi bordeaux, cover bianca con fregi verde e oro) e altre collane Salani
. Si firma in maiuscoletto con la A puntata.

Alberto Zardo,"Autoritratto"


J. De Coulomb
La foresta che canta

Biblioteca delle Signorine Salani
ill. di A. Zardo
M. Paléologue,
La Russia degli Zar
(vol. II)
collana "Adriano Salani", 1929
ill. di A. Zardo



ill. in antiporta di Alberto Zardo per Mosé,
della serie Piccoli Libri Santi Salani
, 1933


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