letteratura rosa

LA BIBLIOTECA DELLE SIGNORINE SALANI:
AUTORI E ILLUSTRAZIONI
MAC CLURE, VICTOR (1887 - 1963)

Scrittore inglese del genere mystery, è molto popolare intorno agli Anni Trenta. Il suo titolo tuttora più famoso tuttavia non è un romanzo, bensì un sistematico racconto della vita e delle avventure di una serie di donne famose quali assassine, imbroglione, o altro, giustiziate dall'implacabile sistema britannico: She Stands Accused (1935), nella prima edizione illustrato dallo stesso MacClure. Nel 1929 esce un altro dei suoi titoli più famosi, che darà poi la stura a numersose pubblicazioni similari: The Ark of the Covenant, in quattro puntate sulla rivista Air Wonder Stories (numeri di luglio-ottobre 1929). Pubblica inoltre Ghostly Tales, con lo pseudonimo di Peter Craig.

TITOLI:

The "Crying Pig" Murder (1929)
Death behind the Door
Death on the Set
Galanty Gold
Gladiators over Norway
The Golden Snail: a Fantasy of London
Mainly Fish



Victor Mac Clure, Il delitto del "Porcellino piangente"
ill. non firmata
Biblioteca delle Signorine Salani

MALOT, HECTOR (1830 -1907)

E' in realtà un Autore pe ragazzi, per cui si rimanda la biografia alla pagina
AUTORI M-R


Hector Malot

Hector Malot,
In famiglia

ill. di Lazyros
Biblioteca delle Signorine Salani
Hector Malot,
Senza famiglia

ill. non firmata di Adriano Minardi
Biblioteca delle Signorine Salani

MANZONI, ALESSANDRO (1785 - 1873)





Alessandro Manzoni nel celebre ritratto di Francesco Hayez



I PROMESSI SPOSI

FILMOGRAFIA

1909, regia di Luca Comerio
1913, regia di Eleuterio Ridolfi
1923, regia di Mario Bonnard, con Ida Carloni Talli e Adolfo Badaloni
1941, regia di Mario Camerini, con Dina Sassoli e Gino Cervi
1964, regia di Mario Maffei, con Maria Silva e Gil Vidal
1974, Come parli frate?, regia di Nanni Moretti, con Lorenza Cotignola e Giorgio Viterbi

SCENEGGIATI TV

1967, regia di Sandro Bolchi, con Paola Pitagora e Nino Castelnuovo
1989, regia di Salvatore Nocita, con Delphine Forest e Danny Quinn
2004, Renzo e Lucia, regia di Francesca Archibugi


A. Manzoni,
I Promessi Sposi

ill. di A. Vicenzi
Biblioteca delle Signorine Salani
A. Manzoni,
I Promessi Sposi

ill. di Luigi Cavalieri
Biblioteca delle Signorine Salani

A. Manzoni,
I Promessi Sposi
,
ed. economica in brossura, 1928,
ill. ripresa da L. Cavalieri
nell'ed. Biblioteca delle Signorine
A. Manzoni,
I Promessi Sposi
,
ill. di Alberto Micheli
Romanzi della rosa cover blu


MARECHAL, MARIE HENRIETTE (1831 - 1879)

Nasce a Montereau il 3 dicembre 1831 dal capitano del reggimento dei Dragoni Henry Joseph Maréchal e da Augustine Emilie Fauquez. Il fratello Charles (1825-1877, Légion 'honneur nel 1866) è Preside in diversi licei (Nantes, Rennes), infine proviseur a Versailles e al liceo Charlemagne di Parigi) e sotto la sua guida Marie compie solidi studi classici, pur non frequentando alcuna scuola. Questa sua cultura emergerà in seguito nelle pagine dei suoi romanzi. Fa parte delle Dame della Legion d'onore, per le quali scrive testi altamente morali. Finalmente, nel 1873, viene presentata al condirettore della Librairie Hachette, che le pubblica diversi racconti nel Journal pour la Jeunesse. Esordisce come romanziera nel 1875 con La dette de Ben Aissa, al quale seguono immediatamente numerosi titoli, quasi tutti apparsi in veste di feuilletons su L'Ouvrier, La Mode Illustrée, Le Mosaique, e solo in seguito pubblicati in volume; dopo la sua morte, avendo riscosso un certo successo, vengono pubblicati diversi inediti. Su Le Magazin d'Education et de Recréation di Hetzel pubblica con lo pseudonimo di Henryi Fauquez (dal cognome della madre). Marie Maréchal fa parte del folto gruppo di romanzieri del secondo Ottocento che va sotto il nome di "romanticismo popolare", e i suoi romanzi vengono apprezzati per lo spirito cristiano. E' membro della Société de Gens des Lettres. Nelle bibliografie è sempre indicata come "Mademoiselle", segno che non si maritò mai. Una curiosità: Nel palazzo Woronzoff, l'unico suo romanzo tradotto nella Biblioteca delle Signorine, appare nel 1914 come prima traduzione italiana autorizzata di Giulia Morelli (Città di Castello, Collezione Alba, romanzi e novelle). Muore il 21 gennaio 1879.

TITOLI:

Béatrix (1875)
L'institutrice à Berlin (1875)
Le parrain d'Antoinette/ Marguerite au prieuré/ Les deux laides/ L'erreur de Madeleine (1876)
La pupille d'Hilarion (1876)
La maison modèle (1878)
La dette de Ben-Aïssa (1876)
La cousine de Lionel (1876)

Nos petits camarades et autres récits (1877)
Marcelle Dayre (1877)
La nièce du président (1877)
L'Hôtel Woronzoff (1877)
Le mariage de Nancy/ Les boutons du diamant/ La pendule/ Le pélerinage de Corentin/ La maison du diable (1878)
Journal d'une âme en peine (1878)
Mademoiselle de Charmeilles (1879)
Aventures de Jean-Paul Riquet/ La légende de Saint-Sezny/ Un vieux pauvre (1879)
Un mariage à l'étranger (1880)
Les adoptés du Boisvallon (1891)



Marie Maréchal,
Nel palazzo Woronzoff

ill. di Alberto Micheli
Biblioteca delle Signorine Salani

MARTINI, FERDINANDO (1841 - 1928)

Nasce a Firenze il 30 luglio 1841 da una famiglia nobile; il nonno Vincenzo è Ministro dell'Interno, lo zio Giulio, amico del D'Azeglio, è Ministro di Toscana alla corte di Carlo Alberto dal 1848 al 1852, e dal 1859 Ministro dell'Istruzione Pubblica; il padre Vincenzo (1803-1862) è funzionario di Leopoldo II, ma la sua attività principale è quella di autore di teatro: Adelaide Ristori nel 1853 porta al successo nei teatri fiorentini Una donna di quarant'anni, e in seguito Il cavaliere d'industria. Ferdinando in seguito curerà la raccolta delle opere teatrali paterne. Personaggio poliedrico, è a sua volta dedito a svariati campi della cultura. Morto il padre quando ha appena 21 anni, egli si deve occupare della situazione economica della famiglia; non ha compiuto studi regolari, eppure si dà all'insegnamento presso la Scuola Normale di Pisa, che abbandona sin dal 1872 poichè la frequentazione di Enrico Nencioni gli apre la via al giornalismo. E' anche un ottimo oratore. Collabora al Fanfulla, sorto nel 1870, insieme con De Renzis, Collodi, Coccoluto Ferrigni. Allo spostamento della capitale da Firenze a Roma, si trasferisce colà. Pensando ad un supplemento domenicale, fonda nel 1879 Il Fanfulla della domenica (dove pubblica un famoso articolo sulla morte di Giuseppe Mazzini), che lascia nel 1882 per fondare La domenica letteraria. Nel 1881 fonda anche Il Giornale per i Bambini, dove a puntate uscirà il Pinocchio di Collodi. Traduce dall'inglese e dal francese (La certosa di Parma). Pubblica saggi, articoli, racconti, commedie, tragedie, romanzi, impressioni di viaggio, ricordi e lettere. Si firma come Fantasio. Frequenta l'intellighenzia del tempo, è amico del Giusti di cui curerà le opere, di Giovanni Ruffini, di Giacomo Puccini (che nel 1912 lo interpella per il libretto de Il Tabarro ma poi lo sostituisce con Giuseppe Adami).
Sposa Giacinta Marescotti, che gli darà due figli, Teresa e Alessandro.
E' anche insigne personaggio politico. Dal 1884 al 1886 è segretario generale al Ministero dell'Istruzione, dal 1870
è deputato, ministro egli stesso della Pubblica Istruzione nel Governo Giolitti I (1892-1893), ed è lui a chiamare alla cattedra i poeti G. Marradi e G. Pascoli. E' il primo governatore dell'Eritrea dal 1897 al 1907; Asmara non era che un villaggio sino al momento in cui Martini vi trasferisce la capitale da Massawa e vi fa costruire strade e palazzi pubblici nello stile italiano dell'epoca. E' infine ministro delle Colonie nel gabinetto Salandra per due anni (1914-1916) durante i quali si dichiara apertamente favorevole alla guerra. Subito dopo Caporetto è uno dei fondatori del Fascio Parlamentare di difesa nazionale. Nel 1919 non viene rieletto deputato; in seguito il governo nazionale, la cui ascesa egli aveva auspicato, lo propone alla nomina a senatore (1923). Martini si ritira a vita privata a Monsummano Terme, dove nel 1887 aveva fatto costruire su progetto dell'architetto Cesare Spighi una villa del genere eclettico, un vasto fabbricato a pianta quadra, circondata da un vasto parco. Nel 1981 la proprietà è stata acquisita dal Comune ed è sede della collezione civica di arte del Novecento e contemporanea. Muore il 24 aprile 1928.

TITOLI:

La marchesa (1877)

Peccato e penitenza, e altri racconti (1893)
Nell'Affrica italiana: impressioni e ricordi (1895)
Simpatie : Studi e ricordi (1909)
Pagine raccolte (1920)
A Pieraposa : Novella all'antica (1923)
La mia carriera d'insegnante da Confessioni e ricordi 1859-1892 (1928)

Commedie e proverbi drammatici:
L' uomo propone e la donna dispone: commedia in due atti (1873)
Chi sa il giuoco non l'insegni: proverbio in un atto in versi (1882)
Di palo in frasca (1891)
La vipera/ Chi sa il gioco non l'insegni/ La strada piu corta/Il peggio passo e quello dell'uscio: commedie in un atto (1895)





Ferdinando Martini, La marchesa
ill. di Giuseppe Anichini
Biblioteca delle Signorine Salani



Villa Martini a Monsummano Terme
negli Anni Venti
Ferdinando Martini



MARTINON, SUSANNA (1892 - 1975)





TITOLI:

Le coeur mal défendu (1926)
L'orgueilleuse (1926)
Nous Deux (1927), l'unico titolo tradotto in italiano (Noi due)

Les tourmentés (1928)
Le silence enchanté (1929)
Laide (1930)
L'Heureuse imprudence (1931)
Le partage de l'homme (1933)
Les Petites Romaret (1940)
Paul Defrance - Histoire d'un Petit Citoyen Français (con Paul Despiques) (1927)
Partie perdue?
(1946)



Susanna Martinon, Noi due, ill. non firmata attribuita a Luigi Cavalieri
Biblioteca delle Signorine Salani

MARYAN, MAXIME (1847 - 1927)

Pseudonimo di Marie Rosalie Virginie Cadiou, figlia di Jacques Louis Eduard Cadiou (n. 1816), un militare di carriera. Luogotenente di vascello, poi capitano di fregata nel 1858, fece interessanti studi nel mar della Cina. Nel 1860 divenne capo di stato maggiore dell'Ammiragliato di Gueydon in Siria, nel 1870 comandò una divisione nel Gabon, e infine si ritirò nel 1876, in una villa a Guypava, paese sulle coste della Bretagna, di cui divenne sindaco. Nel 1887 morì a Brest. Nasce a Brest il 21 dicembre 1847 la figlia Marie, e successivamente i figli Louis-Marie nel 1851, anch'egli luogotenente di vascello e dedito alla musica, e Paul Yves Anne-Marie nel 1860, sotto commissario in Marina, che scrive articoli vari sui giornali. Marie sposa nel 1869 Charles Albert Deschard, nato ad Aurillac, anch'egli sotto commissario in Marina. L'unico figlio, nato l'anno seguente a Brest, seguirà fatalmente la vocazione della famiglia in Marina. Inizialmente collaboratrice del Correspondant, La mode illustrée, Journal de Demoiselles, Veillées de Chaumière, Marie nel 1877 inizia a pubblicare con lo pseudonimo di M.me Maryan il primo di una lunga serie di romanzi, facendo parte del folto gruppo di romanzieri del secondo Ottocento che va sotto il nome di "romanticismo popolare". Insieme con M. Beal pubblica due saggi, Le Féminisme de tous les temps e Le Fond et la forme, le savoir-vivre pour les jeunes filles (1896).

TITOLI:

Primavera (1877)
L'héritage de Paule (1879)
Les rêves de Marthe (1879)
Anne Du Valmoët (1880)
Les pupilles de tante Claire (1880)
Le Manoir des célibataires (1881)
L'envers d'une dot (1881)

La fortune des Montligné (1881)
Les chemins de la vie (1882)
Clémentine de La Fresnaye (1883)
Mademoiselle de Kervallez (1883)
L'erreur d'Isabelle (1884)
La faute du père (1886)
Ellen Gordon (1887)
Ce que ne peut l'argent (1887)
Huberte (1888)
Lady Frida (1888)
Le Secret de Solange (1888)
Le Prieuré (1889)
La cousine Esther (1889)
Les tuteurs de Mérée (1891)
Coeurs bretons (1893)
Le Roman d'un médecin de campagne (1897)
Un secret de famille (1898)
Marcia de Laubly (1899)
L'épreuve de Minnie (1900)
Annunziata (1900)
Le diamant bleu (1903)
Chimères (1904)
La villa des colombes (1908)




Maryan,
Primavera

ill. siglata A.L.
Biblioteca delle Signorine Salani
Maryan,
Una bell'anima

Ill. di Luigi Cavalieri
Biblioteca delle Signorine Salani


Virginie Cadou (alias Maryan) in un ritratto poco prima del matrimonio
courtesy Jacqueline Bigeonneau-Poudou
MULOCK, DINAH MARIA (1826 - 1887)

Dinah Maria Mulock nasce a Stoke-upon-Trent, Staffordshire, il 20 aprile 1826, da padre irlandese. Nel 1839 la famiglia - Dinah ha due fratelli minori - si stabilisce a Londra, ma sopravvive a stento; nel 1845 muore la madre, e Dinah decide di intraprendere la carriera letteraria in quanto, come spiegherà più tardi, è l'unico campo in cui una donna può competere con gli uomini, e magari aver più successo di loro. Inizia a scrivere poesie, pubblicate su giornali e riviste, e scrive racconti morali per l'infanzia (uno venduto alla Religious Tract Society). Quando le condizioni economiche lo permettono si dedica a scrivere romanzi per adulti. Si occupa dei due fratelli minori, che muoiono prematuramente. Nel 1865 sposa George Lillie Craik, nipote dell'omonimo scrittore un tempo conosciuto alla Macmillan & Co., della quale in seguito proprio il giovane Craik sarà un direttore. Craik è non solo infermo, ma anche di sette anni più giovane: per evitare pubblicità si sposano su licenza speciale a Bath. Adottano una bimba, Dorothy, nel 1869. Dinah Maria Craik (come è meglio conosciuta in patria) conduce un vita semplice e rifugge dalla notorietà, per quanto la sua fama come scrittrice sia indiscussa: viene paragonata a Jane Austen ed Elizabeth Barrett Browning. I suoi romanzi sono permeati di uno spirito precursore dei tempi, come il suo romanzo più famoso, John Halifax, Gentleman, che viene apprezzato per il suo contenuto sociale (il successo può arridere anche alla working class) ed ha un immediato e duraturo successo, ed è continuamente ristampato; oppure A Woman's Thoughts about Women, che non è un mero manifesto femminista, ma espone l'idea che le differenze sociali dei sessi siano una deformazione dovuta all'educazione (del suo tempo); che prima vi sia l'essere umano e poi l'uomo o la donna; e che per una donna l'indipendenza sia fondamentale. Dinah Mulock Craik muore di infarto il 12 ottobre 1887.

TITOLI:

The Ogilvies (1849)

Olive (1850)
The Head of the Family (1851)
Agatha's Husband (1853)
Avillion and other Tales (1853)
John Halifax, Gentleman (1856)
A Woman's Thoughts about Women (1858)
A Life for a Life (1859)
Two Marriages (1867)
Hannah (1871)
My Mother and I: A Girl's Love-Story (in Good Words, 1874)
Young Mrs. Jardine (1879)


Per l'infanzia:

How to Win Love, or Rhoda's Lesson (1848)
Cola Monti (1849)
A Hero (1853)
The Little Lychetts (1855)
The Fairy Book. The Best Popular Fairy Stories Selected and Rendered Anew (1863)
The Little Lame Prince and his Travelling Cloak (1875)



Dina Maria Mulock, Giovanni Halifax, gentiluomo,
ill. non firmata
Biblioteca delle Signorine Salani
Il titolo è stato pubblicato anche da Bemporad nella collana
Capolavori stranieri tradotti per la gioventù italiana



Dinah Maria Mulock Craik




NEERA (1846 - 1918)

Anna Zuccari nasce a Milano il 7 maggio 1846 da Fermo e Maddalena Manusardi, in via Monte di Pietà. La famiglia è antica, che nel XVI secolo diede due noti fratelli pittori, di origine meridionale e stabilita da tempo in Lombardia. Il padre è incline al disegno e studia architettura. La madre muore nel 1859 e ciò getta il padre nello sconforto, tanto che poco dopo muore anche lui: Anna trascorre così l'infanzia tra Milano e Caravaggio, un borgo sul Po, accudita da "zie arcigne" (le zie Margherita e Nina, in contrapposizione alla dolce zia Carolina che viveva insieme con la famifgia originaria) in un ambiente provinciale che descriverà nei propri romanzi. Ha due fratelli che godono di maggiore libertà, lei è una ragazzina solitaria. Nella sua autobiografia ricorda di aver sempre voluto scrivere ("Leggere, scrivere, pensare: ecco il riassunto della giovinezza") tanto che a nove anni scrive a matita sulle gelosie di una persiana: "Ho nove anni - sono brutta - la mamma mi sgrida sempre - scrivo così". Comincia pubblicando alcune novelle sul Pungolo di Leone Fortis nel 1875, e collabora a varie testate, compreso il Fanfulla, scrivendo ricette di cucina e cronache mondane. Schiva e contraria alla mera notorietà, sceglie lo pseudonimo di Neera, la bella ninfa che amò il sole, leggendo un'ode di Orazio. Sposa nel 1871 l'avvocato Adolfo Radius (1836-1921) da cui avrà il figlio Adolfo e la figlia, Maria, che sposerà Guido Martinelli, e le darà il nipote Dino (Corradino Martinelli). Frequenta l'ambiente letterario milanese, stringendo rapporti d'amicizia con Alberto Sormani e tenendosi in contatto epistolare per lungo tempo con Verga, De Roberto, Pirandello e Capuana, ma anche Benedetto Croce, Angiolo Orvieto, Fogazzaro, Marino Moretti, Matilde Serao, Ada Negri.
Inizia nel 1889 la collaborazione a Vita Nuova, e dal 1892 a L'Idea Liberale, sul quale firma recensioni con lo pseudonimo di Alto; ma collabora con alcune novelle anche alle maggiori riviste italiane (Il Fanfulla della domenica, L'Illustrazione italiana, Il Marzocco, Il Corriere della Sera, Il Corriere del Mattino, Nuova Antologia, Il Pungolo). Nel 1890-91 dà origine alla rivista Vita intima, alla quale collaborano anche Anna Vertua Gentile, M. Antonietta Torriani e Matilde Serao. Rimane sempre discreta, compie alcuni viaggi, sostiene l'irredentismo e l'interventismo. E' presidente della "Trento e Trieste" e svolge propaganda. In vecchiaia soffre di disturbi al braccio destro, il che la obbliga a dettare le sue opere. Muore a Milano il 19 luglio 1918 nella sua casa di via Borgospesso, dove abitava da quasi 40 anni.
I suoi romanzi, incentrati su personaggi femminili, appartengono al genere romantico del tardo Ottocento, e chissà come fanno scandalo, soprattutto il primo, Addio!, per il quale viene messa al bando dalla famiglia e accusata di immoralità, proprio lei, la più dolce delle creature, secondo tutti i biografi della sua epoca. Ha carattere tuttavia, e rifiuta la pubblicazione di L'indomani sulla Revue des Deux Mondes perchè l'editore (all'epoca Ferdinand Brunetière) pretendeva dei tagli e dei rimaneggiamenti. Nel 1880 Un nido attrae l'attenzione di Luigi Capuana, con il quale intrattiene un epistolario e al quale dedicherà poi la propria autobiografia (Autobiografia a Luigi Capuana, 1891) mentre Una giovinezza del secolo XIX (1919, autobiografico, postumo) si pregia di una prefazione di Benedetto Croce. Insieme con Matilde Serao e Grazia Deledda è fra le più note scrittrici dell'epoca, autrice anche di studi morali e raccolte di poesie.


TITOLI:

Addio (1877), Vecchie catene (1878), Un nido (1880), Un romanzo (1880), Iride (1881), La freccia del parto (1883), La Regaldina (1885), Il marito dell'amica (1885), Teresa (1886), Lydia (1887), L'indomani (1890), Il castigo (1891), Voci della notte (1893), Nel sogno (1893), Anima sola (1894), L'amuleto (1897), Fotografie matrimoniali (1898), Battaglie per una idea (1898), La vecchia casa (1900), La villa incantata (1901), Una passione (1903), Le idee di una donna (1903), Conchiglie (1905), Duello d'anime (1911), La sottana del diavolo (1912), Rogo d'amore (1914), Crepuscoli di libertà (1917), Una giovinezza del XIX secolo (1919), Fiori (1921)



Neera, Un nido
ill. di Cipriano Mannucci
Biblioteca delle Signorine Salani
Neera, Fiori
ill. di Maria P. Catani
Biblioteca delle Signorine Salani


Anna Radius Zuccari
alias Neera
NIEVO, IPPOLITO (1831 - 1861)

Nasce a Padova il 30 novembre 1831 da una famiglia di nobili origini mantovane; la madre discende dai Colloredo di Mont’Albano nel Friuli. E' la casa di famiglia dei Colloredo alla Fratta che verrà descritta nel suo capolavoro Le confessioni di un ottuagenario. Studia in varie città, seguendo gli spostamenti della famiglia, e infine si laurea in giurisprudenza a Padova. Collabora ad alcuni giornali, compreso Il caffè (poi Panorama Universale). Pubblica inoltre alcune novelle e saggi su due riviste milanesi illustrate: L’Uomo di Pietra e Il Pungolo (dove pubblica a puntate Le disgrazie del Numero Due). Compone commedie e tragedie. Si innamora di Matilde Ferrari, ma l'idillio dura solo due anni: sarà l'ispiratore del romanzetto satirico Antiafrodisiaco per l’amor platonico (composto nel 1851 e pubblicato postumo nel 1956) e delle 70 lettere inviate a Matilde tra il 1848 e il 1851. Partecipa a movimenti patriottici e ai moti anti austriaci, per cui ha anche dei problemi con il governo austriaco. Nel 1855, deluso dalla situazione politica italiana, si ritira a Colloredo e si dedica attivamente alla produzione letteraria. Pubblica diverse raccolte di poesie e novelle. Nel 1858 scrive il suo romanzo principale, Le confessioni di un italiano, che sarà pubblicato solo nel 1867 con il titolo di Le confessioni di un ottuagenario. La narrazione poggia su un preciso resoconto storico dalla caduta della Repubblica di Venezia al 1858. Per questo motivo il romanzo è considerato dai critici di pari importanza a I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e a I Malavoglia di Giovanni Verga, anche se sul piano puramente letterario si colloca tra il primo romanticismo e il realismo-verismo del secondo Ottocento. Indimenticabile la figura della Pisana, sotto le cui spoglie egli descrisse l'amore della sua vita, l'amatissima cugina Melzi, vivace, arguta, ma purtroppo inferma (morirà di tubercolosi). Per lei egli andava di frequente a Milano, dove aveva preso a pigione una camera in via Brera, e frequentava il salotto della contessa Maffei, come anche il suo più caro amico, Francesco Rosari. Di Milano, che non gli piaceva, egli non vedeva di originale che "un tempio e un uomo: Manzoni e il Duomo".
Ma nel cuore di Nievo è rimasto l'impegno risorgimentale, e u
nitosi alle truppe garibaldine, il 5 maggio del 1860, salpa da Quarto a bordo del Lombardo con Nino Bixio e Giuseppe Cesare Abba; si distingue a Calatafimi e a Palermo, e Garibaldi lo nomina intendente generale della spedizione. In questa veste aveva accesso ai documenti della tesoreria, e sembra che certi conti nell'amministrazione non gli tornassero: è per questo che alcuni storici attribuiscono la sua morte ad un preciso intento. Andò così: nel febbraio 1861 Nievo riceve l’ordine di tornare a Palermo per raccogliere la documentazione necessaria a smentire una campagna calunniosa montata contro i garibaldini; il 4 marzo si imbarca sul piroscafo Ercole, di ritorno verso il continente, ma il tempo era brutto e il mare grosso e la nave fa naufragio al largo di Napoli, ed egli perde la vita.

TITOLI:

Angelo di bontà (1855)
Il conte pecorajo (1856)
Il barone di Nicastro (1860, già apparso a puntate come Le disgrazie del Numero Due)
Le confessioni di un ottuagenario (1867)



Ippolito Nievo


Ippolito Nievo,
Le confessioni
di un ottuagenario, Vol. I
,
ill. di Cipriano Mannucci
Biblioteca delle Signorine Salani
Ippolito Nievo,
Le confessioni
di un ottuagenario, Vol. II
,
ill. di Cipriano Mannucci
Biblioteca delle Signorine Salani

La prima edizione di Le confessioni di un ottuagenario,
Succ. le Monnier, 1867 (frontespizio)


OHNET, GEORGES (1848 - 1918)

Nasce a Parigi il 3 aprile 1848; compie studi di giurisprudenza ma la professione non l'attira, preferendo darsi alle belle lettere. Dopo la guerra franco prussiana diventa editore de Le Pays e Le Constitutionnel e si occupa di teatro. Scrive numerosi romanzi, raccolti sotto il titolo Batailles de la Vie, pubblicati su periodici come Le Figaro, L'Illustration, e la Revue des Deux Mondes. Ha un successo di pubblico immenso, paragonabile tra i contemporanei solo a quello di Daudet e Zola, tuttavia la critica non gli è favorevole. Scrive drammi per il teatro (ad es. Marthe, commedia in 4 atti, Regina Scarpi, tragedia in 5 atti) che godono di un notevole successo di pubblico (Le Maître de forges, che esordisce al teatro del Gymnase nel 1883, tiene il cartellone per un anno intero). Ohnet Muore a Parigi nel 1918.

TITOLI:

Serge Panine (1881, premiato dall'Académie Française)
Le Maître de forges (1882)
La Comtesse Sarah (1882)
Lise Fleuron (1884)
La Grande Marnière (1885)
Les Dames de Croix-Mort (1886)
Noir et rose (1887)
Volonté (1888)
Le Docteur Rameau (1889)
Le curé de Favières (1890)
L'
âme de Pierre (1890)
Dernier amour (1891)
Le lendemain des amours (1893)
Le droit de l'enfant (1894)
Les vielles Rancunes (1894)
La dame en gris (1895)
La fille du deputé (1896)
Le roi de Paris (1898)
Au fond du gouffre (1899)
Gens de la noce (1900)
La tenibreuse (1900)
Le cyasseur d'affaires (1901)
Le marche à l'amour (1902)
Le crépuscule (1902)
Le marchand de poison (1903)
La conquérante (1905)
La dixième muse (1906)



TEATRO

Dai propri romanzi Ohnet ha ridotto per il teatro:
Le maître des forges (1883)
Serge Panine (1884)
La comtesse Sarah (1887)
La Grande Marnière (1888)
Dernier amour (1890)
Colonel Roquebrune (1897)

FILMOGRAFIA: Il padrone delle ferriere

The Ironmaster, 1913, con Clara Simpson e Gayne Whitman, regia di Reginald Barker
Il padrone delle ferriere, 1919, con Pina Menichelli e Amleto Novelli, regia di Eugenio Perego
Le maître des forges, 1933, con Gaby Morlay e Henri Rollan, regia di Abel Gance
Le maître des forges, 1948, con Hélene Perdrière e Jean Chevriere, regia di Fernand Rivers
Il padrone delle ferriere, 1959, con Virna Lisi e Antonio Vilar, regia di Anton Giulio Majano



Georges Ohnet,
Il padrone delle ferriere
ill. di A. Vicenzi
Georges Ohnet,
La decima Musa
ill. di Cipriano Mannucci
Biblioteca delle Signorine Salani


Georges Ohnet,
Il padrone delle ferriere, Salani Popolarissima, 1927
ill. di L. Bompard
(courtesy D. Legnani)


Georges Ohnet


ORCZY, Baronessa (1865 - 1947)

Emma Magdalena Rosalia Maria Josefa Barbara Orczy nasce a Tarnaörs, Heves, in Ungheria, il 23 settembre 1865, figlia del Barone Felix de Orczi e della contessa Emma Wass. Viene chiamata Emmuska per distinguerla dalla madre di cui porta il nome. Nel 1868 a causa di una rivolta la famiglia fugge a Parigi, dove Emmuska compie i suoi studi, ma in seguito si sistema a Londra. Nel 1894 Emmuska sposa il pittore Montague MacLean Barstow, ma essendo privi di mezzi aiuta il bilancio familiare come traduttrice e illustratrice. Emmuska si mette a scrivere quasi per gioco, e difatti il suo primo romanzo, The Emperor's Candlesticks (1899) è un flop; tuttavia alcuni periodici le pubblicano dei racconti. Nel 1903 scrive una pièce teatrale su un tema caro alla monarchia: un aristocratico inglese al tempo della rivoluzione del 1789 si adopera per mettere in salvo quanti più aristocratici francesi possibili. Nasce così uno dei personaggi "di cappa e spada" più famosi: la Primula Rossa (le Mouron Rouge in francese, the Scarlet Pimpernel in inglese), nome di battaglia di Sir Percy Blakeney. Trasposto il testo in romanzo, inizia a pubblicare una serie lunghissima di avventure, sempre di enorme successo di pubblico. Emmuska scrive anche una serie di gialli con protagonista Lady Molly di Scotland Yard. Muore a Henley-on-Thames il 12 novembre 1947. Suo figlio, John Montague Orczy-Barstow, prende a scrivere sotto lo pseudonimo di John Blakeney.

TITOLI:

The Case of Miss Elliot (racconti gialli, 1905)
By the Gods Beloved (1905, anche come The Gates of Kamt, 1907
A Son of the People (1906) trad. Un figlio del popolo, Salani, 1939
Beau Brocade (1907) trad. Beau Brocade, Salani, 1930
The Old Man In the Corner (1909) trad.
Il signore dagli occhi timidi, Milano, Ferrario, n.d.
The Nest of the Sparrowhawk (1909)
Petticoat Government (1910)
A True Woman (1911)
The Traitor (1912)
The Good Patriots (1912)
Fire in Stubble (1912)
Meadowsweet (1912)
Unto Cæsar (1914)
A Bride of the Plains (1915)
The Bronze Eagle (1915)
Leatherface (1916)
A Sheaf of Bluebells (1917)
Flower o' the Lily (1918)
The
Man in Grey (1918) trad. L'uomo grigio, Sonzogno, collana Romantica Mondiale n°119, 1935
His Majesty's Well-beloved (1919)
Castles in the Air (collection, 1921)
Nicolette: A Tale of Old Provence (1922)
The Honourable Jim (1924)
Les Beaux et les Dandys de Grand Siècles en Angleterre (1924)
The Misery of Maida Vale (1925)
A Question of Temptation (1925)
Unravelled Knots (1926)
The Celestial City (1926)
Blue Eyes and Grey (1929) trad. Occhi azzurri e occhi grigi, Salani, 1931
Marivosa (1930)
In the Rue Monge (1931)
A Joyous Adventure (1932)
A Spy of Napoleon (1934)
The Uncrowned King (1935)
The Turbulent Duchess (1935)
The Divine Folly (1937)
No Greater Love (1938)
Pride of Race (1942)
The Will-O'-The-Wisp (1947)
Links in the Chain of Life (autobiografia, 1947)

La serie di Lady Molly:

Lady Molly of Scotland Yard è una raccolta di racconti (il primo del 1910) a protagonista Molly Robertson-Kirk, la prima donna investigatrice del genere giallo, che investiga alla maniera di Sherlock Holmes, cioè pensando; alla fine della serie dopo aver salvato il fidanzato da una falsa accusa, Molly lascia Scotland Yard per sposarsi.
Traduzioni:
Sir Jeremiah's Will, trad. L'undicesima ora, Sonzogno, collana Romantica Economica Serie Gialla n°. 11, 1937
Lady Molly of Scotland Yard, trad. Appuntamento con la morte, Milano, Casa Editrice Attualità, collana I Capolavori Polizieschi, n°12, 1941

Baronne Emma Orczy

Baronessa Orczy,
Tempeste sulla Manica
,
nella serie
"Il romanzo per tutti",
rivista del Corriere della Sera,
1948

Baronessa Orczy,
Fiocco di neve
,
nella serie
"I romanzi di cappa e spada",
Mondadori, 1935
cover di Boccasile
(courtesy D. Legnani)


Orczy, Occhi azzurri e occhi grigi

Sin: ill. non firmata nella Biblioteca delle Signorine Salani ripresa dall'originale inglese;
dx: ill. della seconda edizione nei Libri della Rosa (cover blu)


FILMOGRAFIA

1916, Beau Brocade, con Mercy Hatton, Charles Rock, e Austin Leigh, regia di Thomas Bentley

La serie della Primula Rossa ha avuto innumerevoli riduzioni cintematografiche, serie TV, e perfino parodie. Citiamo solo i film più noti:

1917, con Dustin Farnum e Winifred Kingston, regia di Richard Stanton
1934, con Leslie Howard e Merle Oberon, regia di Harold Young
1950, con David Niven e Margaret Leighton, regia di Michael Powell
1982, con Anthony Andrews e Jane Seymour, regia di Clive Donner


Leslie Howard e Merle Oberon in due scene del film del 1934

Per maggiori informazioni, testi e immagini della Baronessa Orczy,
rimandiamo al sito:

www.blakeneymanor.com


I TITOLI DELLA PRIMULA ROSSA

The Scarlet Pimpernel (play 1903, novel 1905)

PREQUELS:

The Laughing Cavalier (1913)
The First Sir Percy (1921)

SEQUELS:

I will Repay (1906)
The Elusive Pimpernel (1908)
Eldorado (1913)
Lord Tony's Wife (1917)
The Triumph of the Scarlet Pimpernel (1922)
Pimpernel and Rosemary (1924)

Sir Percy Hits Back (1927)
A Child of the Revolution (1932)
The Scarlet Pimpernel Looks at the World (1933)
The Way of the Scarlet Pimpernel (1933)
Sir Percy Leads the Band (1936)
Mam'zelle Guillotine (1940)

SHORT STORIES:

The League of the Scarlet Pimpernel (1919)
The Adventures of the Scarlet Pimpernel (1929)
.


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con la cronologia dei titoli della Primula Rossa

PALMA, GIORGIO (1846 - 1920)

Emilia Luzzatto nasce a Vienna ma è milanese di adozione per aver sposato il lontano cugino che porta il suo medesimo cognome: Riccardo Luzzatto (1842-1923), mazziniano e garibaldino, infine deputato al Parlamento, dove si fa una certa fama come diplomatico e statista, fratello del giornalista Attilio Luzzatto. Ha i figli Attilio ed Evelina, ma la bimba muore in tenera età e ciò cambia la sua esistenza, votata alla mestizia, tanto che si separa dal marito per dedicarsi alle lettere. Emilia si firma di preferenza Nevers, ma utilizza spesso lo pseudonimo di Giorgio Palma, soprattutto nelle traduzioni. Queste sono tantissime, soprattutto dei romanzi rosa francesi e inglesi, che pubblica nella Biblioteca del Giornale delle Donne di Torino, diretto dal Vespucci, dove pubblica abbondantemente anche Tommasina Guidi, sua buona amica, con la quale scrive a quattro mani.
Come usava all'epoca appare anche come autrice dei testi tradotti: in effetti il titolo La mia creatura nell'edizione Salani non rivela essere una traduzione, mentre lo si evince dalla prima edizione per il Giornale delle donne: "Biblioteca delle signore, Torino 1881, riduzione libera dall'inglese di Giorgio Palma". Autrice di un Galateo (1883), è anche giornalista di cronache mondane e di moda. E' attiva in letteratura e giornalismo ma anche in beneficenza. Muore a Milano.

TITOLI:

Paradiso perduto, Milano, 1889
Il romanzo delle due madri
(scritto a due mani con Tommasina Guidi)
Cuor risorto
Fuochi fatui

MANUALI:
Ciò che insegna la mamma
L'arte di esser belle
Vita moderna
Il galateo della borghesia


Emilia Nevers: due titoli per la collana popolare Salani
Il Romanzo per Tutti al costo di una lira
Sin.: Sulla breccia, 1928, ill. Abero Micheli,
ds.: L'età del marito, 1928.


Giorgio Palma, La mia creatura
ill. non firmata
Biblioteca delle Signorine Salani





Emilia Luzzatto, alias Giorgio Palma


PARDO BAZAN, EMILIA (1851 - 1921)

Emilia, contessa di Bazán Brun, nasce a La Coruña il 16 settembre 1851 da una ricchissima famiglia galiziana. Romanziera, critica letteraria e teatrale, poetessa, saggista, si trasferisce a Madrid nel 1867 e un anno dopo sposa José Quirogariche; avranno tre figli, un maschio e due femmine. Tiene un salotto letterario frequentato da artisti e letterati, tra i quali Pedro Antonio de Alarcón; fonda e dirige una rivista dal 1891 al 1893, il Nuevo teatro crítico. Viaggia in tutta Europa e soprattutto in Francia, dove conosce i letterati dell'epoca; dopo aver conosciuto Emile Zola ed aver scritto diversi articoli sul naturalismo e il romanzo sperimentale pubblica La question palpitante (1883) che dà scandalo, tanto che il marito le impone di cessare di scrivere; nonostante sia religiosa, Emilia Pardo Bazàn si separa, pubblica un romanzo incentrato sul divorzio (La jeune maîtresse), e infine si lega allo scrittore Benito Pérez Galdós. Il suo capolavoro è Los pazos de Ulloa (1887), dove mostra senza veli la decadenza del mondo aristocratico. Nel 1892 fonda e dirige la rivista La Bibliothèque de la femme. E' Presidente del "Folklore Galiziano". Scrittrice feconda, lascia oltre 40 romanzi, racconti di viaggio, biografie, saggi, articoli, persino libri di cucina. Muore a Madrid il 12 maggio 1921.

TITOLI

La mère Nature (1887)
Insolation (1889)
Mal du pays (1889)
Une Chrétienne (1890)
L'Épreuve (1890)
La pierre angulaire (1891)
Mémoire d'un vieux garçon (1891)
Doña Milagros (1894)
La chimère (1905)
Doux sommeil (1911)

RACCONTI:
Contes de ma terre (1888)
Contes choisis (1891)
Contes de Marineda (1892)
Contes sacrés et profanes (1899)

SAGGI:
La révolution et le roman en Russie (1887)
À travers la France et l'Allemagne (1889)

Polémiques et études littéraires (1892)
À travers l'Espagne pittoresque (1895)
La littérature française moderne (1910)





Emilia Pardo Bazan, La chimera
ill. non firmata
Biblioteca delle Signorine Salani
(courtesy E. Samarelli)


Doña Emilia Pardo Bazan

PERROY, MARGUERITE (1891-1962)

Nasce il 10 agosto 1891 da Albert Perroy (1861-1962, ultracentenario) e Marthe Nony (n. 1867), figlia unica. Non si sposa, e come tante zittelle ottocentesce, si consola immaginando storie d'amore, che pubblica a partire dal 1918, nemmeno trentenne, ma al ritmo serrato di uno all'anno e anche di più, poiché accanto ai testi sentimentali pubblica moltissimi testi religiosi, vite di santi, e pièces teatrali, sempre a carattere sacro. Collabora alla Ecole Normale Sociale Feminine che preparava le assistenti sociali (celebrata nel suo libro La Première élève de l'Ecole normale sociale, Spes 1927), è attiva nei sindacati operai femminili (celebrati in Une ouvrière apôtre sociale, Spes, 1931), ed è persino propugnatrice dello scoutismo femminile (le guidisme = le ragazze guide), sostenuta dai Gesuiti che le aprono le colonne dei loro giornali per propagandare i valori positivi e sociali dello scoutismo. Si intende che i primi romanzi vengono pubblicati a puntate sotto forma di feuilletons, poi nei primi Anni Trenta pubblica con Gautier&Languereau nella famosa Bibliothèque de ma fille, con Tallandier e con altre case specializzate nei romanzi rosa. Scrive indefessamente, pubblicando sempre nuovi titoli fino all'anno della morte. Muore il 13 settembre 1962.

TITOLI

Aux femmes. Sous le signe de l'idéal (1918)
La revenche dans l'autre monde (1919)
Si l'on savait... (1922)
La Vie orientée (1928)
L'Autre sang (1927)
Revanche de nouveaux pauvres (Paris, Gautier-Languereau, 1927)
La Route a des tournants (1929)
Le Boisseau et le chandelier (1930)
Pour l'éternité... (1931)
L'impossible amitié (1932)
La Vie vengeresse (1933)
La victoire de Clotilde (1935)
La Croix dans la balance (1935)
Coeur interdit (1939)
C'est ma faute (1941)



Marguerite Perroy, I nuovi poveri
Ill. di Alberto Micheli
Biblioteca delle Signorine Salani

RAMEAU, JEAN (1858 - 1942)

Pseudonimo di Laurent Lebaigt. Nasce il 19 febbraio 1858 a Gaas-dans-le-Landes, ai piedi dei Pirenei, un paese al quale sarà sempre affezionato e che sarà protagonista di molti romanzi e racconti. Dopo gli studi al collegio di Dax, trova un impiego in una farmacia a Mont-de-Marsan, vicino a Bordeaux, che presto lascia per trasferirsi Parigi, dove si dà alle belle lettere e vince il primo premio ad un concorso di poesia istituito da Le Figaro. Inizia a scrivere e pubblica anche su numerosi giornali e riviste, il primo dei quali è L'Echo di Bordeaux. Il primo volume è di poesie, Poèmes fantasques. Scrive alcuni romanzi di tipo regionalistico (La chevelure de Madeleine, roman pyrénéen) e poesie dove alberga il fantastico, popolate di fate. Pubblica in totale una cinquantina di romanzi di stampo romantico ed oltre 5000 racconti, ma acquista la popolarità solo attorno agli Anni Venti. Viene apprezzato dalla critica per la delicatezza dello stile e la finezza delle descrizioni. Sposa nel 1884 Julia Owens dalla quale ha il figlio Jean-Marcel, caduto sul campo il 10 agosto 1916, preso in pieno da un obice (aveva il grado di sergente).
E' anche scultore. Nel 1898 acquista un terreno a Pourtaou nel suo paese natale
(Cauneille) e vi fa costruire un mausoleo chiamato La Gloriette, una costruzione a colonne sormontate da una cupola e da una statua simboleggiante la poesia, che egli stesso orna di pitture e di sculture: sarà la sua propria tomba, e viene terminata nel 1928. Muore il 24 febbraio 1942 a Dax (Landes), ma non viene seppellito nella sua costruzione, che attualmente cade in rovina.

TITOLI:

La vie et la mort (1886)
La chanson des étoiles (1888)
Moune (1890)
Possédée d'amour (1890)
L'amour d'Annette (1892)
Mademoiselle Azur (1893)
L'amant honoraire (1895)
Le coeur de Régine (1896)
Ame fleurie (1896)
L'ensorceleuse (1897)
La demoiselle à l'ombrelle mauve (1897)
La montagne d'or (1899)
Plus que de l'amour (1899)
Le bonheur de Christiane (1900)
La blonde Lilian (1902)
La belle des belles (1903)

Le roman de Marie (1903)
La jungle de Paris (1904)
Brimborion (1905)
Les chevaliers de l'au-delà (1905)
La bonne étoile (1906)
Petite mienne (1907)

L'Amour merveilleux (1921)
La blonde et la brune (1929)
Celle qu'on adore (1929)
Flore (1932)


Jean Rameau

un sito dedicato a Jean Remeau:
www.centrecultureldupaysdorthe.com:80/figures-du-pays-d-orthe/jean-rameau/


Jean Rameau,
Gingillino

ill. di Cipriano Mannucci
Biblioteca delle Signorine Salani
Jean Rameau,
Piccina mia
ill. di Cipriano Mannucci
Biblioteca delle Signorine Salani






La Gloriette

REID, CHRISTINE (1846 - 1920)

Frances Christine Fisher nasce il 5 luglio 1846 a Salisbury, North Carolina, dal colonnello Charles F. Fisher, ricco proprietario terriero sudista, che dà il suo nome alla cittadina di Fort Fisher (Wilmington) per i suoi trascorsi in guerra (muore nella battaglia di Bull Run). Dal 1861 viene allevata da una zia e istruita in casa. Alla fine della Guerra Civile la famiglia si trova in povertà e Frances si mette a scrivere per guadagnare qualcosa e nel 1870 pubblica il primo romanzo, Valeire Aylmer, con lo pseudonimo di Christian Reid, che conserverà per sempre. Nel 1876 pubblica The Land of the Sky, or adventures in mountain by-ways un testo che porta agli onori della cronaca la città di Asheville, situata tra le montagne della North Carolina dove è ambientato il romanzo, tanto che la città viene d'ora in avanti chiamata proprio The Land of the Sky, come il titolo del romanzo. Nel 1879-80 compie un viaggio in Europa, il che le permetterà in seguito di ambientarvi tanti romanzi. Nel 1887 sposa James M. Tiernan con il quale si stabilisce in Messico, e qui pure ambienterà alcuni romanzi. Alla morte del marito nel 1998 ritorna a Salisbury dove acquista sempre più popolarità. Nel 1900 scrive un romanzo, Under The Southern Cross, con lo scopo di raccogliere il denaro necessario alla costruzione di un monumento ai caduti confederati da parte delle Daughters of the Confederacy, e all'inaugurazione legge un suo poema, Gloria Victis, dedicato alla Guerra di Secessione. Il monumento è tuttora al centro di una piazza a Salisbury. Nel 1909 viene premiata con la Laetare Medal dalla Notre Dame University. Muore il 24 marzo 1920, lasciando oltre 40 romanzi. Nel 1930 viene istituito un fan-club a Salisbury, e una sua statua orna una piazza della città.

TITOLI

Valerie Aylmer (1870)
Morton House (1871)
A Daughter of Boemia (1874)
Bonny Kate (1878)
Hearts of Steel (1883)
Armine (1884)
A Cast of Fortune (1890)
Carmela (1891)
A Comedy of Elopment (1893)
The Land of the Sun (1894)
The Picture of Las Cruces (1896)
Weighed in the Balance (1896)
Fairy Gold (1897)
A Man of the Family (1897)
The Chaise of an Heiress (1898)
A Daugheter in the Sierra (1903)
Vera's Charge (1907)
Princess Nadine (1908)
The Light of the Vision (1911)
The Wargrave Trust (1912)
Daughter of a Star (1913)
A Far-away Princess (1914)
The Secret Bequest (1915)



Christine Reid,
La principessa Nadina
,
ill. Cipriano Mannucci

Biblioteca delle Signorine Salani
RICHEPIN, JEAN (1849 - 1926)

Nasce a Médéah (Algeria) nel 1849; il padre è medico militare di carriera e il figlio trascorre la giovinezza tra una battaglia e l'altra, compresa la guerra franco-prussiana, salvo una breve parentesi di due anni presso l'Ecole Normale Superieure. Dotato di spirito d'indipendenza e di intelligenza vivace, pur non seguendo studi regolari e facendo di tutto, dall'attore di teatro al marinaio, quando si dà alla letteratura ottiene un grande successo, poichè incarna lo spirito dei tempi e i suoi personaggi sono romantici e appassionati. Compone il dramma in versi Nana-Sahib, da lui stesso interpretato insieme con Sarah Bernardt nel 1883. Pubblica anche raccolte di poesie e opere teatrali in versi, alcune delle quali fanno scandalo: La chanson des gueux gli vale un mese di prigione e 500 franche di multa per immoralità, e Les blasphèmes è messo all'indice. Viene eletto membro dell'Académie Française nel 1908. Muore a Parigi nel 1926.

TITOLI:

Madame André (1877)
La glu (1881)
Quatre petits romans (1882)
Miaska, la fille à l'Ourse (1883)
Sophie Monnier, maîtresse de Mirabeau (1884)
Le blasphèmes (1884)
Braves gens (1886)
Monsieur Scapin (1886)
Le filibustier (1888)
Césarine (1888)


Jean Richepin
in una fotografia del 1910
Jean Richepin,
Brava gente

ill. non firmata
Biblioteca delle Signorine Salani

ROVETTA, GEROLAMO (1851 - 1910)

Nasce a Brescia nel 1851 da Agostino, patriota bresciano, e Maria Ghisi, proveniente dalla ricca borghesia, e che trascura il figlio per la vita mondana. Nel 1860 muore il padre e la madre si risposa con il conte Almerico Pellegrini, e tutti si trasferiscono a Verona, nel palazzo nobiliare Pellegrini. Appena raggiunge la maggiore età e può attingere all'eredità paterna, si trasferisce a Milano dove frequenta i salotti e si dedica alle belle lettere, debuttando con un pamphlet di ciritica intitolato Gli Zulu nella letteratura. Collabora a La Nuova Antologia. La prima opera seria è una commedia in 4 atti Un volo dal nido, che va in scena nel 1875 al Politeama di Genova, ma comincia a farsi conoscere solo nel 1880 con Gli uomini pratici, e in seguito La scellerata in un atto, che ebbe immenso successo e fu rappresentata da tutte le compagnie compreso il Burgtheater di Vienna.
Scrittore fecondo, e premiato da un certo successo, sforna racconti e opere teatrali,
soprattutto commedie. Nel 1882 pubblica il primo romanzo, Mater dolorosa, un classico feuilleton; Rovetta è l'interprete di quel mondo mondano che frequenta abitualmente e che ben descrive nelle sue opere. Viene descritto piccolo e rotondetto, un buontempone facile a celiare e noto per le cravatte dai colori chiassosi. Ciò non sembra molto in linea con la sua fine, ma forse ebbe dei dolori che le cronache non riportano. Nel 1889 Mater dolorosa viene trasposta per il teatro da Marco Praga, figlio del poeta Emilio, con grandissimo successo. Poco dopo muore il nonno materno di Rovetta, ma questi non riesce a divenirne l'erede e rompe i rapporti con la madre. Abita a Piazza Castello, in un appartamento adiacente a quello di Giuseppe Giacosa, dove si suicida nel 1910.

TITOLI:

La Trilogia della vita: Mater dolorosa (1882), Le lacrime del prossimo (1887), La baraonda (1894)
Montegù (1884)
Il primo amante (1892)
Il tenente dei lancieri (1896)
La signorina (1900)

Teatro:
Un volo dal nido (1875)
La moglie di Don Giovanni
La trilogia di Dorina (1889)
I disonesti (1892)
Romanticismo (1901)
Un sogno
Collera cieca
Gli uomini pratici
Scellerata
La contessa Maria

Il busto di Girolamo Rovetta solennemente inaugurato al Teatro Manzoni nel 1910.
L'opera è dello scultore Quadrelli; nel basamento, in luogo delle solite iscrizioni,
sono incisi i titoli delle commedie e dei romanzi dell'illustre Autore.
(Foto Argus, Milano)


Girolamo Rovetta, Mater dolorosa,
ill. non firmata
Biblioteca delle Signorine Salani


Sin: Marco Praga, ds: Girolamo Rovetta


Girolamo Rovetta,
Mater dolorosa
, Barion,
1926
Girolamo Rovetta,
Mater dolorosa
, Barion,
1924

 

RUCK, BERTA (1878 - 1978)

Amy Roberta (Berta) Ruck nasce a Muree, India, il 2 agosto 1878, prima di otto fratelli. Il padre, colonnello dell'esercito britannico di stanza nelle colonie, diviene Chief Constable del Caernavonshire (Wales). Berta compie gli studi classici per una signorina di buona famiglia: arte e lingue straniere. Trascorre un po' di tempo in Germania e a Parigi. Nel 1909 sposa lo scrittore Oliver Onions (1873-1961), autore di gialli, science fiction e ghost stories, che in seguito cambia il nome in George Oliver. Hanno due figli, Arthur (n. 1912) e William (n. 1913). Con l'aiuto del marito, Berta riscrive il suo primo romanzo, His Official Fiancée, apparso a puntate nel 1912, che ottiene un notevole successo. Inizia così la sua carriera di scrittrice di genere sentimentale e diventa assai nota: nei cinquant'anni seguenti pubblica oltre cento titoli. Scrive anche racconti di viaggio e impressioni sulla vita sociale, e frequenta buoni ambienti (conosce Virginia Woolf ed Evelyn Waugh; è imparentata con Charles Darwin). Muore ad Aberdovey (Wales) l'11 agosto 1978, alla precisa età di cent'anni.

TITOLI:

Sir or Madam? (1923)
The Unkissed Bride (1929
The Lap of Luxury (1931)
A Star in Love (1935)
A Story-teller Tells the Truth (1935)
A Star in Love (1935)
Sunshine Stealer: The Story of a Cruise (1935)
Spring Comes to Miss Lonely Heart (1936)
Handmaid to Fame (1938)
Out to Marry Money (1941)
Intruder Marriage (1945)
Surprise Engagement (1947)
Tomboy in Lace (1947)
A Smile for the Past (1959)
A Trickle of Welsh Blood (1967)
An Assist to Wales (1970)
Ancestral Voices (autobiografico, 1972)


Berta Ruck,
La fidanzata ufficiale,
Il Romanzo della Rosa, Anno I, 3/11/1935.
E' la traduzione del suo primo e più famoso romanzo,
His Official Fiancée, che Salani pubblica col titolo
Col fuoco non si scherza.




Berta Ruck,
Uomo o donna?
ill. non firmata
Il volume appartiene alla Collezione Salani, assimilabile alla
Biblioteca delle Signorine Salani
(courtesy Elisabetta Filippetti)
Berta Ruck

Berta Ruck,
La terribile Arabella,
Il Romanzo Mensile,
Anno VII, Maggio 1929
cover di Alberto Bianchi
Berta Ruck,
La ragazza che era troppo bella,
Il Romanzo Mensile,
Anno VIII, Giugno 1930
cover di Alberto Bianchi

FILMOGRAFIA

His Official Fiancée (1919), dir. Robert Vignola, con Vivian Martin e Forrest Stanley
Sir or Madam? (1923)

RUFFINI, GIOVANNI (1807 - 1881)

Nasce a Genova il 22 settembre 1807 da Bernardo di Finalmarina ed Eleonora dei marchesi Curlo di Taggia; fino al 1818 studia privatamente con lo zio canonico, poi viene mandato a Genova presso i padri Somaschi, e infine si laurea in giurisprudenza nel 1830. Sin dal 1822 è intimo di Mazzini, e insieme con il fratello Jacopo si iscrive alla Carboneria. Esiliato Mazzini, costituisce con pochi intimi il primo nucleo della Giovine Italia, viaggiando per il Paese per diffondere le nuove idee. Incidentalmente, in questo perido ha un duello per ragioni amorose con un avvocato di Taggia, tal Paolo Anfossi, pure lui patriota e cospiratore.
Per il seguito delle vicende legate a Mazzini si veda la storia della famiglia.
Stabilitosi in Inghilterra, n
el 1855 pubblica Il Dottor Antonio, subito tradotto in varie lingue, che ha un enorme successo. In Italia lo pubblica Sonzogno nel 1856, la prima edizione Salani è del 1895. Tornato in patria, si ritira nella villa di famiglia a Taggia, dove muore il 3 novembre 1881.

TITOLI:

Lorenzo Benoni, or passages in the life of an Italian (1853)
Doctor Antonio (1855)
I Paragreens (1856)
Lavinia (1859)
Vincenzo, or Sunken Rock (1863)
San Remo revisited (1868)
Un angolo tranquillo nel Giura e altri racconti (1868)











Giovanni Ruffini, Il dottor Antonio
ill. di G. Costetti

Biblioteca delle Signorine Salani



Giovanni Ruffini, Il dottor Antonio nella Biblioteca Illustrata Salani, 1908
frontespizio, ill. di G. A. Sartorio


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