libri
e giornali per ragazzi
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ILLUSTRATORI D-L
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DE
CAROLIS, ADOLFO (1874 - 1928)
Nasce a Montefiore dell'Aso (Ascoli Piceno) il 6 gennaio
1874 da Gioacchino, medico condotto, e da Ester Pompei. Frequenta l'Accademia
di Belle Arti di Bologna dove si diploma nel 1892. Pittore sia a tempera
sia ad olio, affreschista, decoratore e xilografo. L'attività è
vasta, così come i generi pittorici, passando dal simbolismo ai preraffaelliti
al liberty. E' anche ritrattista, ma l'attività maggiore è
quella di designer: testate, locandine, etichette, la serie di ex libris
per famosi personaggi come Eleonora Duse, oggettistica varia, perfino una
serie di bottigliette in vetro di Murano per profumi. Per D'Annunzio, del
quale illustra diversi testi, disegna anche costumi e sconografie. Suoi
affreschi sono nell'aula magna dell'Università di Pisa, del Palazzo
Comunale di Ascoli e nel palazzo provinciale di Arezzo. Per l'editoria esegue
lavori raffinatissimi, di sapore liberty, come la testata del Marzocco,
e collabora a riviste letterarie e artistiche: "Leonardo", "Hermes",
"Novissima". Su suggerimento dell'amico Gabriele D'Annunzio de
Carolis si firma de Karolis in moltissime illustrazioni librarie. Nel 1900,
fatta la conoscenza di Giovanni Pascoli, oltre ad occuparsi della decorazione
grafica di alcune sue pubblicazioni, cesella per il poeta il pomo d'argento
di un bastone che viene donato a Pascoli dai fratelli Orvieto, che glielo
inviarono a Messina. Nello stesso anno l'Accademia delle Belle Arti di Perugia
lo nomina accademico di merito. Nel 1901 ottiene un incarico di professore
aggiunto alla cattedra di Ornato dell'Accademia di Belle Arti di Firenze.
Nel 1902 disegna il manifesto pubblicitario del Marzocco e nello
stesso anno sposa la modella Quintilina Ciucci, detta Lina, nata ad Anticoli
da Corrado, dalla quale avrà cinque figli. La figlia maggiore di
de Carolis, Donella, sarà anch'essa un'abile pittrice e xilografa.
Dopo la prima guerra mondiale si trasferisce a Roma, dove disegna diplomi
e medaglie del Ministero della Guerra. Muore a Roma il 7 febbraio 1928.
(Biografia completa e dettagliata in: Dizionario Biografico degli Italiani,
Treccani)
ILLUSTRAZIONI
Per D'Annunzio: La figlia di Iorio (1904), di cui esegue anche
la locandina e cura i bozzetti e i costumi per l'allestimento teatrale,
La fiaccola sotto il moggio e le Elegie Romane. Dal 1906
al 1912 illustra i quattro volumi delle Laudi del cielo, del mare,
della terra e degli eroi. Nel 1909 disegna l'edizione della Fedra
in stile arcaizzante e simbolista, L'Alcione (19xx) e nel 1912
Le Canzoni delle Gesta d'oltremare.
Per Giovanni Pascoli: xilografie dei Primi Poemetti e dei Poemi
Conviviali, Odi ed Inni, e nel 1914 la raccolta di tutte le
poesie, per l'editore Zanichelli e lo farà anche per le poesie
di Giosuè Carducci. Dal 1921 al 1928 illustra la collana dei Poeti
Greci tradotti da Ettore Romagnoli sempre per Zanichelli.
Per Marino Moretti illustra le raccolte Fraternità (1905)
e La serenata delle zanzare (1908).
Per l'editore Angelo Fortunato Formiggini le guardie della collana
I classici del ridere. Nel 1914 anche 41 xilografie per la serie delle
carte da gioco italiane.
Nel 1921 incide per il Centenario Dantesco una piccola xilografia di Dante
allo scrittoio, cui seguirà un grande ritratto frontale di Dante
che medita sulla Divina Commedia. D'Annunzio interviene per acquistare
il ritratto, lo ribattezza "Dante Adriacus" in ricordo dell'impresa
fiumana e lo colloca nella biblioteca del Vittoriale. In occasione del
centenario dantesco (1921) De Carolis disegna anche la decorazione di
tre sacchi contenenti foglie d'alloro raccolte personalmente da D'Annunzio,
con il motto "Inclusa est flamma": tali sacchi sono tuttora
conservati e sono in mostra al presente anno (2021) per il nuovo centenario
dantesco.
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Vamba,
I bimbi d'Italia di chiaman Balilla,
Bemporad, 1915,
cover di Adolfo de Karolis
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Giovanni
Pasc oli,
I
Canti di Castelvecchio,
Zanichelli, 1921
cover di Adolfo de Karolis
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(courtesy
Donatella Legnani)
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Adolfo
De Carolis
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Georges Courteline, Il treno delle 8.47', Formiggini, 1928
Per la collana "Classici del ridere" Adolfo de Karolis disegna
le guardie
(courtesy Donatella Legnani)
Uno dei tre
sacchi con le foglie di alloro e il motto "Inclusa est flamma"
disegnati per il centenario dantesco
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DEHAY, PIERRE (1913 - 2008)
Illustratore francese,
incisore, pittore, attivo nel dopoguerra soprattutto nell'editoria per ragazzi.
Manifesta
precoci disposizioni al disegno e viene istruito da uno zio pittore, Paul
Edouard Rosset-Granger, autore di ritratti, paesaggi e pittura di genere,
ma anche illustratore per l'editoria e decoratore di interni, fondatore
della Société Nationale des Beaux-Arts di Parigi. Il giovane
Pierre frequenta l'Ecole Boulle dal 1928 al 1932, poi l'Académie
de la Place des Vosges. Nel 1934 fa il servizio militare in Marocco, e durante
la Seconda Guerra Mondiale viene richiamato (prende parte alla battaglia
delle Fiandre e viene fatto prigioniero a Dunkerque). Nel 1946 sposa Paulette
Tonnelier, morta di parto due anni dopo, alla nascita del figlio François.
Nel 1951 si risposa con Jeanine Caffiot. Muore il 20 ottobre 2008 nella
sua casa di Parigi.
Testo parzialmente riprodotto dal sito http://pierredehay.free.fr
(si consiglia la visione perchè ricchissimo di immagini)
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Paul
Berna (pseud. di Jean Sabran), Il cavallo senza testa,
S.A.I.E., n.d.
Il titolo vinse il Grand prix littéraire du Salon de l'Enfance
1955
illustrazioni interne di Pierre Dehay
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DUCCI,
GUIDO (1867 - 1902)
Pittore,
soprattutto d'arte sacra, decoratore, illustratore.
T.
Catani,
Al
Paese dei canarini,
Bemporad, 1894, ill.
interne di Guido Ducci
T.
Catani, Rina, Bemporad, 1896, ill. int. di Guido Ducci
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Tommaso Catani
Al Paese
dei canarini
Biblioteca
Azzurra Bemporad,
1894
ill. di Guido Ducci
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Tommaso
Catani,
Rina,
Biblioteca Azzurra Bemporad,
1896
ill. di Guido Ducci
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Tommaso
Catani,
Al Paese Verde,
Biblioteca Azzurra Bemporad,
1895
cover di Guido Ducci
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Tommaso
Catani,
Al Paese Verde,
Bemporad, 1895
ill. in antiporta di Guido Ducci
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(courtesy
Lia Madorsky)
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EDEL,
LEONIDA (1864 - 1940)
Nasce a Parma il 23 dicembre 1864 da Leopoldo, di origine
alsaziana, capitano del regio esercito
e pittore dilettante, e da Letizia Naudin, figlia
del miniaturista Giuseppe, impiegato alla corte di Maria Luigia. Il fratello
di Leopoldo sposa la sorella di Letizia, e il loro figlio Allfredo ha
le medesime tendenze artistiche alle arti grafiche e figurative del cugino
(EDEL
ALFREDO, litografo, disegnatore, scultore, figurinista teatrale, lavora
a Parigi e Londra, n. Codorno 1859 - m. a Boulogne-sur-Mer 1912).
Leonida frequenta l'Accademia di Belle Arti e si
diploma in architettura e ornato nel 1885. L'anno seguente si trasferisce
a Roma, dove collabora con l'editore torinese E. Perino per il quale illustra
la gran parte della Biblioteca fantastica (circa 40 volumi, molti
di Provaglio sia col suo nome sia con i fantasiosi pseudonimi che sceglie);
nel 1902 si trasferisce a Torino, dove collabora con le case Marietti,
Paravia e SEI. Muore a Torino il 14 maggio 1940.
ILLUSTRATI DA LEONIDA EDEL:
G. C. Croce, Astuzie sottilissime di Bertoldo,
Bertoldino e Cacasenno (60 disegni, Perino, 1887)
A. Manzoni, I promessi sposi (dispense, 20 tavole, Perino, 1888)
O. Roux, Nei regni incantati (20 disegni, Perino, 1888)
O. Roux, Nel paese delle fate (20 disegni, Perino, 1888)
M. d'Azeglio, Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta (19 disegni,
Perino, 1889)
E. Provaglio, La regina delle fate (20 disegni, Perino, 1891)
Cesare
Ruberti, Lo scudiero di Umberto Biancamano (Perino, 1894)
Cesare Ruberti, Il cavaliere di ferro (seguito di Umberto Biancamano,
Perino, 1894)
Cesare Ruberti, Il Conte Verde (seguito de Il cavaliere di ferro, Perino,
1894) M.
Boiardo, Orlando innamorato (1894)
E. Perodi, Le novelle della nonna (3 voll., Perino, 1893)
E. Provaglio, La bella Magalona (Perino, 1894)
O. Roux, Novelle fantastiche (Perino, 1895)
E. Provaglio, Nuovi racconti di fate (fiabe fantastiche illustrate da
42 disegni di L. Edel, Firenze, U. V. Tofani e C. Edit., 1904)
E.
Provaglio, Francesca da Rimini (illustrato da 20 grandi disegni di Edel,
Nerbini, 1906)
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Epaminonda
Provaglio,
La regina delle fate,
Perino, 1891
ill. int. di Leonida Edel
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Epaminonda
Provaglio,
La regina delle fate,
Perino, 1891
ill. int. di Leonida Edel
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La
Domenica dei Fanciulli, Anno VII, n°1, 7 gennaio 1906
Testata di Domenico Gaido, le quattro tavole di Leonida Edel
(courtesy
Lia Madorsky)
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Emma Perodi,
Il figlio dell'imperatore,
Racconto messicano illustrato da Leonida Edel, Roma, Perino, 1896
(courtesy Bibliografia&Informazione)
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Emma
Perodi,
Le novelle della nonna,
riedizione 2010 riproducente
i disegni originali del 1893
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Olimpia
De Gaspari,
Il piccolo vetraio,
Paravia, 1914
ill.
int. di Leonida Edel
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(courtesy
Lia Madorsky)
Contessa Bice
di Valtesoro (Epaminonda Provaglio),
La dea delle bambole, Perino, 1896
illustrazioni
di Leonida Edel
(courtesy Lia Madorsky)
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FABBI,
FABIO (1861 - 1946)
Nasce a Bologna il 18 luglio 1861. E' allievo di Augusto Rivalta all'Accademia
di Firenze, dove inizia come scultore, in seguito ritiene di esprimersi
meglio nella pittura. Soggiorna
a Parigi, Monaco di Baviera, da
dove ricava quella maniera decorativa floreale derivata dall'Art Nouveau,
Varsavia, e infine in Egitto, ad Alessandria, insieme con il fratello
Alberto (Bologna, 20/9/1858
- 21/6/1906) anch'egli pittore
e ritrattista (suo è il ritratto del Cardinale Svampa), nonchè
figurinista di costumi orientali. L'Egitto
ispira molto i due fratelli, ma a causa della prematura scomparsa di Alberto,
è Fabio che acquisirà nel tempo la fama per quel gusto orientale
(esordendo nel 1888 con "Donna Araba" che partecipa alla Mostra
del Circolo degli Artisti; per le opere orientali viene decorato dal Re
Umberto I). Nel 1889 viene premiata a Torino l'opera "Testa di Cristo".
Fabio Fabbi è attualmente assai quotato sul mercato dell'arte;
nel Museo del Risorgimento di Firenze è conservata la tela "La
morte di Anita Garibaldi". Alcune
tele (di entrambi i fratelli Fabbi) sono conservate nel palazzo comunale
di Bologna. Fabio Fabbi
è anche grafico e cartellonista, ed illustra per l'editoria fiorentina
per ragazzi. Nel
1900 illustra con schizzi e disegni quasi fotografici il libro, sorta
di denuncia sociale, Firenze sotterranea di Jarro (Giulio
Piccini) edito da Bemporad. Illustra
a tempera ed acquerello una pregevole edizione di Eneide, Iliade, Odissea.
Collabora a Italia Ride, rivista umoristica a cavallo sel secolo.
Muore a Casalecchio di Reno (Bo) il 24 settembre
1946.
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F.
Fabbi, Danzatrici orientali, olio su tela
Molti
dei quadri orientali sono visibili nel sito web
fabio-fabbi.blogspot.com
Fabio
Fabbi in una foto del 1905
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E. Messina
Storia
di buoni zoccoli
e di cattive scarpe
Biblioteca
Bemporad
per i Ragazzi, 1926
ill. di F. Fabbi
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F.
Fabbi,
illustrazione per un racconto dell'Almanacco Bemporad 1914
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Etre
Valori,
Il veliero dai tre colori,
Biblioteca Economica per i Ragazzi Bemporad,
1933, illustrazione
interna di F. Fabbi
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FAORZI,
FIORENZO (1911 - 2001)
Appartiene
ad una famiglia dove la tradizione è quella di vinaio, o almeno
così sono definiti i mestieri del padre e del nonno, nonché
di alcuni zii, che avevano bottega.
La famiglia ha origine nel Mugello, e si trasferisce nel centro di Firenze
negli anni attorno al 1850: Pasquale e la moglie Gaetana Innocenti con
i tre figli Giuseppe, Ferdinando, e Giovanni (alcuni
indirizzi della famiglia sono infatti via dei Macci, via della Colonna,
Borgo Pinti). Il maggiore Giuseppe sposa Annunziata Degli Innocenti (poi
Falli), dalla quale ha tre figli: Regina (n. 1859), Eugenio (n. 1863)
e Franco (n. 1865). Ferdinando sposa Rosa Ceroni, dalla quale ha due figli,
Virgilio (n. 1869) e Orlando (n. 1872). Il minore Giovanni (21/3/1843
- 6/7/1917) dai documenti anagrafici risulta analfabeta, di professione
stovigliaio-vinaio, morto in età avanzata per infarto.
Dalla prima moglie Luisa/Elisa Bocciolini ha i figli Silvio (n. 1868),
Arturo (n. 1869), e Silvio (n. 1871). I due Silvio muoiono in tenera età.
Nel 1874 muore anche la moglie, e due anni dopo, il 9/3/1876, Giovanni
sposa Giulia Bartoli, di professione sigaraia, nata a Monsummano il 12/6/1857,
che gli dà gli altri sei figli: Alfredo (n. 9/3/1877), che porterà
avanti la tradizione del mestiere di vinaio; Gino (n. 10/2/1878); Ida
(n. 15/3/1880); Natale (25/12/1881 - 20/1/1939); Annetta (n. 26/7/1887);
e Armando (n. 8/9/1883). Di Natale diamo qualche notizia in più,
perchè è il primo della famiglia a dedicarsi all'arte: rimasto
celibe, nel 1900 è tra gli allievi della sezione di pittura dell'Istituto
d'Arte di Firenze e nel 1904 partecipa al Concorso per il Pensionato Artistico
Nazionale presso l'Accademia di Belle Arti. Partecipa inoltre al celebre
concorso Alinari per le illustrazioni della Divina Commedia, risultando
tra i migliori: dalle sue tavole furono tratte delle cartoline. Muore
a causa di "avvelenamento da ipnotici".
Armando, che pure nei registri anagrafici risulta "esercente",
sembra versato non tanto nella pittura quanto nel mestiere di imbianchino,
infatti lavora principalmente come decoratore di interni e affresca alcune
chiese in Toscana. Il 7/3/1903 sposa a Montughi Arduina Venturi (n. 13/9/1884)
dalla quale ha due figli: Fiorenzo (3/2/1911 - 9/4/2001) e Giovanni (n.
14/6/1919), entrambi veramente dotati di sensibilità artistica,
infatti sono eccellenti pittori e disegnatori. Il più celebre dei
due, Fiorenzo, diplomatosi nel 1931 all'Istituto d'Arte, ne diviene poi
docente (lo stesso dove attualmente insegna il figlio Gian Marco). Nel
1925 esordisce come illustratore per Vallecchi, ma è con Salani
che lavora maggiormente, di cui sono note diverse versioni del Pinocchio
(la prima è del 1934). Il 20/7/1946 sposa Vera Bertini. Nel corso
della carriera espone anche in galleria, ma è più noto come
illustratore per l'editoria che come pittore. Negli Anni Quaranta collabora,
insieme con il fratello Giovanni, a La settimana dei Ragazzi, all'epoca
diretta da Laura Orvieto. Per la casa editrice Salani Fiorenzo illustra
diversi volumi della Biblioteca delle Signorine nella seconda versione,
quella con la cover rosa o blu, diverse antiporte delle serie per i più
piccoli e ben 38 copertine della Biblioteca dei
Miei Ragazzi, mentre il fratello Giovanni ne illustra due.
Dettagli sulla vita professionale di quest'ultimo sono nel volume di Anna
Levi Storia della Biblioteca dei Miei Ragazzi.
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L'edizione
del Pinocchio per la collana I Grandi Libri Salani,
ill. di Fiorenzo Faorzi,
1934; a ds: Mangiafuoco.
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L'edizione
del Pinocchio nella versione in brossura Salani,
ill. di Fiorenzo Faorzi,
1935; a ds: Mangiafuoco.
Si noti il gioco di Pinocchio che tiene in mano la precedente
versione.
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Ill.
di
Fiorenzo Faorzi in antiporta
a
I nostri Balilla, serie
Piccoli Libri della Patria,
Salani, 1936
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Ill.
di
Fiorenzo Faorzi in antiporta
a
Animaletti astuti,
Grandi Piccoli Libri,
Salani, 1940
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Ida
Baccini, Le memorie di un pulcino,
Marzocco, 1947
cover e ill. interna di Fiorenzo Faorzi
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Ill.
di
Fiorenzo Faorzi in antiporta
a
La cavalleria, serie
Piccoli Libri della Patria/
Il nostro esercito,
Salani, 1939
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Ill.
di
Fiorenzo Faorzi in colofon
a
La
cavalleria, serie
Piccoli Libri della Patria/
Il nostro esercito,
Salani, 1939
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Eugenia
Costanzi Masi,
Velocità ridotta,
Biblioteca delle Signorine,
1946,
ill. di
Fiorenzo Faorzi
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Alcuni
vogliono ravvisare nelle
fattezze dell'uomo il ritratto del fratello Giovanni, al quale
Fiorenzo Faorzi era legato da sincero affetto
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Baronessa
Orczy,
Un figlio della rivoluzione,
Grandi Romanzi Salani,
1938
ill. di Fiorenzo Faorzi
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Ill.
interna di Fiorenzo Faorzi tratta da
Deda Pini, I racconti dei Carolingi,
Marzocco, 1955
FIORENZO
FAORZI
non solo un illustratore per la casa editrice Salani
un articolo di SILVIA SERRELI
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FINOZZI,
UGO (1874 - 1932)
Nasce a Firenze nel 1874. Inizia la carriera artistica come
caricaturista nei
giornali satirici L'Asino e Il travaso delle idee di Filiberto
Scarpelli, con il quale condivide il palmarès delle copertine del
Il Giornalino della Domenica di Vamba (28 e xx rispettivamente).
Al Giornalino collabora fin dal 1906 anche
con testatine, vignette, raccontini, e numerose caricature dei colleghi
come quelle di Omero Redi (P. Ermenegildo Pistelli), Fra Bombarda (Aurelio
Romoli), Mastro Sapone (Giuseppe Fanciulli), Vamba, Scarpelli, se stesso.
Con lo pseudonimo di "Pellicola" cura anche una rubrica di fotografia,
arte emergente all'epoca. Lo stile di Finozzi è lineare e bidimensionale,
anche se ispirato al liberty. Illustra numerose cover per l'editoria,
soprattutto quella dedicata ai ragazzi. Ampia la produzione di manifesti
e cartoline, soprattutto quelle per la Prima Guerra Mondiale e per le
cartelle dei prestiti di guerra.
Muore a Roma nel 1932.
Ugo Finozzi nella nota caricatura di se stesso,
dall'album de Il Giornalino della Domenica, 1908
Le
caricature di Omero Redi e
Maestro Sapone,
dall'album de
Il Giornalino della Domenica, 1908
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Ugo
Finozzi, manifesto 1914
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La
vispa Teresa (allungata da Trilussa),
Roma, Casa ed. M. Carra e L. Bellin, 1918
cover di Ugo Finozzi
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CURIOSITA'
Nel
1920 Vittorio Emanuele III commissiona a Ugo Finozzi una serie
di marionette raffiguranti i personaggi dei Promessi Sposi
per il teatrino della figlia, la tredicenne principessa Giovanna.
Egli scolpisce in legno 17 pupazzi e disegna anche abiti e acconciature,
basandosi sullo studio del testo manzoniano e sulla ricostruzione
del costume della prima metà del XVII secolo.
da: L. Bertelli, "I balocchi della principessa Giovanna",
Il Giornalino della domenica, 1920, n. 1, pp.
1-8
Ma noi ci chiediamo: dove saranno queste marionette?
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Sin: Paola
Lombroso, Un reporter nel mondo degli uccelli, 1911
nella Biblioteca Bemporad per i Ragazzi
Centro: lo stesso titolo per la Biblioteca Azzurra, 1911
Dx: R. Kipling, Il libro delle bestie, 1927, nella collana
Collezione di Capolavori Stranieri tradotti per
la Gioventù italiana
tutti illustrati da Ugo Finozzi
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Due libri
fuori collana in formato quadrotto editi da Bemporad nel 1909:
Sin: Laura Orvieto, qui con lo pseudonimo di Mrs. El., Leo e Lia,
Dx: Pino (Giuseppe Fanciulli), Per i più piccini - Bozzetti
entrambi illustrati
da Ugo Finozzi
Mrs.
El., Leo e Lia,
Bemporad, 1900
ill. interne di Ugo Finozzi
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Il
Giornalino della Domenica
anno IV n°18
cover di Ugo Finozzi
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ill.
interna di Ugo Finozzi da
Il libro delle bestie,
Bemporad 1927
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Dall'interno
de Il Giornalino della Domenica anno IV n°18
il racconto "Il ciabattino cattivo " di Tina Sleiter Finozzi,
illustrato da Ugo Finozzi
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Ugo
Finozzi,
ill. int. "La cuna che fiorisce"
Il Giornalino della Domenica,
Anno IV, n°40, p. 5
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Ugo
Finozzi,
ill. int. per Vamba,
Il Giornalino della Domenica,
Anno IV, n°52
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FOSSOMBRONE,
ANDREA (1886 - 1963)
Nasce a Zara il 30 novembre 1886 da Nicolò e Caterina Dunatov. Studia
a Trieste, specializzandosi in copie dal vero. Viene premiato al concorso
per i pannelli decorativi della Cassa di Risparmio di Trieste. Espone alla
I Mostra Internazionale d'Arte Sacra nel 1922, alla Biennale di Brera, alla
mostra della Famiglia Artistica. Nel secondo decennio collabora alla Rassegna
d'Arte della casa editrice Arti Grafiche Alfieri e Lacroix per la quale
realizza il
monumento ai Caduti (Milano). E'
seguace di Andrej Towiansky (1799-1878, iniziatore di un movimento religioso
chiamato "opera di Dio" che conobbe una certa diffusione tra la
metà del sec. XIX e l'inizio del sec. XX) conosciuto tramite Attilio
Begey e Brizio Casciola. Anche Fossombrone dà inizio ad una "milizia
spirituale" tendente a portare il fuoco sacro del cristianesimo nella
vita di ogni giorno, familiare, professionale e pubblica. Sposa Cornelia
Defendi che conosce nell'ambiente salutista e dopo la sua morte nel 1935
si consacra totalmente alla vita spirituale e alla pittura. Abbondante è
la sua produzione pittorica di arte sacra. A
Milano nella chiesa di San Babila c'è una sua Via Crucis,
e nella chiesa di S. Protaso una crocifissione e una pala d'altare; a Zara
nella chiesa di San Simeone vi sono alcune opere. E' illustratore
per l'editoria, ma limitatamente a soggetti sacri o spirituali, ed anche
scultore (suo è e un busto del Tommaseo conservato a Milano). Altre
sue opere famose sono: un ritratto di Dante (1921), il ritratto della moglie,
il ritratto di Beethoven, e quello di Don Brizio Casciola, suo buon amico;
e varie opere a soggetto spirituale, quale il "De Profundis".
Muore a Milano il 25 novembre 1963, e nel 1964 a Milano si tiene una personale
postuma.
l disegni per l'editoria sono in genere solamente siglati da una F maiuscoletta
o dalla sigla AF, sempre in angolo e poco visibile.
Raramente il nome è per esteso, sempre in maiuscoletto.
Andrea
Fossombrone
Autoritratto (1923)
Andrea
Fossombrone, Ritratto di Dante
(1921, acquaforte)
come appare in antiporta al volume di Brizio Casciola Enimma dantesco,
Istituto
Italiano d'Arti Grafiche, 1950
courtesy Centro Dantesco, Ravenna
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Per
la collana Scala d'Oro (U.T.E.T.)
illustra:
C. Angelini,
Il leggendario dei Santi,
Serie IV n° 12.
E'
l'unica ill. di
Andrea Fossombrone nella
serie.
Ds:
ill. int. di Fossombrone per Il leggendario dei Santi
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Maria
Pasini, Donne d'Italia, Paravia, 1933.
Cover e tre ill. int. di Andrea Fossombrone
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GOLIA
(COLMO EUGENIO, 1885 - 1967)
Nasce a Torino il 29 ottobre 1885 da Francesco Colmo, notaio
alle Ferrovie, e da Teresa Randone, ultimo di cinque fratelli. Al liceo
ha per compagni e amici Tancredi Vigliardi Paravia e
Guido Gozzano (che inventa per lui lo pseudonimo di Golia).
Lascia gli studi universitari per dedicarsi alla carriera artistica, e collabora
con i giornali satirici torinesi Due di picche e Torino ride;
dirige Pasquino dal 1904 al 1906. Nel 1911 organizza con Giovanni
Manca la prima mostra internazionale di umorismo, durante l'Esposizione
di Torino per il 50° dell'Unità d'Italia, e collabora, tra il
1912 e il 1914 con diverse testate. Nel 1914 fonda con Caimi (direttore
di La donna) e Pitigrilli (direttore di Le grandi firme) il
settimanale satirico Numero, che durante l'anno assorbe il napoletano
Ma chi è? Nel 1915 sposa Lia Tregnaghi. Dopo la guerra l'attività
artistica di Golia come umorista, illustratore, copertinista, cartellonista
pubblicitario continua con successo. Scrive
libri un albo per fanciulli Abecedario di guerra (Lattes,
1915) e illustra il volume postumo di Gozzano La principessa si sposa
(Treves, 1917). Numero chiude per difficoltà
economiche nel 1922, e Golia inizia una nuova attività come ceramista.
Collabora con Mondadori, UTET e Paravia. Nel 1941 una serie di drammatici
rovesci (crisi familiare, suicidio della moglie, bombardamento della casa
e distruzione dello studio) si abbattono su di lui. Sfolla ad Alba, senza
lavoro, e ritorna a Torino nel 1944. Redattore della Gazzetta del Popolo,
conosce e sposa la giovane artista Alda Besso, che si firmerà Giò
Golia. Ritorna alla grafica, esordisce come pittore, fa bambole caricaturali
insieme a Giò, insegna figurino teatrale. Vasta è la sua produzione
di disegni anche negli ultimi anni di vita, nonostante i problemi alla vista
e sofferenza ai polmoni. Muore a Torino il 15 settembre 1967.
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Térésah,
Il romanzo di Pasqualino, Bemporad, 1917
cover e ill. interne di Golia
courtesy
Tesori di carta, Bologna
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Per
la collana Scala d'Oro (U.T.E.T.)
illustra:
G.
Brigante Colonna,
I grandi viaggiatori,
Serie IV n° 9.
E'
l'unica ill. di
Golia
nella serie. |
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Alfredo
Panzini,
Il diavolo nella mia libreria,
Mondadori, n.d.
cover di Golia
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Térésah,
Apparizioni del viandante,
Mondadori, 1950
ill. di Golia
courtesy Tesori di carta, Bologna
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Cartoline
di Golia. Dx: caricatura di D'Annunzio (1913)
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GUGU'
(1864 - 1942)
Ristampa
anastatica de:
Maso Bisi, Il libro delle oche, Bemporad 1910, ill.
di Gugù
Il volume fa parte di una collezione di lettura amena "Per
i più piccini",
in formato album, elegantemente rilegati in tutta tela.
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Gugù
è un'illustratrice incredibile, la bellezza dei suoi disegni,
la cura dei particolari, il sapore un po' rétro delle figurine
di bambini, con i loro abitini antiquati, i colori pastello, la grazia
delle composizioni, la accomunano senza dubbio ai grandi maestri dell'Ottocento
come Arthur Rackham e Kate Greenaway. Ma noi in Redazione a Gugù
siamo affezionati anche per motivi personali: Gugù era di Ravenna,
e una delle nostre collaboratrici, che ne ha tracciato il profilo nella
pagina dedicata, è anche lei di quella città. Dove non
si dimenticano di Gugù, anzi. C'è Massimo Navoni che ristampa
in anastatica i suoi libri più belli e famosi: Tur-lu-ri,
La belle Histoire du Prince Muguet, ed ora questa ristampa
de Il libro delle oche.
E a Ravenna ci sono spesso iniziative per ricordare Gugù: nel
novembre 2014, per i 150 anni dalla nascita, una splendida mostra; la
ristampa, aggiornata, riveduta e ampliata, della biografia di Gugù
scritta da Mirca Modoni; e la storia di Gugù, della sua generosa
vita a favore dei bambini poveri e malati, raccontata ai fanciulli:
perchè non vada persa questa bellissima storia, soprattutto in
questi nostri giorni così poveri di valori. L'iniziativa è
di Maria Grazia Caccia, alla quale va tutto il merito di aver fatto
un'operazione interessante e
graficamente innovativa: per le illustrazioni
ha infatti utilizzato i disegni originali di Gugù, prendendoli
dall'archivio ravennate. Entrambi i volumi sono ordinabili presso la
Libreria Dante di Longo (Ravenna), così come i volumi
delle prime pubblicazioni in ristampa anastatica.
Mirca
Modoni Georgiou,
Gugù - migliaia di bambini
nella mente
Capit, 2014
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Maria
Grazia Caccia,
Storia di Gugù narrata ai bambini illustrata da lei
stessa,
edizione propria, 2012
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Lina Schwarz, Ancora!..., Cogliati 1910, ill. interne di
Gugù
click
to enlarge
Il
Giornalino della Domenica, Anno IV, n° 2
10 gennaio 1909
cover di Gugù
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GUSTAVINO
(ROSSO GUSTAVO, 1881 - 1950)
Nasce a Torino nel 1881. Esordisce a 27 anni illustrando il libro Firenze
presa sul serio (1908) di Augusto Novelli. Alla fine dello stesso
anno esce il primo numero de Il Corriere dei Piccoli e Gustavino
inizia un lungo percorso con questo giornale, creando soprattutto illustrazioni
e qualche fumetto. Nel 1921 inizia a collaborare dai primi numeri con
l'Illustrazione del popolo, realizzando paginoni sul genere di
quelli che Beltrame creava per la Domenica del corriere. Collabora
con Paravia e con UTET per la quale disegna le guardie della collana La
Scala d'Oro, e di cui illustra anche diversi titoli. Illustra anche
per Bemporad, Mondadori e Treves. Crea per L'Enciclopedia dei Ragazzi
(Mondadori) il personaggio del cuoco Trol, illustrando una favola in rima
di Arrigo Boito.
Il suo capolavoro è considerato da tutti i critici Le confessioni
di un italiano nella prima ed. critica collazionata sul manoscritto
a cura di Fernando Palazzi comprendente 232 illustrazioni e 22 tavole
fuori testo (Treves-Treccani-Tumminelli, 1931). Muore a Milano nel 1950.
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Ill.
di Gustavino per
"Il piccolo burattinaio", dal
Corriere dei Piccoli,
Anno VI, 6 luglio 1914
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Per
la collana Scala d'Oro (U.T.E.T.)
illustra ben 11 volumi: Serie I n° 3, Serie II n° 3, Serie
III n° 5 e 7, Serie IV n° 4, Serie V n° 5 e 12, Serie
VI n° 4, Serie VII n° 4 e 10, Serie VIII n° 1. |
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Elena
Viner,
Piccole storie di due bimbe vere,
Paravia,
1918
ill.
di Gustavino
courtesy
Lia Madorsky
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A.
Fabietti,
Italiani alla scoperta della Terra,
Paravia,
1945
ill.
di Gustavino
courtesy
E. Samarelli
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Ill.
di Gustavino per "Le tre figlie di Ridibene", racconto del
Corriere dei Piccoli,
Anno VI, 8 febbraio 1914
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LIBRI
E GIORNALI PER RAGAZZI
ILLUSTRATORI
D-L
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