libri
e giornali per ragazzi
|
||||||||||||||||||||||||||||||||
ILLUSTRATORI M-R |
||||||||||||||||||||||||||||||||
MAGNI,
GIUSEPPE (1869 - 1956) Nasce a Pistoia nell'aprile 1869. Frequenta lAccademia di Firenze, dove segue gli insegnamenti di G. Ciaranfi, A. Ciseri, G. Fattori. Esordisce nel 1889 alla Società di Belle Arti fiorentina con l'opera "Studio dal vero". Vicino, nelle opere giovanili, ai modi del naturalismo toscano, viene definito un pittore post macchiaiolo di corrente tradizionalista. Preferisce i ritratti e soggetti contadini e scene di genere, e si avvicina al verismo affrontando prevalentemente il tema della madre con bambini come nell'opera "Ave Maria", presentata nel 1912 al concorso Alinari e premiato con la medaglia doro all'Esposizione Donatelliana di Livorno. Nel 1914 ottiene la medaglia dargento dalla Società di Belle Arti di Firenze, e nel 1916 ottiene la medaglia doro. Nel 1919 gli viene assegnata la cattedra di disegno allAccademia di Belle Arti di Firenze. Forse per rimpinguare lo stipendio non disdegna la produzione di cartoline, e chissà come illustra qualche libro, forse su specifica richiesta di Bemporad. Questi si era trovato fra le mani un testo esplosivo, il Pinocchio di Collodi, inizialmente sottostimato, tanto che nella prima edizione aveva affidato le illustrazioni allo sconosciuto Enrico Mazzanti, forse solo per il fatto che era suo vicino di casa, che lavorava principalmente con xilografie e solo all'ultimo raffinandosi con l'utilizzo di papier procédé. Alla decima edizione, nel 1894 (morto l'anno prima il Mazzanti), Bemporad chiese dunque a Magni di rifare alcune vignette un po' approssimative, in specie quelle paesaggistiche, e il testo apparve con la firma dei due illustratori fino a tutto il 1897 (ormai alla 18a edizione); nel 1901 Bemporad lascia anche Magni e chiede a Chiostri, pittore emergente, di illustrare il testo. Sempre nel 1894 Bemporad gli affidò le illustrazioni per Il segreto di Pinocchio di Gemma Mongiardini Rembadi, una delle tante pinocchiate che stavano proliferando, editato nella Biblioteca Azzurra. Magni tuttavia ritenne giusto di raffigurare il suo Pinocchio per il testo della Mongiardini Rembadi sul modello di quello del Mazzanti. Muore a Firenze nel 1956. Mongiardini
Rembadi, Il segreto di Pinocchio, Bemporad,
il Pinocchio di Giuseppe Magni |
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
MAGNI
DUFFLOQ, ENZO (1914 - 1981) Pseudonimo: Ingam (il cognome letto a rovescio, ma per alcune collaborazioni anche Gamin, sempre un anagramma del nome, utilizzato nel significato francese di "monello"). Nasce a Milano il 2 marzo 1914; esordisce nel 1932 illustrando per Vallardi; nel 1938 pubblica illustrazioni umoristiche sulla rivista Il Milione di Cesare Zavattini firmandosi Enzo Magni D. Come fumettista esordisce nel 1945, firmandosi Ingam, con la serie "Jak Fumo" per le Edizioni Librarie Italiane, in seguito dà vita a serie di genere avventuroso come Aquila Bianca e Capitan Mistero, e infine nel 1948 (insieme con Gian Giacomo Dalmasso che scrive i testi) inventa il suo personaggio più famoso, Pantera Bionda, una protagonista vagamente osé di una serie a fumetti pubblicata per oltre un centinaio di numeri fino al 1950. Dal 1951 al 1953 illustra i 180 fascicoli del romanzo a puntate "Cuore garibaldino" di Dino De Romanis edito dalla Editrice Eccelsa, e negli anni Sessanta disegna fumetti per adulti come Helga e Calamity Jane, alcuni album di Nembo Kid, ma non trascura il vecchio genere western come Penna di Falco, Tom Mix e altri. Lavora sino alla fine: il suo ultimo fumetto, Gun Flint, viene pubblicato nel 1981. Per l'editoria illustra una miscellanea della letteratura per ragazzi: copertine, gli albi di Salgari nelle ristampe di Cartoon Museum, le edizioni musicali Ricordi. Muore a La Spezia il 20 febbraio 1981. Illustrati da Enzo Magni Duffloq: Andersen, La più felice (novelle), Paravia, 1937, nella Collana di Bei Libri Pollicino: su tre dischi infrangibili Durium, 1945, testo di Maria Tibaldi Chiesa, musiche di Mario Mariotti, figurazioni di Enzo Magni Albi Salgari. Tra gli accertati: La città del re lebbroso, I pirati del fiume. La città dell'oro, Cartoon Museum, 1972 |
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
MARFORI
SAVINI, FILIPPO (1877 - 1952) Nasce a Urbania (Pesaro) nel 1877 da Luigi e Marietta Gigli (sposi l'anno prima). La famiglia è abbiente, il nonno, cav. Ercole, muore nel 1893 e riceve solenni onoranze funebri, anche un'orazione poi pubblicata; Luigi ha una sorella, Camilla, che nel 1879 sposa il prof. avv. Francesco Raffaelli. Ad Urbania esiste una via intitolata "Marfori Savini". Filippo frequenta l'Accademia di Belle Arti a Firenze, dove si perfeziona sotto Giuseppe Ciaranfi, che dal 1876 deteneva la cattedra di Pittura, poi si trasferisce a Napoli per seguire i corsi di Domenico Morelli (come tanti altri). Tornato a Firenze, apre uno studio in via Mannelli e inizia la carriera pittorica con ritratti e paesaggi, che espone a Roma, Napoli, Torino, Milano, Venezia, in seguito anche a Parigi, Monaco, Londra. Nel 1914 fonda a Firenze, dove risiede stabilmente, l'Accademia Internazionale di Pittura, Incisione, Xilografia e Acquaforte e ne è insegnante; e gli viene conferita la medaglia d'argento dalla Società di Belle Arti fiorentina. Sue personali a Firenze nel 1929, a Genova nel 1932, a Milano nel 1942; a Livorno espone insieme ad altri nel 1929 e nel 1934. E' anche incisore di buona fama. Nel 1928 espone alla Terza Mostra d'Arte Pura e Decorativa Marchigiana (Pesaro) con una sala dedicata, dove espone 32 tra xilografie, acquaforti e puntasecca. Illustra per l'editoria, ma non molto, sia per adulti sia per l'infanzia; occasionalmente illustra qualche cartolina, soprattutto di genere aulico e patriottico. Muore a Firenze, sua patria di elezione, nel 1952. Illustrati da Filippo Marfori: E. Provaglio, La fata delle bambole, Biblioteca Salani Illustrata, 1904 A. Assolant, Il regno di Pulcinella, Biblioteca Salani Illustrata, 1904 (trad. di Albertina Palau) E. Provaglio, Le novelle della befana, Biblioteca Salani Illustrata, 1904 A. Assolant, Storia fantastica del celebre Pierrot narrata dal mago Alcofribas, Biblioteca Salani Illustrata, 1903 E. Provaglio, Nuovi racconti delle fate, Biblioteca Salani Illustrata, 1904 F. Fulin, Il povero fornaretto di Venezia, Biblioteca Salani Illustrata, 1904 D. Defoe, La vita e le avventure di Robinson Crusoe, Bemporad 1926, con quattro tavole fuori testo, nella collana Capolavori Stranieri per la Gioventù Filippo
Marfori Savini, "Autoritratto", 1922
(courtesy Libreria Gonnelli, Firenze)
|
cover e ill. interne di Filippo Marfori Savini (courtesy Donatella Legnani) cover firmata Chiostri-Firenze Come specificato in frontespizio, le ill. interne sono del pittore Filippo Marfori |
|||||||||||||||||||||||||||||||
MATELDI,
FILIBERTO (1885 - 1942) Nasce a Roma nel 1885. Dopo qualche esperienza come attore inizia a collaborare come illustratore negli anni Venti con Il giornalino della domenica, Il Balilla, e testate come Il Secolo XX. Collabora con UTET con numerose illustrazioni per la collana La Scala d'Oro. Pittore e scenografo, frequenta gli ambienti teatrali ed è amico di Lucio Ridenti. Diventa una firma importante del disegno di moda, collaborando con Lidel e l'Illustrazione italiana. Sposa la collega Brunetta (Moretti Mateldi Bruna, Ivrea, 1904 - Milano, 1988) di quasi vent'anni più giovane, disegnatrice di moda e redattrice, che nel dopoguerra diverrà assai nota. Insieme illustrano, tra l'altro, Autarchia del profumo, numero unico a cura del sindacato fascista dei commercianti profumieri della provincia di Milano, nel 1939. Colpito da malattia, muore durante la guerra, a Milano, nel 1942.
Una splendida cover di Brunetta per Scena
Illustrata.
La rivista è dell'ottobre 1952, ma sotto la firma si legge 1949
|
Il Giornalino della Domenica, A IX, n° XV, 15 settembre 1921 Ill. di Filiberto Mateldi |
|||||||||||||||||||||||||||||||
MAZZANTI,
ENRICO (1852 - 1893) Enrico Mazzanti nasce a Firenze da Alessandro, pittore e restauratore, e Zefira Riccioni. Il fratello maggiore, Riccardo, è un celebre architetto. Enrico Mazzanti illustra principalmente per la casa editrice Paggi, poi Bemporad, ma anche per Salani e Succ. Le Monnier. La biografia completa è stata presentata per la prima volta al Convegno "Le figure e le storie - scrittori, illustratori, editori per l'infanzia in Toscana tra Otto e Novecento" promosso da Bibliografia & Informazione, che si è svolto il giorno 8 ottobre 2010 presso il British Institute of Florence. La prolusione è stata tenuta da Maria Enrica Carbognin, ma tutta la ricerca è frutto della collaborazione tra questa e Lia Madorsky. Di Enrico Mazzanti viene riportata la bibliografia accreditata pari a circa una quarantina di volumi, ai quali occorre aggiungere tutta la produzione per le edizioni scolastiche Paggi/Bemporad, tutti i titoli di Carolina Invernizio per Salani, e tutti i titoli della Biblioteca delle Giovanette di Le Monnier.
Se
non fosse stato il primo illustratore di Pinocchio, di Enrico Mazzanti
non avremmo
mai sentito parlare; e nonostante tutti ne abbiano sempre parlato, nessuno finora aveva mai indagato per scriverne la biografia; ancora nel 1960 Piero Bernardini scriveva un trafiletto sullo Specchio del libro per Ragazzi affermando "di Enrico Mazzanti nessuno sa niente". Siamo dunque lieti che sia disponibile al pubblico la storia di questo grande e sfortunato maestro del disegno.
|
Leopoldo Guerrieri, Le due sorelle di Nancy, Succ. Le Monnier, 1887 ill. in antiporta di Enrico Mazzanti Sin: la casa di Alessandro Mazzanti in via Pier Capponi a Firenze, dove vissero e lavorarono insieme Riccardo ed Enrico Mazzanti nei primi anni della loro gioventù. Ds: la lapide di Enrico Mazzanti, in pessime condizioni, che recita: "Alla cara memoria/di Enrico Mazzanti/buono gentile intemerato/ingegnere valente/artista fecondo e geniale/nato il 4 marzo 1852 - morto il 24 marzo 1893/i genitori la moglie il fratello" |
|||||||||||||||||||||||||||||||
MELANDRI,
LUIGI (1892 - 1955) Nasce a Piangipane (Ravenna) nel 1892, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Ravenna dove si diploma nel 1914; partecipa alla Prima Guerra Mondiale dove viene ferito. Attorno al 1920 si trasferisce a Milano, dove è attivo negli Anni Venti-Cinquanta con le illustrazione per oltre 150 testi di editoria per ragazzi per Paravia, S.E.I., e collabora per molti anni al Corriere dei Piccoli (dal 1921 al 1946). Per la collana I libri divertenti dell'Istituto Editoriale Italiano illustra i tre volumi di Capitan Fracassa. Nel 1923, in b/n Déco, illustra I deserti dell'amore di Arthur Rimbaud. Muore a Milano nel 1955. Foto e biografia completa al sito: http://lnx.percorsimezzano.it/?page_id=356
La Vispa Teresa, Anno I, 28 ottobre 1947, ill. interna di Luigi Melandri E.
Panagia Gavinelli, Il romanzo dei 15 anni, SEI, 1952.
Cover e ill. int. di Luigi Melandri (courtesy Paola Cardi) A. Fiore, La bella aurora, Paravia, 1951, ill. di Luigi Melandri (courtesy Lia Madorsky) |
cover e ill. int. di Luigi Melandri (courtesy Paola Cardi) ill. int. di Luigi Melandri ill. di Luigi Melandri (courtesy Tesori di carta, Bologna) |
|||||||||||||||||||||||||||||||
MELIS
PINO (1902 - 1985)
Sono otto
i fratelli Melis, di cui ben quattro artisti affermati: Olimpia (1887-1975,
maritata Peralta, produce trine e merletti), Melchiorre (1889-1982, si
firma Melkiorre: ampia biografia nel sito della Treccani), Federico (1891-1969,
ceramista), e Pino (1902-1985). Nascono tutti a Bosa (Oristano) da Salvatore,
commerciante di tessuti, e da Giuseppina Masia. Pino, l'ultimo degli otto,
rimane orfano molto presto e viene cresciuto dalle due sorelle maggiori.
E' un enfant prodige, già a 14 anni entra nella redazione
del Giornalino della Domenica di Vamba, non solo illustrando copertine
e interni, ma anche scrivendo storie. All'arte è condotto dai fratelli
più grandi Melkiorre e Federico, con cui collabora inizialmente;
esordisce con figurini di moda. Nel 1917 espone a Milano alla Mostra Sarda
in favore degli orfani dei combattenti organizzata da Giuseppe Biasi,
insieme con i fratelli e ad altri grandi artisti sardi: il contributo
di Pino è in dieci tempere dal titolo "Piccoli canti di Sardegna".
Nel 1921, dopo aver esposto diversi acquerelli, disegni e tempere a Cagliari,
si trasferisce a Roma, dove dal 1909 era il fratello Melkiorre che vi
aveva frequentato la Scuola libera del nudo dell'Accademia di Roma, e
frequentava lo studio di Duilio Cambellotti. A Roma Pino conosce e sposa
Maria Letizia Giuliani, pittrice e vetratista, figlia di Giulio Cesare
Giuliani dello Studio Vetrate d'Arte al quale si rivolgeva anche Cambellotti;
anche Pino si dedica alle tecniche del vetro e realizza cartoni per vetrate
destinate a privati e a chiese. Tuttavia la sua attività principale
è quella dell'illustrazione, soprattutto di giornalini e libri
per l'infanzia. Collabora a Cordelia, Juventus pro Juventute,
Il Fanciullo per il Fanciullo, Il Balilla, La Piccola Italiana
e Famiglia Fascista. Espone al Palazzo delle Esposizioni di Roma,
alla I Biennale d'Arte Sarda di Sassari, nel 1934 tiene una personale
a Ginevra. Partecipa alla Mostra d'arte sacra di Parma nel 1966, mentre
nel 1970 tiene una personale a Cagliari. Tra il 1972 e il 1981 la sua
attività si concentra prevalentemente sulla realizzazione di miniature
a tempera. Nel 1985 muore a Roma in seguito a una banale caduta a causa
della neve. I
fratelli Melis. In alto da sin: Pino, Federico, Melkiorre, Antonino.
In basso le sorelle (Olimpia è la seconda da sinistra). Pino Melis, Autocaricatura, Il Giornalino della Domenica, VIII, XVI (18 aprile 1920) |
Pino Melis, Per fare la corte a una gatta 'come gli uomini', testatina in tricromia per C. De Angelis, Il Giornalino della Domenica, Anno VIII n° 47 (1920)
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
MORONI
CELSI, GUIDO (1888 - 1962) Nasce a Bologna nel 1888 (A. Faeti lo dice nato a Roma nel 1885). Esordisce nel periodico clericale Il Mulo; collabora con il settimanale umoristico Numero (dal 1914); collabora a lungo con Il Corriere dei Piccoli sia con illustrazioni sia con fumetti, creando vari personaggi tra il 1913 e il 1934; crea Bonifazio e Tranquillino (1924-1926) per Novellino, realizzando anche numerose illustrazioni. Collabora nei primi anni Trenta anche con Il cartoccino dei piccoli. Dopo il 1936 illustra in particolare fumetti tratti dai romanzi di Salgari. Muore a Napoli nel 1962.
Il Corriere dei Piccoli, Anno V n° 21, 25 maggio 1913, cover di Guido Moroni Celsi |
Ill. di Moroni Celsi per Il Corriere dei Piccoli, Anno V, 8 giugno 1913 |
|||||||||||||||||||||||||||||||
MUSSINO,
ATTILIO (1878 - 1954) Nasce a Torino
il 25 gennaio 1878. Studia all'Accademia Albertina, allievo del Tavernier
e di Pier Celestino Gilardi. Collabora da studente a giornali satirici
come La Luna e Il fischietto. Esordisce nel 1908 all'Esposizione
della Promotrice torinese con il "Ritratto di Arturo Calleri".
Sempre nel 1908 vince la medaglia d'oro per le illustrazioni del Pinocchio
all'Esposizione Internazionale di Torino (che nel 1911 pubblicherà
con Bemporad). Quando esce il primo numero del Corriere dei Piccoli,
il 27 dicembre 1908 pubblica in quello storico numero il primo "fumetto"
italiano, una tavola con la prima storia del negretto Bilbolbul (nel 2007
viene istituito il Festival Internazionale del Fumetto intitolato a BilBolBul).
Durante la Prima Guerra Mondiale illustra con vignette umoristiche i giornali
destinati ai soldati; si narra che foglietti con le sue illustrazioni
venissero gettati dagli aeroplani nelle terre invase come Vittorio Veneto
per tenere alto il morale delle truppe. Nei primi anni Trenta collabora
anche con Il cartoccino dei piccoli e crea il personaggio di Magrin
della Padella per Il Giornalino. Illustra per l'editoria infantile,
soprattutto per Bemporad. Muore a Cuneo nel 1954.
Si firma Attilio, in corsivo di stampa, con la A prolungata a ds. per
sottolineatura; nelle piccole illustrazioni nel testo solo con la A.
|
illustrate da Attilio Mussino
ill. di Attilio Mussino (courtesy Piccolo Museo delle Bambole e altri Balocchi, Ravenna) |
|||||||||||||||||||||||||||||||
NARDI,
ANTONIO MARIA (1897 - 1973) Nasce a Ostellato (FE) il 14 maggio 1897. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna e nel 1916 si diploma con merito per ornato e figura. Viene arruolato come soldato semplice nella Prima Guerra Mondiale e congedato nel 1919. E' figurinista, ritrattista, xilografo, illustratore per l'editoria e di riviste. Attivo anche come grafico pubblicitario (famosa la serie per l'Eutrofina negli Anni Venti). Collabora al Corriere dei Piccoli, Il Cartoccino, Ragazzi d'Italia e La Festa. Sposa Medea Montevecchi dalla quale ha ben cinque figli. Partecipa a mostre ed esposizioni: alla Permanente e alla Combattenti di Milano, alla I e III Biennale Romana (1921 e 1925), e a tutte le mostre bolognesi. Ottiene il premio dalla Provincia di Bologna nel 1917, il Premio Curlandese nel 1928 e il Premio Cremona nel 1940. Dopo il 1925 si dedica in particolare all'arte sacra e diviene decoratore di chiese con affreschi e vetrate, eseguite in diverse chiese tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. S trasferisce in Brasile dove soggiorna dal 1948 al 1965, decorando numerose chiese, per cui viene insignito da Papa Paolo VI del titolo di Commendatore dell'Ordine di San Silvestro. Rientrato in Italia si stabilisce dapprima a Pioltello (Mi), poi rientra a Bologna dove viene eletto membro dell'Accademia Clementina. Espone per l'ultima volta a Bologna nel 1972 com una personale antologica, e muore a Bologna nel 1973, nella sua abitazione di via Toscana. Tra i suoi dipinti più noti: Estate, Suonatrice di mandòla, Ninfe, Il paggio, Donna allo specchio, Ebe e Ganimede, Ritratto di mia madre, Florisa (tutti appartenenti a collezioni private). Nella chiesa parrocchiale di Barricella c'è un Battesimo di Gesù, nella chiesa di Scascoli (Bo) c'è una Madonna e Gesù Bambino, nella chiesa di Telve Valsugana ci sono Sant'Antonio e una Presentazione della Madonna al Tempio. A Bologna sono affreschi nel santuario di S. Antonio e vetrate istoriate nella chiesa del Sacro Cuore dei Salesiani illustrazioni di A.M. Nardi, cover e ill. interna (courtesy Donatella L.) Antonio
Maria Nardi
Numerose immagini di Antonio Maria Nardi e della famiglia al sito dedicato http://www.antoniomarianardipittore.it/biofoto.htm |
A.M. Nardi, frontespizio di Cordelia, ottobre 1930 (courtesy Paola Cardi)
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
NEPPI, LIONELLO (1924 - 2011) Nasce a Roma
da Alberto, editore, e Ines Fanello, scrittrice (VEDI),
secondogenito della coppia. Il primogenito Giorgio (1921-2003) laureato
in Lettere e Filosofia, accetterà un impiego amministrativo e terminerà
la carriera come vice direttore dell'INAM. Lionello segue corsi alla scuola
d'arte e all'Accademia di Belle Arti, ma in realtà studia e approfondisce
per suo conto. Ma vive in un momento storico terribile: la famiglia è
di origine ebrea e nel 1938 vengono promulgate le leggi razziali con tutto
quel che segue. Lionello non ha nemmeno quindici anni, interrompe gli
studi e deve vivere nell'angoscia; la famiglia abita un appartamento al
pianoterra con uscita anche sul retro per ogni evenienza, ma non basta:
i ragazzi devono assumere nomi falsi, e nel 1944 vengono tutti arrestati
e condotti nel famigerato carcere di via Tasso, dal quale hanno la fortuna
di uscire vivi, contrariamente ai più. Dopo la Liberazione riprendono
la vita normale, fra mille difficoltà dovute alla perdita dei beni;
conservano solo la casa. L'esperienza inevitabilmente segna il giovane
Lionello, e il suo carattere da schivo si fa ancora più chiuso;
rifugge la notorietà, tanto da non voler essere citato come illustratore
per l'editoria. In realtà illustra dapprima solo i libri della
madre, alcuni dei quali per la casa editrice Salani, con la quale in seguito
continua la collaborazione: in tutto una trentina di cover e qualche interno.
Nell'elenco degli illustratori per casa Salani (http://www.artivisive.sns.it/archivio_salani.html)
il suo nome non compare per tutte le sue cover perché, essendo
minorenne, i contratti per le illustrazioni li firmavano il padre o la
madre.
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
NICCO,
CARLO EMILIO (1883 - 1973) Nasce a Torino nel 1883. Disegnatore, costumista, scenografo, pittore, incisore, cartellonista e illustratore, lavora da giovanissimo presso un intagliatore in legno, poi come apprendista meccanico. L'esperienza presso un litografo lo avvicina al cartellonismo teatrale e cinematografico: sue sono le scenografie dei film muti Nella Regini, Milly, Il fiacre n.13. Per tre anni dirige Cuor d'oro, rivista quindicinale per ragazzi (1921-24). Collabora ai periodici Numero e La Lettura, Il Corriere dei Piccoli e La Festa. La sua vastissima opera di illustratore è concentrata in quasi 150 libri per editori piemontesi come U.T.E.T., Lattes, SEI, Paravia, dove esordisce nel 1924 illustrando Fortunello di Vincenzo Fraschetti. Muore nel 1973.
(courtesy
Paola Cardi)
G. Brigante Colonna, Luci ed ombre della storia, Scala d'oro Serie VII n° 11, ill. int. di Carlo Nicco |
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
NICOULINE,
VSEVOLOD PETROVIC (1890 - 1968) Nasce a Nikolaev
(vicino a Odessa, Ucraina) il 27 novembre 1890. Tra il 1909 e il 1917
frequenta l'Accademia d'arte di Odessa e l'Accademia Imperiale di Pietroburgo.
Durante la rivoluzione d'ottobre combatte come ufficiale nell'esercito
bianco, ma è costretto alla fuga dai bolscevichi, insieme alla
moglie, la contessa Aida Bossalini, travestiti da contadini. Si rifugia
dapprima sul Mar Nero e in seguito a Costantinopoli, dove lavora come
"scaricatore di porto e custode di chiatte" (secondo un biografo).
Si trasferisce in Italia nel 1920, stabilendosi a Nervi con la moglie
e la figlia. A causa della sua simpatia per il governo russo rivoluzionario
è costantemente vigilato dalla Prefettura di Genova che ne segnala
i frequenti viaggi nelle città di Roma e Milano, e i rapporti che
intrattiene con funzionari e rappresentanti del governo russo in Italia.
Entra nel mondo della pittura italiana inizialmente come modello per gli
studenti dell'Accademia di Belle arti genovese, fino a quando una sua
tela rivela il suo talento. Nel 1921 Nicouline esordisce con una mostra
di xilografie. Nel 1922 partecipa alla LXVIII esposizione della Società
delle Belle Arti di Genova con la tela Ritratto della Signora Aida
Bossalini. Nel l 1923 e 1925 partecipa all'esposizione internazionale
dell'acquerello presso la Permanente di Milano; espone inoltre alla I
e II Mostra Internazionale delle Arti Decorative del Palazzo Reale di
Monza. Inizia a collaborare con giornali e riviste come Il Secolo XX
e La Donna e con diverse case editrici tra cui Hoepli, Paravia,
Mondadori (per l'Enciclipedia dei Ragazzi) e UTET per
la collana La Scala d'Oro.
Crea un mazzo di carte per l'Istituto Italiano d'Arti Grafiche di Bergamo.
Nicouline lavora anche come costumista, con figurini per il teatro alla
Scala di Milano e per il Metropolitan di New York. Nel 1941 espone una
personale a Genova, alla quale seguiranno altre esposizioni personali.
Nel 1946 ottiene la cittadinanza italiana e assume il nome di Vittorio.
Muore a Milano nel luglio 1968.
|
Una cover di Nicouline per Scena Illustrata, Anno 72, N° 8, Agosto 1957 |
|||||||||||||||||||||||||||||||
NONNI,
FRANCESCO (1885 - 1976)
F.
Nonni, "Autoritratto"
olio, 45x65 (1954) Francesco
Nonni, "Il salotto di Beltramelli" a Villa Sisa a Forlì
Francesco
Nonni, "La ghirlanda", acquerello su pergamena, 15x23 (1912)
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
PAGOT,
NINO (1908 - 1972) Nasce a Venezia 1908. E' illustratore, fumettista, disegnatore di cartoons. E' tuttavia meno noto del fratello Toni, con il quale collabora al cinema di animazione. Muore a Milano nel 1972. Antonio Pagotto (Toni Pagot) nasce a Milano 1921. Come il fratello Nino si impegna nella sceneggiatura e nella realizzazione di testi e disegni per fumetti ma soprattutto per il cinema d'animazione, la pubblicità e il cinema documentarista. Insieme, nel dopoguerra, firmano I fratelli Dinamite, uno tra i primi lungometraggi animati italiani, a colori, e molte serie televisive (soprattutto per Hanna & Barbera) oltre a famose serie pubblicitarie per Carosello (nel 1963 nasce Calimero il pulcino nero). Negli anni Settanta Toni ritorna al fumetto come sceneggiatore e disegnatore, prima con Il Corriere dei Piccoli e Il Corriere dei Ragazzi, poi (dal 1977) con Il Giornalino, un'attività che continua fino agli anni Novanta. Muore a Roncello (Milano) il 7 luglio 2001. Nino
e Toni Pagot, Le avventure di Calimero pulcino nero, cover
Istituto Grafico Bertello, n.d., (courtesy Donatella L.) Nino e Toni Pagot, Le avventure di Calimero pulcino nero, ill. interna |
Renato
Fucini, Tutti gli scritti,
Trevisini, n.d., sovracoperta totale di Nino Pagot |
|||||||||||||||||||||||||||||||
PARMEGGIANI,
CARLO (1881 - 1967) ill. int. di Carlo Parmeggiani (courtesy Paola Cardi)
|
Ill. interna di Parmeggiani per la scena "Robinson Crusoe salva il negro", L'Enciclopedia dei Ragazzi, Mondadori, 1949 (courtesy Lia Madorsky)
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
PIATTOLI,
ARRIGO (Firenze,
10/1/1869 - ivi, 4/9/1925) FIRMATI PIATTOLI: |
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
PINOCHI,
ENRICO MAURO (1900 - 1965) Nasce a Mozzano (Lucca) nel 1900. Studia arte a Roma con Giulio Aristide Sartorio, tra i massimi esponenti del liberty italiano, ed esordisce giovanissimo sulle pagine del quotidiano Il Secolo XIX. Collabora a Il Corriere dei Piccoli e La Lettura, supplemento de Il Corriere della Sera, per illustrazioni pubblicitarie. Illustra numerosi testi scolastici per la Libreria dello Stato durante il periodo fascista. Collabora con diverse case editrici per l'editoria per ragazzi, come Paravia, Mondadori e UTET. Collabora per la collana Bibliotechina de "La lampada" (in attivo tra il 1912 e il 1927): di questa collana esiste una serie speciale di soli sei titoli, tutti illustrati da Pinochi. Nel 1938 è assunto dalla Mondadori come direttore artistico per il settore fumetti: comincia così la collaborazione con Federico Pedrocchi, sui testi del quale realizza alcune storie di Paperino (Paperino chiromante, Paperino fra i Pellirosse, Paperino e il vaso cinese) e Topolino. Negli anni Quaranta emigra in Argentina, dove lavora per la casa editrice Editorial Abril. Muore a Buenos Aires nel 1965.
(courtesy
Tesori di carta, Bologna)
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
POMI,
ARMANDO (1895
- 1950) Nasce a Filottrano (AN) il 14 gennaio 1895 da famiglia di artigiani: il padre fa il calzolaio ma di lusso. Orfano di madre, si trasferisce con la famiglia dapprima a Roma e in seguito a Milano, dove frequenta i corsi serali della Scuola di Pittura e poi la Scuola Superiore d'Arte Applicata all'Industria, dove si perfeziona in decorazione ornamentale. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale e non appena torna dal fronte sposa Maria Valera, che nel 1922 gli dà il figlio Leonardo, ma la moglie muore di parto, e Pomi si risposa con Rosina Carimati, dalla quale ha le figlie Piera (1924) e Marisa (1937). Si dedica, pur malvolentieri, all'insegnamento per mantenere la famiglia, ma ben presto trova sbocco alla sua inclinazione con la grafica pubblicitaria, un settore in espansione. A partire dal 1921 illustra le pubblicità di varie case motociclistiche, per poi passare ad altri prodotti, anche importati, e le sue pubblicità compaiono su La Tribuna Illustrata o la Domenica del Corriere. Verso la fine degli Anni Venti il cinema è in forte espansione e nasce il divismo: nel 1927 esce a Milano la rivista quindicinale Cinemalia-rassegna d'arte cinematografica, fondata da Nino Del Grande e Armando Pomi; nonostante la presenza di collaboratori noti, come Yambo e Munari, già ad inizio 1929 la rivista cessa di esistere, ma ci rimangono le meravigliose copertine che ritraggono le maggiori dive, tutte realizzate da Pomi. Fattosi un nome, viene ingaggiato per serie pubblicitarie importanti, tra le quali quelle per la crociere Neptunia, ed inizia le campagne per i prodotti farmaceutici, all'epoca in forte espansione: collaborerà per la Bayer dal 1930 per i seguenti vent'anni. Con la casa farmaceutica tedesca ha un rapporto privilegiato, tanto che si trasferisce in piazza S. Agostino, nel medesimo caseggiato dove la Bayer tiene gli uffici, e viene anche invitato a visitare lo stabilimento di Leverkusen. Oltre alla grafica pubblicitaria, Pomi inventa anche gli slogans che accompagnano i prodotti: "la piccola compressa dal grande effetto" è per l'aspirina, e nel 1935 inventa il "Bayerino", il fattorino che consegna le compresse. La sua grafica appare su Le vie d'Italia, rivista del Touring Club Italiano, e su altre testate. Nel 1937 incontra Gino Boccasile, uno dei disegnatori di Le Grandi Firme, periodico Mondadori diretto da Pitigrilli, e con lui inizia una collaborazione: Boccasile aveva inventato la procace Signorina Grandi Firme, e Pomi realizza lo scenario e l'impaginazione della copertina. Boccasile, Pomi e un terzo socio, Franco Aloi, danno vita all'agenzia pubblicitaria ACTA, con sede in corso Vittorio Emanuele, a Milano, che però dura solo qualche anno. Pomi inizia la campagna per la Liebig e nel periodo 1938-39 cura il grande concorso Liebig, ma non solo: i prodotti illustrati (sui giornali o sui manifesti) sono molteplici, e qui per ragioni di spazio citiamo soltanto i più noti come le bambole Lenci, il bitter Campari, la San Pellegrino, le batterie Magneti Marelli, le corse a Montecatini, i prodotti Mira Lanza. Muore a Milano il 18 gennaio 1950. Le informazioni riportate sono state cortesemente fornite dal Prof. Attilio Coltorti. © Attilio Coltorti
(courtesy
Attilio Coltorti)
|
La scarpina misteriosa, Officine Grafiche Davide Sirtoli, Milano, 1930 sorta di racconto in rima di Armando Pomi, con illustrazioni dell'Autore. Il libretto è pubblicitario a favore del Calzaturificio Sansalvatorese di San Salvatore in Monferrato, come esplicitato nella prima pagina, e viene distribuito in omaggio "a tutti i bambni d'Italia". L'impianto grafico è innovativo: sulla pagina illustrata viene riportata una seconda paginetta con il testo (e la pubblicità del calzaturificio quasi ad ogni pagina). (courtesy Attilio Coltorti) (courtesy Attilio Coltorti) (courtesy Attilio Coltorti)
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
POMPEI,
MARIO (1903-1958)
Nasce a Terni
il 3 febbraio 1903; il padre Carlo è giornalista a La Tribuna;
autodidatta, esordisce giovanissimo come scenografo e allestitore del
Teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca. Dal 1924 lavora anche con Pirandello
e con Prandi. Collabora a numerosi periodici come Le Scimmie e lo specchio,
Ragazzi d'Italia, Novella, Comoedia, Noi e il Mondo, Il Dramma, Le Grandi
firme, La Donna, Vita Femminile, Cordelia, Il Balilla, Il Fanciullo, Il
Corriere dei Piccoli e Il giornalino della Domenica. Negli
anni Trenta collabora al Teatro dell'Opera di Roma e al Teatro alla Scala
di Milano con scene e costumi per lirica e balletto; collabora in particolare
per un lungo periodo con Anton Giulio Bragaglia. Disegna giocattoli, tra
cui le famose bambole Lenci, e illustra una quarantina di libri per ragazzi;
scrive anche racconti illustrati e crea personaggi per i giornalini (il
prode Anselmo è uno dei più famosi). Nel 1933 sposa Lucetta
Chierchia dalla quale avrà i figli Stefano (n. 1934) e Rita (n.
1938). Numerosi i premi e riconoscimenti. Muore a Roma il 28 ottobre 1958
di un improvviso attacco cardiaco.
cover di Mario Pompei |
ill. int. di Mario Pompei
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
PULLINI,
PIO (1887 - 1955) Nasce ad Ancona il 28 luglio 1887 e nel 1906 si trasferisca a Roma per seguire i corsi all'Accademia di Belle Arti; qui frequenta i crepuscolari che si ritrovano al Caffé Sartoris ma è negli anni tra il 1910 e 1912 che si affida alla guida di Giulio Aristide Sartorio, il quale gli affida la decorazione del salone da ballo della delegazione italiana a Cetinje nell'appena costituito regno del Montenegro (figlia del re Nicola, Elena, sarà regina d'Italia). A Roma viene in contatto anche con le nuove avanguardie, come quella di Giacomo Balla (che ha come allievi Boccioni e Severini); i futuristi e le famose "serate futuriste" in cui accadeva di tutto; e il circolo di Arturo Onofri (il fondatore della rivista Lirica). Ad Ancona ritorna periodicamente, e nel 1910 là esegue un ritratto di Massimo Bontempelli, che vi si trovava come insengnante giusto prima di trasferirsi a Firenze. Nel 1915 viene eletto il nuovo Papa Benedetto XV e Pullini ne esegue il ritratto (attualmente conservato nella chiesa di S. Maria in Campitelli). Dal 1916 al 1918 Pullini è ufficiale e prende parte al conflitto, e rimane nel corpo militare anche dopo, fino al 1920. Per le autorità militari inizia a dipingere le famose cartoline. Tornato a Roma, collabora a La Tribuna Illustrata, La Lettura, L'Urbe, La Strenna dei romanisti, e perfino al giornale satirico milanese Satana, dove esegue caricature e disegni umoristici. Ma non tralascia la decorazione d'interni: affresca alcune stanze del Viminale. Nel 1921 partecipa alla prima Biennale romana. Nel 1922 accetta l'incarico di insegnante di disegno e inizia da Cagliari, ma giusto prima di partire esegue il ritratto del nuovo Papa, Pio XI. L'insegnamento lo porta in seguito a Rovigo e Faenza, il che non gli impedisce di partecipare alle mostre, come nel 1926 in cui espone delle caricature insieme con Trilussa, che sarà suo amico per sempre. Nel 1934 ritorna a Roma per insegnare all'istituto Duca degli Abruzzi in via Palestro. E' sempre attivo nella decorazione: affresca la Casa del Fascio di Rovigo nel 1927 e il Palazzo del Littorio di Ancona nel 1930. Sempre nel 1930 vince il concorso per illustrare il libro unico di Stato (per la prima, seconda e terza classe). Inizia la collaborazione con Mondadori, per il quale illustra alcuni libri per l'infanzia di Olga Visentini, e partecipa sempre alle collettive di caricatura, ma questa attività si estende in seguito al ritratto vero e proprio. Durante la Seconda Guerra mondiale e nel periodo successivo osserva il disastro lasciato nella capitale e realizza vignette e acquerelli realistici e ironici. Nel febbraio 1952 Pullini viene colpito da ictus cerebrale e rimane immobilizzato fino alla morte, avvenuta a Roma il 10 luglio 1955. Pio
Pullini: "La cicca" (1944), "Al sole di Roma" (1944)
acquerelli conservati presso il Museo di Roma acquerello conservato presso il Museo di Roma |
compilato da Dina Belardinelli-Bucciarelli, ill. di Pio Pullini cover e illustrazione interna |
|||||||||||||||||||||||||||||||
RICCOBALDI
DEL BAVA, GIUSEPPE
(1887 - 1976) Giuseppe Sebastiano Giovanni Maria Riccobaldo nasce a Firenze il 4 luglio 1887 da Riccobaldo di Sebastiano della nobile famiglia Riccobaldi del Bava ed Emma di Giuseppe Bertini. La famiglia, di origine volterrana, viene ammessa al patriziato nel 1757. Per il matrimonio con la nobile Maria Arrighi nel 1731, il cognome raddoppia in Riccobaldi del Bava Arrighi, anche se al tempo del nostro il cognome non solo si è ridotto all'originale, ma si è perso anche "del Bava": egli infatti si firma sempre solo "Riccobaldi". Terminata la Scuola d'Arte, esegue alcune scenografie, in particolare per D'Annunzio; passa in seguito alla pubblicità con cartelloni turistici, cartoline, e manifesti di stampo futurista, dove si fa un nome. In particolare ottengono uno strepitoso successo i manifesti per la Fiat, ad es. nel 1928 realizza il famoso poster delle due grandi berline sulla rampa del Lingotto (v. sotto). Sono circa una sessantina i poster di Riccobaldi. Come illustratore, inizia la carriera illustrando i libri del cugino volterrano Michelangelo Riccobaldi del Bava (1881-1932): sono entrambi giovanissimi. Collabora al Corriere dei Piccoli nel 1916, ma disegna anche per Scena Illustrata ed altre testate coeve. Per l'editoria illustra una trentina di testi, soprattutto per l'infanzia. In tarda età, il 30 ottobre 1933, sposa Luisa Scozia a Villavenia (Tortona). Muore il 21 aprile 1976 a Genova.
Illustrati da Riccobaldi: Michelangelo Riccobaldi del Bava, La risuscitata: romanzo, Genova, Tip. della gioventù, 1900 Michelangelo Riccobaldi del Bava, Fili di ferro e fili di refe: storia di un teatro di burattini, Roma, Opera nazionale della buona stampa, 1922 Verdun, Paul, La tirannia dell'oro, Milano, Pro familia, 1915 Carola Prosperi, Reucci e fatine al chiaro di luna: venti fiabe, Bemporad & figlio, 1923 Cesarina Lupati, I monelli di Londra: Romanzo per fanciulli, Fratelli Treves Edit. Tip., 1926 Caroline Sellon, Il cofanetto di novelle della nonna (tradotto dall'inglese da Maria Lenzi Adami; illustrazioni in nero e sette tavole a colori fuori testo di G. Riccobaldi), Bemporad, 1928 Ferruccia Cappi Bentivegna, Picciotti in Tunisia: romanzo per ragazzi, Marzocco, 1940 Cristoph von Schmid, Le novelline (raccontate ai bambini italiani da Maria Pezzè Pascolato; sedici tavole a colori di Giuseppe Riccobaldi), Hoepli, 1944 Ettore Malot, Senza famiglia (trad. Fabio Maffi, tavole a colori, copertina e disegni di Giuseppe Riccobaldi Del Bava), Milano, A. Corticelli (Tip. A. Cordani), 1945. Rist. Mursia, 1948 Umberto Colombini, Il diavolo nel campanile, Ed. Lombarda, 1946 (Tip. Aurora) Anna Franchi, Gingillo, Milano, Lombarda, 1946 Charles Perrault, Le più belle fiabe (trad. Italiano Marchetti), Firenze, Franceschini, 1950 Hans Christian Andersen, Novelle, Firenze, Franceschini, 1951 Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino, Salani, 1956. Rrist. Gribaudo, 2016 Salvator Gotta, La damigella di Bard: romanzo e commedia, Milano, Corticelli, 1957 Adelaide Pintor Dore, La rosa e l'anello: fiaba (di Guglielmo Thackeray, narrata da A. P.), Torino, Unione Tip. Ed. Torinese, 1957 H. G. Wells, La guerra dei mondi (narrato da Simonetta Palazzi), Torino, UTET, 1958 Walter Scott, Ivanhoe (narrato da Cesare Giardini), Torino, UTET, 1959 Edmondo About, Il re della montagna (narrato da Simonetta Palazzi), Torino, UTET, 1959 La vita avventurosa di Lazzarillo di Tormes (romanzo picaresco spagnuolo narrato da Aldo Gabrielli), Torino, UTET, 1959 Erberto Giorgio Wells, La macchina del tempo (narrato da Gino Regini), Torino, UTET, 1960 Il Morgante maggiore: poema eroicomico di Luigi Pulci (narrato da Paolo Nalli), Torino, UTET, 1960 La storia del cavaliere errante don Chisciotte della Mancia (romanzo di Michele Cervantes narrato da G. Edoardo Mottini), Torino, UTET, 1962
(courtesy
Donatella Legnani)
|
F.
Cappi Bentivegna, Picciotti in Tunisia, Marzocco, 1940
ill. interne di G. Riccobaldi
Giuseppe
Riccobaldi, manifesto per Fiat (1928)
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
ROSSINI,
GASTONE (1920 - 2001) Short bio alla pagina ILLUSTRATORI SIGNORINE Biografia completa nel volume di Anna Levi Storia della Biblioteca dei Miei Ragazzi.
G. Fornari, Il tamburino della legione di ferro, I Libri della festa Salani, 1942 cover di Gastone Rossini |
Biblioteca dei Miei Ragazzi Salani, ed. del dopoguerra
Il mago dell'etere Vallecchi, 1953 cover di Gastone Rossini (courtesy Lia Madorsky) |
|||||||||||||||||||||||||||||||
RUBINO,
ANTONIO AUGUSTO (1880-1964)
Nasce a
Sanremo il 15 maggio 1880. Laureato in legge all'Università di
Torino nel 1903, in materie artistiche è autodidatta; esordisce
con disegni simbolisti in b/n. Nel 1903 espone alla mostra degli Amici
dell'Arte e in seguito alla Promotrice di Torino. Nel 1905 viene premiato
con la medaglia d'argento all'Esposizione di Cuneo, ed abbandona la
professione per dedicarsi alla poesia e all'arte, ed entrare nel giornalismo;
diviene popolare con storielle per ragazzi in serie, e varie illustrazioni
per l'editoria infantile. Nel 1906 sposa Angela Lissoni, dalla quale
ha quattro figli, uno dei quali morirà prematuramente nel 1946.
Nel 1907 partecipa alla Biennale di Venezia con due ex-libris; sempre
nel 1907 collabora con il Giornalino della Domenica e l'anno
seguente inizia la collaborazione ben più duratura con il Corriere
dei Piccoli, per il quale disegna la testata, i fregi, illustra
racconti, crea personaggi: da Pierino (il bambino perseguitato da un
ossessivo pupazzo del quale non riesce a disfarsi) a Quadratino, da
Pino e Pina a Lola e Lalla, Caro e Cora, Luca Takko e il Generale Bombarda,
Italino e Kartofel Otto, Tito Tonto e Dinamello, Pandispagna e Liquerizia,
Beniamino e zio Menenio, Polidoro Piripicchi, e tanti altri. Complessivamente,
nell'arco della carriera, crea una cinquantina di personaggi. Nel 1912
inizia la collaborazione con Mondadori, per il quale cura la grafica
della collana La Bibliotechina
de "La Lampada". Durante la Prima Guerra Mondiale
collabora La Tradotta, giornale della Terza Armata destinato
ai soldati, per il quale crea il caporale Piglio, sempre pronto a elargire
consigli non richiesti, e l'eroico Muscolo Mattia. Qui conosce Brunelleschi,
con il quale si lega di amicizia. Dal 1919 dipinge anche ad olio ed
espone a due Biennali veneziane, alla mostra Amatori e Cultori di Roma,
alla Permanente di Milano, alle mostre della Camerata Combattenti d'Italia
(1929 e 1931). Nel 1925-26 espone con due personali a San Remo. Nel
1927 collabora al Balilla, e nel 1929 fonda e dirige Mondo
Bambino per i grandi magazzini La Rinascente di Milano. E'
anche decoratore di ambienti. Collabora con Il cartoccino
dei piccoli di Monza, mentre nel 1931 inizia la lunga collaborazione
con Mondadori, assumendo la direzione di Topolino dal 1935 al
1940. Realizza cortometraggi e cartoni animati: Nel paese dei ranocchi
viene premiato alla Mostra Cinematografica di Venezia nel 1942; Crescendo
rossiniano (perduto durante la guerra), I sette colori (alla
VII Mostra Internazionale di Cinematografia per Ragazzi di Venezia nel
1955). Nel 1955 riprende a collaborare con il Corriere dei Piccoli,
ma il suo stile liberty non incontra più il favore del pubblico
e nel 1959 si ritira definitivamente. Muore a Baiardo (Imperia) il 1°
luglio 1964.
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||
|